Sherlock Holmes The Awakened, recensione

Il "nuovo" Sherlock avrà saputo tener testa a un'antica minaccia?

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Certi amori fanno giri immensi ma poi ritornano. E’ sicuramente il caso del (complicato) rapporto tra Frogwares e il mito lovecraftiano in salsa detective sim, già visto nell’ambizioso ma inconcludente The Sinking City e ora re-immaginato in una delle prime esperienze con l’investigatore di Baker Street, Sherlock Holmes The Awakened.

Rifare una delle prime avventure del duo non è stata però solo una mossa strategica per dar vita a un filone coeso e personale di Frogwares. Si tratta infatti di una mossa volta soprattutto ad aiutare le casse dello studio ucraino con sede a Kiev, fortemente colpito dall’invasione russa. Come se non fosse già bastata la disputa legale avuta qualche anno fa con il publisher Nacon circa la vendita della versione Pc di The Sinking City.

Sarà quindi bastata una spolverata ai vecchi modelli o c’è qualcosa di più? Scopriamolo nella recensione della versione Switch di Sherlock Holmes The Awakened, curata dal nostro Giuseppe Pirozzi. Ricordiamo che il gioco, pubblicato sempre da Frogwares, è disponibile anche su Pc, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

DA EPISODIO ANTOLOGICO A SEQUEL

Non più personaggi temporalmente persi tra i fumi della nebbiosa Londra post-rivoluzione industriale. Il duo Holmes-Watson segue gli eventi di Sherlock Holmes: Chapter One (qui la nostra recensione). Da Jon a John il passo (non) è breve, e qualche intermezzo per introdurre il celebre medico e narratore delle vicende del detective più famoso al mondo sarebbe stata una chicca interessante sia per i nuovi che per i vecchi giocatori della serie.

Peccato che in fin dei conti l’eredità di Chapter One non valga più di qualche riferimento all’isola di Cordona e allo stesso Jon, l’amico immaginario di Sherlock legato al trauma della scomparsa della madre. Lo stesso Watson viene dato piuttosto per scontato e non realmente introdotto al giocatore, anche sé c’è stato qualche sforzo per conferire dello spessore al personaggio, con riflessioni sugli orrori della guerra dovuti al suo essere stato militare in Afghanistan.

Questo remake ha comunque il pregio di svecchiare il gameplay e proiettare la Londra vittoriana in una veste quantomeno contemporanea, sebbene non priva di numerosi compromessi, almeno su Switch. Sherlock Holmes The Awakened non è però solo apparenza, bensì cerca di rielaborare uno dei primi capitoli e inserirlo in uno Sherlock Holmes Videoludic Universe. O per dirla banalmente prende il gioco originale e lo adatta alla nuova visione dell’investigatore, più legata al suo passato che mai.

Se vent’anni fa si adottava un approccio più legato ai cross-over con personaggi di culto come Arsène Lupin, Cthulhu e Jack lo Squartatore, ora le avventure di Holmes sono meno legate a simboli della letteratura otto-novecentesca. Ciò vale anche per le stesse storie di Arthur Conan Doyle, padre di Sherlock Holmes, parzialmente “escluso” in alcune scelte del nuovo corso narrativo intrapreso da Frogwares che chi ha avuto modo di giocare l’originale The Awakened (2006) subito riconoscerà.

NON UN REMAKE CONSERVATIVO

Tutto ha inizio nel familiare appartamento al 221B di Baker Street, dove troviamo i nostri beniamini a battibeccare come sempre. Lo zelo e l’ossessione di Holmes mal si combinano con la routine, così la mancanza del The Strand tra i giornali della mattina diventa il pretesto per indagare su una possibile cospirazione.

Da questo piccolo mistero si finisce col viaggiare tra l’Europa e le Americhe alla ricerca di uomini misteriosamente scomparsi e avvenimenti razionalmente inspiegabili. I quali mettono alla prova non solo le abilità deduttive di Sherlock Holmes, ma soprattutto la sua sanità mentale.

La pubblicazione del gioco a soli otto mesi dal lancio della campagna Kickstarter lasciava presagire a qualche compromesso in fase di sviluppo. Ed effettivamente Sherlock Holmes The Awakened si è rivelato pieno di luci e ombre. Indubbio è il fatto che chi ha giocato l’originale avrà più di un motivo per tornare a investigare sugli orrori di Eldritch.

