Curse of the Sea Rats è uno di quei titoli la cui realizzazione si deve a una vasta approvazione popolare. Si tratta infatti di un progetto che viene concepito nel 2020 per opera di Petoons Studio. Una software house indie di Barcellona, fondata nel 2016 da Sergio García and Daniel del Amor, che negli anni successivi hanno raccolto artisti, animatori e in generale esperti dell’intrattenimento per bambini e famiglie. Dopo aver accumulato qualche esperienza (tra cui il party game Petoons Party), il team decise di cercare sostegno finanziario attraverso Kickstarter con l’idea di realizzare un’accattivante “ratoidvania”.
La campagna, avvenuta nell’estate del 2020, si rivelò da subito un grande successo. Non solo l’obiettivo iniziale di 15.000 euro venne raggiunto in meno di mezza giornata, ma quasi 6.000 sostenitori decisero di investire nel progetto consentendo al team di sviluppo di raccogliere oltre 240.000 euro. Decretando così il raggiungimento di svariati stretch-goal. A pochi giorni (giovedì 6 aprile ndr) dalla release su tutte le piattaforme, oggi andremo a scoprire come se la cava Curse of the Sea Rats in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Antonio “Spettro” Amodeo.
Ricordiamo che il gioco, pubblicato da PQube, debutterà anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
CHI HA PAURA DELLA STREGA?
La trama di Curse of the Sea Rats appare fin da subito semplice, ma anche un pelino confusionaria. Siamo nel XVIII secolo e una strega, Flora Burn, trasforma in ratti l’intera ciurma di una nave, ivi compresi i criminali che stava trasportando come prigionieri. A quattro di loro viene offerta la possibilità di ottenere la libertà qualora dovessero riuscire a rompere l’incantesimo e riportare indietro il figlio del capitano, rapito dalla strega.
Fin qui tutto chiaro, se non fosse che anche gli abitanti dell’isola dove ci troveremo, nonché la strega stessa e i suoi seguaci, siano dei ratti! Sorvolando su ciò noteremo immediatamente quelli che saranno i due principali punti di forza della produzione. La grafica deliziosamente disegnata a mano e una completa localizzazione in italiano, con dialoghi perfettamente tradotti (nomi compresi; come sottotitoli troveremo comunque i nomi originali in inglese dei personaggi).
Quello di Petoons Studio è un metroidvania lineare, tradizionale nella struttura e in generale con ben pochi fronzoli. Uno dei primi problemi che abbiamo riscontrato riguarda la mappa. Su di essa infatti sono segnati solo i punti di respawn, le location del commerciante, delle morti, dei boss e dei viaggi rapidi. Nella fattispecie saremo costretti a raggiungere tutte le porte segnate nella mappa per capire, ad esempio, cosa apre una chiave appena ottenuta.
Oppure dovremo affidarci alla sola memoria per ritrovare, magari, un npc che ci ha dato una missione secondaria appena completata, così da riscuotere la ricompensa. I combattimenti invece sono molto divertenti. Pur essendoci un lieve input lag, i quattro ratti sono davvero spassosi da utilizzare. Le sezioni platform risultano piacevoli ed equilibrate, così come le abilità relative al movimento.
Va sottolineata la presenza del salto lungo, che sostituisce l’inflazionata (e spesso decontestualizzata) capacità di volo. Potremo caricare il salto ma non regolarne la direzione, riuscendo tuttavia a raggiungere le zone desiderate.
Nota negativa per i super attacchi (che si acquisiscono al picco di ciascun albero di abilità) e quelli speciali, che spesso risulteranno meno efficaci di quelli normali. Bene invece per quanto riguarda l’utilizzo di oggetti quali pozioni curative, visto che potremo contare su un comodo menù rapido, richiamabile in qualsiasi momento.
IL TOPO DEI TOPI
Un altro problema tutt’altro che irrilevante di Curse of the Sea Rats è la curva di difficoltà. L’avventura inizierà con un livello di sfida abbastanza soddisfacente, ma andando avanti le cose diventeranno così facili da risultare quasi snervanti. La causa di ciò va rilevata nei personaggi, che diventeranno fortissimi molto, troppo velocemente.
Come risultato, anche i boss potranno essere sconfitti senza troppi problemi. Ed è un peccato visto che questi ultimi sono caratterizzati davvero molto bene. Più avanti ancora invece ci ritroveremo con trappole (e alcuni nemici specifici) che riusciranno a mettere K.O il nostro personaggio di turno solamente con 2-3 colpi. Insomma, non sembra esserci alcun equilibrio in tal senso.
Anche i commercianti risulteranno “noiosi” quasi da subito, visto che a parte le pozioni e qualche oggetto missioni iniziale, non avranno nulla di particolare da offrire. Nella fattispecie Curse of the Sea Rats manca proprio di spessore, visto che a un certo punto continuare a giocare sarà veramente pesante. Le missioni secondarie saranno quasi tutte banali, della serie “ho perso quest’oggetto, puoi trovarlo?” et similia.
L’albero delle abilità dei quattro personaggi, come abbiamo già accennato, si potrà completare molto facilmente. Facendo le cose decentemente, già a metà avventura potremo avere tutti e quattro i protagonisti potenziati al massimo, in sostanza. Bisogna considerare che i quattro ratti sono ben differenziati in termini di aspetto e capacità, ma quelli in possesso di attacchi a distanza tenderanno a essere avvantaggiati.
In termini di meccaniche, come ci si aspetterebbe da un metroidvania che si rispetti, avremo sia la schivata che il parry. La prima ci ritroveremo a usarla quasi esclusivamente per evitare le trappole… Mentre per quanto concerne il secondo, pur avendo dei bonus nell’albero delle abilità che ne incoraggiano l’uso, arriveremo a dimenticarcene abbastanza in fretta. Proprio in virtù dello “strapotere” dei personaggi precedentemente menzionato.
In generale Curse of the Sea Rats manca quindi di personalità e di alcune rifiniture. Non che i ben pochi bug riscontrati rappresentino un problema; ci riferiamo al fatto che ci sarebbero voluti alcuni accorgimenti per rendere più incisiva l’esperienza complessiva. A partire da un livello di difficoltà, magari selezionabile all’inizio dell’avventura. Oltretutto è possibile giocare in cooperativa con altri tre giocatori; in questo modo si farà tutto più divertente certo, ma anche più facile (sì, esatto, ancora di più).
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Un titolo come Curse of the Sea Rats non si può certo amare, ma neanche odiare. E’ uno di quei casi dove il trailer risulta estremamente accattivante, spingendo concretamente all’interessamento e magari anche all’acquisto. Peccato che per quanto sia stilisticamente apprezzabile, l’opera di Petoons Studio arrivi a stancare abbastanza presto a causa di alcune lacune parecchio incisive. Ciò che resta se e quando si giunge ai titoli di cosa è la speranza che possa uscire un dlc o comunque un aggiornamento che aggiunga più carne al fuoco. Fino ad allora, questo grazioso “ratoidvania” continuerà a risultare alquanto impalpabile.