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Passpartout 2: The Lost Artist, recensione

A volte bisogna ripartire da zero e trovare la forza per rimettersi in gioco. E' così che vivremo l'ascesa al successo di un artista allo sbando, disegnando per lui

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Quante volte abbiamo avuto realmente modo di poter esprimere le nostre doti artistiche? Non parliamo della creazione di personaggi o livelli, ma proprio di disegni. E se Paint diventasse la base per un simulatore di vita da artisti? Se potessimo ricevere dei giudizi sulle nostre opere? E se potessimo spendere i ricavi in qualcosa di tangibile? A tutto ciò risponde Passpartout 2: The Lost Artist, sequel di Passpartout: The Starving Artist (2017).

L’idea nasce da un piccolo gruppo di studenti svedesi, che anni fa fondarono una software house indipendente chiamata Flamebait Games. L’obiettivo è quello di consentire ai giocatori di creare le proprie storie… Vediamo quindi cosa ci aspetta nella nostra recensione di Passpartout 2: The Lost Artist. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.

UNA VITA DI STENTI, O FORSE NO…

Per i novizi della serie che non dovessero conoscere le avventure del nostro “spazzolato” artista di strada Passpartout, possiamo anticiparvi che la vita del pittore freelance è dura… La nostra “assenza” sembra non aver giovato alle finanze del povero Passpartout che, dalla sua isolata casa al mare, sembra aver perso tutta l’ispirazione creativa. Le bollette da pagare daranno infine il colpo di grazia al nostro “pupazzo”, che si vedrà quindi costretto ad abbandonare la sua dimora.

Fortunatamente il proprietario della nostra ormai ex casa ci offrirà la possibilità di raggiungere le coste della città. Un nuovo inizio dunque, perfetto per costruire un nuovo percorso fatto di opportunità, denaro e popolarità. Riusciremo mai a realizzare i nostri sogni di artisti famosi e acclamati in tutto il mondo? Potremo scoprirlo solo provandoci. Imbracciando l’attrezzatura da pittura partiremo quindi a caccia di ispirazione, esplorando le strade di una non specificata location urbana, stratificata e composta da vari ceti sociali.

Ritroveremo molte vecchie conoscenze

L’impostazione (o forse dovremo dire “evoluzione”) di Passpartout 2: The Lost Artist si baserà su tutto quello che potremmo aspettarci da un “simulatore di artisti da strada”. Non più scenari limitati come piccoli “set” di teatro; stavolta avremo tutto il mondo (per così dire) alla nostra mercè. Infatti saremo liberi di piazzare il cavalletto per strada, ovunque e in ogni momento, lasciandoci ispirare dalle location, dai suoi personaggi o dalla nostra fantasia.

Molti personaggi della città avranno spesso delle missioni per noi. Perlopiù commissioni di dipinti, che ci ispireranno a essere flessibili in vari ambiti di pittura. A qualcuno servirà una nuova bandiera, ad altri un cartello per la pesca, altri ancora un poster anarchico, e così via. Inoltre, una volta consegnate, tutte le nostre opere andranno a popolare in vari modi la città, “rendendola nostra”. Tutto ciò ci donerà del reale senso di appagamento, che ci spingerà sempre a dare il meglio.

SE SEI BRAVO IN QUALCOSA, MAI FARLA GRATIS…

Da un poster preso dalla spazzatura ecco cosa può uscirne

L’impostazione “open world” di Passpartout 2: The Lost Artist, ci permetterà di esplorare liberamente questo piccolo mondo. Inizialmente dovremo procurarci dei fogli su cui esprimere la nostra arte, rovistando nella spazzatura. Il materiale su cui dipingere infatti sarà limitato, e per questo bisognerà gestire al meglio il nostro inventario. Con il giusto impegno però riusciremo presto a permetterci il lusso di acquistare materiali e migliorie per i pennelli dal nostro caro amico Benjamin, direttamente dalla sua bottega.

Fogli di vari tipi e grandezza e forme e materiale diversi, come anche moltissimi tipi di pennelli, spazzole, spray e penne dai tratti stilografici. Potremo rapidamente ammortizzare i costi scoprendo le combinazioni più remunerative tra l’unione di vari colori e l’utilizzo di alcuni pennelli. Ogni abitante infatti avrà i suoi gusti preferiti, basati su colori, forme e tipi di strumenti utilizzati.

Potremo anche collegare uno schermo tattile e usare un pennino

Il punk potrà apprezzare vernici accese o tratti spray, l’alta borghesia sarà attirata da tratti stilografici e colori speciali, altri ancora potranno apprezzare maggiormente tonalità più spente o vivaci, e così via. Talvolta anche il tempo dedicato a un’opera potrà aumentarne il valore. Sarà possibile vendere i propri lavori per strada, attirando i passanti, oppure esporli nella nostra bottega (una volta acquistata). Sarà la città a venire da noi in quel caso, e non il contrario.