A partire dalla trama rivista per calzare le premesse di Chapter One, un finale alla Inception e l’assenza dell’arcinemico per eccellenza, James Moriarty. Il motivo è presto detto; l’originale era inteso come un capitolo della vecchiaia di Holmes ambientato dopo lo scontro tra i due alle cascate Reichenbach, mentre nel remake la storia si pone come uno dei primissimi casi del duo.

LINEARE, WATSON

Sherlock Holmes The Awakened è estremamente lineare, e non lascia ai giocatori la possibilità di uscire fuori dai binari della trama, contrariamente agli ultimi capitoli della saga. Le indagini sono basate sulla raccolta di indizi sul campo, risoluzione di enigmi piuttosto facili, ricostruzione delle catene di eventi e infine formulazione di tesi una volta messe insieme le prove che rispondono a una data domanda.

Anche la consultazione dei registri comunali per rintracciare un sospetto in base ai connotati o l’atto di cercare articoli di giornali utili all’indagine risulta semplificato e rintracciabile, grazie a dei comodi archivi presenti nel menu pausa. In poche parole le indagini saranno molto più a senso unico, e non ci sarà più bisogno di ragionare sulle proprie azioni poichè il gioco proseguirà solo in presenza di una deduzione corretta.

Ogni capitolo propone situazioni sufficientemente diversificate tra loro, ma l’aggiunta di casi secondari avrebbe dato un po’ più di freschezza alla produzione. Nella versione base è disponibile un unico caso secondario richiesto da Mycroft al dottor Watson, dalla durata di una manciata di minuti e dal pretesto francamente poco credibile. Con il dlc “Sogni Sussurati” invece sarà possibile avere accesso ad altri sei casi, la cui durata oscilla tra i dieci e i venti minuti.

L’approccio risulta comunque più fresco rispetto a quindici anni fa, ma inevitabilmente si scontra con i passi in avanti compiuti prima da Crimes and Punishment e poi culminati con Chapter One. Capitolo davvero spettacolare, quest’ultimo, e capace di esaltare la libertà deduttiva dei casi principale. Il poco tempo a disposizione di Frogwares, la guerra in Ucraina e l’intrinseca natura lineare del gioco originale lasciavano rpesagire in partenza che questo remake si sarebbe rivelato un semplice adattamento alle nuove strutture investigative della serie e poco più. E purtroppo non possiamo fare altro che constatare questi limiti.

ORRORI COSMICI ED ERRORI TECNICI

Limiti, quelli sopracitati, che non si fermano al lato investigativo ma anzi si notano specialmente sul fronte tecnico. Per quanto il lavoro di sceneggiatura e regia delle cutscene appaia notevole, anche l’occhio vuole la sua parte.. E sfortunatamente questa versione Switch è costellata da cali di framerate, texture a bassa risoluzione ed effetti pop-up frequenti. Questo nonostante sia stata abbandonata la strada dell’open world, anche per riuscire a contenere lo sforzo computazionale. Decisamente non la versione di riferimento per giocare a Sherlock Holmes The Awakened, a meno che non vogliate espressamente risolvere crimini on the road.

Anche la gestione del doppiaggio ha del tragicomico, visto che in molti frangenti abbiamo riscontrato voci completamente fuori sincrono e tendenti al ridicolo. Meglio invece le musiche, che accompagnano degnamente la discesa nelle perversioni lovercraftiane, rappresentate in questa sede con sequenze inedite rispetto all’originale. Per esempio con corridoi aventi puzzle ambientali che hanno luogo in una realtà onirica molto simile a quanto visto in The Sinking City.

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

Complessivamente Sherlock Holmes The Awakened ripropone un classico della storia di Frogwares. Che per 40 euro mette sul piatto un nuovo appeal grafico e una trama maggiormente rifinita, oltre che inserita nel nuovo “corpus holmesiano”, capace di soddisfare quel prurito investigativo che tormenta i seguaci del detective londinese. Chi ha giocato l’originale del 2006 troverà comunque discrete motivazioni per affrontare questa avventura (magari aspettando qualche saldo), consci di tutte le migliorie ma anche di tutti i limiti che fanno di questo capitolo una produzione più lineare rispetto a Devil’s Daughter, Crimes and Punishment e Chapter One.

Pregi

Sherlock Holmes ritrova Watson per affrontare il mito di Cthulhu, con una grafica più moderna e una storia sufficientemente interessante.

Difetti

Capitoli estremamente lineari e puzzle non particolarmente stimolanti. Frequenti problemi tecnici su Switch, che si aggiungono a un doppiaggio lacunoso e una trama non sempre chiara.

Voto

6,5