Che cos’è Tchia? La risposta potrebbe essere tanto semplice quanto complessa. In parole povere, possiamo provare a descriverlo come un atto d’amore, così profondo e puro come pochi altri ne abbiamo mai visti in questo settore. Un simulatore “physics-driven” basato sulla “fisica della natura” (a parole nostre), nel quale avremo modo di perderci in un open world sandbox ispirato all’arcipelago della Nuova Caledonia.
Un team di sognatori, nativi delle isole rappresentate nel gioco, hanno sviluppato attraverso il loro studio indipendente Awaceb una vera e propria perla di raro splendore. Non solo amore verso la propria terra, ma anche sensibilizzazione verso la natura e i suoi “abitanti”. Che aspettate dunque? Tuffatevi nella nostra recensione della versione Pc (dove è esclusiva temporale Epic Games Store) di Tchia. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Kepler Interactive, è disponibile anche su PS4 e PS5. Buona lettura.
QUALCOSA DI MAGICO NELL’ARIA
Partiamo subito col dire che, per quanto in termini di estetica generale di Tchia possa sembrare un prodotto rivolto a un pubblico giovanissimo, in realtà non è così. A essere sinceri, è un’opera che dovrebbe essere provata da ogni giocatore, di qualsiasi età ed esperienza, senza il minino accenno di dubbio. Nel corso della nostra passata anteprima abbiamo avuto modo di muovere diversi passi nel mondo di gioco, ma ora siamo finalmente potuti andare oltre.
La storia verrà raccontata come una leggenda da un’anziana signora, all’interno di un rifugio per bambini smarriti, tra cui anche alcuni orfani. Inizieremo quindi col vivere gli eventi che hanno portato la piccola protagonista, Tchia, a diventare una vera “superstar” nell’arcipelago. Certo vi nasconderemo il più possibile al riguardo, per permettervi così di apprezzare al meglio ciò che la creatura di Awaceb saprà rivelare con progressivo stupore.
La vita scorre tranquilla nelle isole (ispirate al reale paradiso terrestre) della Nuova Caledonia. La curiosa e riflessiva Tchia trascorre le giornate assieme al padre. E noi con loro, approfondendo il legame tra i due ma scoprendo anche le usanze di questa splendida terra. Purtroppo però i guai non conoscono pace e un pericoloso individuo si presenta senza preavviso. Il passato sembra tornare a minacciare nostro padre Joxu che, per proteggerci, si arrende alle richieste del malvagio Pwi Dua, seguendolo chissà dove…
In un disperato tentativo di salvataggio, la nostra piccola protagonista manifesterà involontariamente dei poteri dal suo sguardo eterocromatico, prendendo il controllo del machete di Pwi Dua, ferendolo. Interdetto lo vedremo allontanarsi all”orizzonte, certi di incontrarlo ancora. Fortunatamente potremo ancora contare sull’aiuto di Tre, amico di famiglia e viaggiatore, che per aiutarci ci donerà la sua imbarcazione a vela…
OCCHIALI DA SOLE MESSI, SHAKA ALOHA!
È sulle note di una “reggaeggiante” colonna sonora che inizieremo il nostro viaggio in Tchia, surfando le onde sul nostro mezzo in direzione dell’arcipelago menzionato pocanzi. Gli obiettivi saranno spesso delle “cacce al tesoro”, con precisi oggetti da raccogliere e consegnare per l’avanzamento della campagna. Trovare l’ago nel pagliaio però sarà piuttosto arduo. Non tanto per la difficoltà in sé, quanto invece per l’incontrastabile voglia di divertirsi ed esplorare questo magico mondo.
I risvolti di trama saranno inaspettati e tutt’altro che banali, rendendo questo titolo molto più di un semplice sandbox lasciato al caso. In ambienti così grandi, molto spesso capita di vedere (e questo caso non fa eccezione) varie piccole “dimenticanze”. Eppure, su queste isole, difficilmente troveremo qualcosa “fuori posto”. Si tratta infatti di una perfetta trasposizione digitale che ci farà provare fisicamente cosa significa far parte di quest’isola, con le sue usanze. Gli usi, i costumi e il folklore dei suoi abitanti.
Tra un obiettivo e l’altro avremo di mezzo diversi chilometri di natura incontaminata. Piccoli villaggi rurali a contatto con la natura si alterneranno alla grigia e urbanizzata isola dove Pwi Dua ci attenderà. Tanto genuino quanto semplice l’atto di sensibilizzazione generale che, per nulla velato, scherzerà spesso con ironiche e mature scenette che hanno saputo realmente divertirci (ma anche inquietarci, a volte).