Inizialmente la nostra bottega in Passpartout 2: The Lost Artist sarà da “restaurare” sistemando alcuni dettagli, ed effettuando riparazioni dove possibile. Avremo anche modo di utilizzare una macchina mescola-colori che, una volta riparata, saprà ampliare la nostra tavolozza con ulteriori set di colori. Con i soldi avanzati infine potremo aiutare molti personaggi in giro per la la città, cercando oggetti, consegnando lavori su commissione e molto altro.

LA VITA É COME UNO SPETTACOLO TEATRALE

Potremo accettare, rifiutare, o attendere una migliore proposta per i nostri dipinti

Lo stile grafico “marionettistico” di Passpartout 2: The Lost Artist rapisce fin dall’inizio. Sembrerà di vivere nel mezzo di una recita teatrale “ritagliata nel cartone”. Colori sgargianti e suoni urbani invece faranno da accompagnamento alla piacevole colonna sonora, sempre a tema con la casta sociale con cui avremo a che fare in un dato momento. Qualche dettaglio meno rifinito si accosterà, a volte, a una città nel complesso ben realizzata e curata. Nulla di troppo evidente, in ogni caso.

Il sistema di valutazione delle opere, per quanto possa sembrare semplice, resta nel mistero. Ore di pittura potranno talvolta fruttare meno di 10 minuti di originalità creativa. Certo non possiamo pretendere la luna in quest’ambito. Ognuno è diverso e il concetto d’arte, con le sue infinite variabili, difficilmente potrebbe venir compreso e valutato da un’IA. Tuttavia il potenziale creativo che alberga in ognuno di noi potrà comunque vedere la luce, permettendo a tutti di esprimersi e divertirsi.

Che poi vedremo girare per le strade…

La nostra scalata al successo in Passpartout 2: The Lost Artist sarà graduale, e ci terrà indaffarati a lungo. Il museo degli artisti in cima alla città attende ancora di riempire il suo spazio vacante con l’opera di un degno artista. La progressione infatti ci incuriosirà sempre più, con missioni da completare e richieste da soddisfare, prima di poter “salire di fascia”. Qualche dettaglio potrebbe ancora essere migliorato, ma nel complesso siamo rimasti molto soddisfatti.

Avremo avuto piacere nel veder cambiare strumenti in uso nelle mani di Passpartout, o di poter zoomare per rendere meno tediosa la pittura nel dettaglio, ma ci siamo adeguati. Inoltre la mancanza di una “gomma da cancellare”, per quanto possa non piacere come scelta, riuscirà a renderci più creativi, spingendoci inconsciamente ad “aggiungere” invece che a cancellare. Mancanti purtroppo alcune opzioni grafiche come luminosità e contrasto, che renderanno di conseguenza alcune combinazioni di colori piuttosto “penetranti”.

Abbiamo flexato le nostre doti artistiche abbastanza

DA AVERE SENZA RISERVE

Passpartout 2: The Lost Artist è un progetto unico nel suo genere che, come il suo predecessore, ha saputo trasformare una delle più antiche applicazioni di ogni Pc Windows, Paint, in un vero e proprio simulatore di vita da artista freelance. La nuova impostazione in stile open world saprà tenerci sempre in movimento e soprattutto costantemente ispirati, grazie anche alle stimolanti missioni secondarie. Sembrerà incredibile, ma le limitazioni con cui avremo a che fare dipingendo spingeranno a renderci ancora più creativi, e non il contrario.

Passeremo presto da un foglio bianco e zero idee al lasciarci trasportare dalla nostra mano e dalla nostra fantasia. Il mouse, per quanto “scomodo”, saprà rendere ugualmente dopo un po’ di pratica. Fermo restando che per i più precisi ed esigenti c’è sempre la possibilità di pitturare con hardware esterni e pennini touch. Qualche dettaglio ambientale meno rifinito non ci ha scoraggiato. Un iniziale avvio problematico invece, prontamente risolto dallo sviluppatore, ci ha dimostrato quanto Flamebait Games tenga alla sua peculiare produzione.

Pregi

Probabilmente l'unico videogioco del suo genere. L'evoluzione in stile "mini openworld" si sposa perfettamente con le meccaniche di gioco. Se puoi pensarlo, puoi realizzarlo. Ricco di strumenti e capace di appassionare chiunque.

Difetti

Qualche dettaglio ambientale meno definito. La lente d'ingrandimento dovrebbe essere tra gli strumenti acquistabili. Opzioni per luminosità e contrasto mancanti.

Voto

8+

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