Lost Epic, la nostra recensione

Una guerra tra divinità ed esseri umani a portata di mano

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Una costante del mondo dei videogiochi indie riguarda l’innovazione. Sono molti infatti i team di sviluppo che sperimentano nuovi approcci all’interno di generi e sottogeneri “classici”. Quello dei metroidvania risulta essere uno di quelli più ambiti, proprio in veste di “laboratori”. Nel corso degli anni abbiamo assistito all’inserimento di meccaniche roguelike e soulslike, a grafiche in pixel art o persino a tentativi di restyling di saghe famose. Oggi parleremo della più recente opera di OneOrEight, una startup giapponese reduce da Earth’s Dawn (2016). Un picchiaduro non propriamente eccellente ma che, tuttavia, ha riscosso un non trascurabile successo.

Insieme a Team Earth Wars (studio di sviluppo facente capo proprio a OneOrEight) gli sviluppatori si sono voluti affidare a professionisti in materia di manga e anime per inserire elementi a tema. Il risultato non è stato semplice da giudicare dato che vi sono diversi pregi come anche diversi difetti, a partire dalla personalizzazione del protagonista. Andiamo a scoprirne di più con la recensione della recentissima versione Switch di Lost Epic, curata dal nostro Antonio “Spettro” Amodeo. Ricordiamo che il gioco, pubblicato sempre da OneOrEight, è disponibile da tempo su Pc, PS4 e PS5. Buona lettura.

SCELTE GUIDATE

Cominceremo la nostra avventura in Lost Epic andando a creare il nostro eroe/eroina all’interno di un discreto editor. Diciamo da subito che l’aspetto sarà relativo, visto che questo verrà “modificato” dall’equipaggiamento che andremo ad applicare di volta in volta, nel corso del gioco. E’ interessante notare che non tutte le armi e le armature che acquisteremo/troveremo/crafteremo avranno abilità o comunque uno “scopo”.

Alcune di esse infatti potranno solamente variare l’estetica del o della protagonista. Prima di iniziare inoltre dovremo scegliere fra tre livelli di difficoltà: consigliamo di scegliere il più alto visto che la sfida offerta dal gioco, nel complesso, non sarà poi così elevata. Oltre ai materiali, sconfiggendo i nemici sarà possibile ottenere delle “anime”, necessarie alla realizzazione di particolari equipaggiamenti (incluse le classiche pozioni) e al potenziamento delle abilità.

Ovviamente l’aspetto fisico del personaggio non influirà minimamente sul gameplay

Non dimentichiamo poi la presenza di minigiochi, come la pesca, e la possibilità di visitare i tipici commercianti/artigiani nelle aree che fungeranno da checkpoint. Ed è proprio qui che avremo a che fare con la prima problematica della produzione, ovvero l’eccessiva quantità di progetti, materiali e statistiche da gestire.

Controllare ed eventualmente migliorare le caratteristiche di ciascuna arma richiederà un impegno non da poco, cosa che renderà l’esperienza piuttosto dispersiva. L’ambientazione è fantasy anche se in alcune occasioni diventerà (anche troppo bruscamente) un po’ più dark. Infatti passeremo in un battibaleno da paesaggi estremamente colorati ad altri più cupi, per giunta avendo a che fare con nemici tutt’altro che vari.

MOLTO UMANO…

Le debolezze degli avversari verranno sempre evidenziate

In compenso possiamo affermare che il gameplay risulta divertente e intuitivo. Le combo e in generale gli attacchi saranno piacevoli da eseguire, così come i vari poteri. Di fatto verremo esortati a utilizzare combinazioni sempre diverse, da abbinare con vari tipi di attacchi. Buona anche la varietà di armi ed equipaggiamenti. Utile, per esempio, il famiglio che potremo trovare all’inizio, che ci seguirà sparando ai nemici più vicini premendo il tasto apposito.

Inoltre tramite i tasti dorsali si potranno alternare, a seconda della necessità, due differenti set di arma, equipaggiamento e abilità. Nota dolente invece per i boss che, pur offrendo di base una sfida abbastanza avvincente, potranno essere sconfitti senza troppi problemi in seguito all’ottenimento di qualche arma particolarmente potente. Anche la schivata risulta davvero troppo forte, mentre gli attacchi speciali spesso saranno in grado di portare l’energia degli avversari al minimo, se non di eliminarli del tutto al primo colpo.

… E POCO DIVINO

Il menu di gestione del personaggio, croce e delizia di Lost Epic

Per quanto riguarda il lato tecnico, la meraviglia iniziale ispirata dalla coloratissima grafica viene ben presto soppiantata da noia e frustrazione. Gli scenari cominciano a diventare ripetitivi e poco particolareggiati molto presto, per giunta con elementi che si abbinano davvero male fra di loro. Fra di questi citiamo sicuramente la maggior parte dei materiali da raccogliere, che oltretutto mostrano di avere dimensioni sfalsate.

Non di rado arriveranno a confondersi con il paesaggio, come nel caso delle armi. Anche sul fronte delle animazioni c’è ben poco da sorridere. Se nei primi minuti il movimento del personaggio riuscirà a soddisfare le aspettative dando una certa idea di fluidità, basterà superare i primi ostacoli all’interno degli scenari per rendersi conto di quanto proprio le animazioni risultino grossolane.

La scala di sinistra e le foglie sfocate sono solo uno dei molti esempi del comparto grafico obiettivamente approssimativo

L’assenza di bug e glitch è senz’altro incoraggiante, ma di per sé non basta a controbilanciare un comparto tecnico complessivamente raffazzonato. Concludiamo con il comparto audio, che coerentemente al resto manca concretamente di carattere.

A eccezione delle “insert song” stile anime furbamente reclamizzate dal team di sviluppo, le musiche risultano anonime e prive del benchè minimo mordente. Scomodo inoltre il fatto di dover più volte regolare manualmente l’audio della musica e degli effetti, in particolar modo se si sta utilizzando una cuffia. Segnaliamo, infine, la disponibilità di Lost Epic nella sola lingua inglese.

Presso la capanna della strega ci verrà spiegata la nostra missione

SCONSIGLIATO

Guardando il trailer o giocando la demo, Lost Epic apparirà come un signor metroidvania. Ci dispiace constatare che sfortunatamente si tratta solo di un’impressione. Trama insignificante, grafica poco ispirata e con diversi difetti, colonna sonora per nulla esaltante… A salvarsi parzialmente è il gameplay, che tuttavia viene compromesso dalla pessima gestione del crafting che uccide sul nascere la voglia di sperimentare con armi e build. Gli appassionati di anime potrebbero apprezzare l’opera di OneOrEight per lo stile, ma non c’è dubbio che in giro vi sono numerosi prodotti migliori. Si tratta, insomma, di un titolo che cerca di essere epico ma che nel complesso fallisce miseramente. Perlomeno il nome è stato azzeccato.

Pregi

Molti attacchi e combo personalizzabili. L'editor del personaggio è sinceramente valido. Ottima varietà di equipaggiamenti. Nel complesso il gameplay se la cava...

Difetti

.. Anche se il crafting risulta noioso e dispersivo. Personaggi anonimi e trama quasi inesistenti. Comparto tecnico raffazzonato, sia in termini di grafica che di sonoro. Livello di difficoltà basso, anche selezionando il più alto.

Voto

5,5