Inoltre nel corso del nostro viaggio faremo la conoscenza di vari personaggi, che ci renderanno partecipi della “vita sull’isola” e della sua cultura. Condivisione e rispetto, questi i fondamenti principali con i quali Tchia ci ricorderà quanto essere umili è una cosa semplice. Un plauso inoltre per la rappresentazione genuina delle usanze quali balli di gruppo, cucina locale, lingua e canti originari dell’isola, con le sue svariate attività all’aperto.
TRIPLO CARPIATO IN ARRIVO
Per quanto riguarda il gameplay di Tchia, non possiamo che esserne entusiasti. L’idea alla base è qualcosa di sinceramente peculiare, ovvero un simulatore di “fisica naturale”, come lo abbiamo definito precedentemente. Avremo infatti la possibilità di eseguire il “salto dell’anima”, prendendo il controllo di (praticamente) ogni singolo animale od oggetto dell’isola. Ognuno di questi avrà una sua fisica decisamente accurata.
Rotolare giù per la valle come sassi, sbattere in giro trasformati in paccottiglia varia, come anche assumere la forma di un’accetta e rincorrere la persone, ad esempio. Gli animali inoltre avranno tutti una loro “abilità”. Scavare buche come cani, defecare in giro o sulle cose come mucche o uccelli, scattare come cervi o nuotare e fare acrobazie come delfini e molto altro. Dalla meraviglia alla comicità il passo certo sarà breve, ed è anche questo il divertimento in Tchia. Un divertimento limitato solo dalla nostra fantasia.
Non a caso in Tchia si userà il termine “locomozione”, in quanto useremo come “mezzi” a nostro favore gli oggetti ma soprattutto gli animali dell’arcipelago. Volare a destinazione prendendo il controllo di un volatile sarà infatti una scelta efficace, ma spesso non la più divertente. Potremo ondeggiare sulla cima degli alberi lanciandoci come catapulte, scivolare lungo i pendii o planare con il nostro aliante. Lanciarsi da una montagna come cinghiali e atterrare come porchetta, certo!
Divertente l’atto di poter eseguire in aria acrobazie tridimensionali in qualsiasi momento. Questo darà il via a un loop infinito tra esibizioni, tuffi e schianti, che trasformeranno ogni salto nella fiera degli sport estremi. Saremo anche liberi di mettere da parte o lanciare gli oggetti. Le lanterne ad esempio, usate come esplosivi, saranno utili per combattere le marionette di Pwi Dua. I trofei ottenuti nelle varie sfide invece saranno la moneta per giocare con una claw-machine ricolma di premi estetici.
SIMULATORE DI VACANZE
In Tchia potremo anche scalare a mani nude ogni superficie verticale, similmente a Genshin Impact e altri titoli sui generis. La nostra barra di stamina sarà unica sia per la salute che per l’energia. Ricaricabile in pochi secondi e limitante il giusto, ci costringerà a fare attenzione soprattutto nelle sezioni subacquee, durante le cadute o negli scontri. Componente molto apprezzata è inoltre la marcata presenza di personalizzazione, per noi come per la nostra barca.
Basterà esplorare per trovare nuove skin, mentre dei completi “speciali” potranno essere ottenuti scambiando perle e ninnoli trovati in giro. Fra gli strumenti utilizzabili figurano una fionda, una macchina fotografica, una torcia e anche uno splendido ukulele. Utile non solo per strimpellare in allegria, ma anche come “hub dei trucchi”. Saremo in grado di suonare melodie in grado di controllare il tempo, far avvicinare la fauna e avere enormi vantaggi di vario genere (una volta sbloccati, ovviamente).
Tecnicamente Tchia appare come un vero e proprio dipinto fatto a mano. Una lettera d’amore ricolma di dettagli incredibili, i cui colori ci hanno ricordato il film Disney Oceania. Onde o calma piatta in mare, foschia mattutina o caldo afoso, pesanti piogge con modelli bagnati e reazioni sugli specchi d’acqua, e così via. Il sistema di riflessi è tanto reale da riuscire a farvi fermare e giocare sulla riva di una spiaggia al tramonto, senza alcun motivo. Se questo non si chiama intrattenimento… Cos’altro lo è?
Non da meno la colonna sonora. Vere opere d’arte tra canti e musiche “locali” sapranno rapirci con sottofondi tribali da trance di relax, ricordandoci quelli uditi in Kena: Bridge of Spirits. Oltre a un’importante attesa iniziale “preparatoria” e qualche lieve perdita di frame nelle zone di transizione più dense di dettagli, non abbiamo trovato difetti. Qualche associazione nei tasti secondari non reagisce; nulla però che non si possa risolvere mappando un nuovo comando nelle opzioni. Dettagli, questi, che sono granelli di sabbia in una produzione unica nel suo genere…
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Più che un gioco, Tchia è un’esperienza in grado di ricordarci cosa significa giocare. Un gesto d’amore da parte degli sviluppatori di Awaceb, che aprono le porte “di casa” (della loro vita e con le loro usanze) al mondo intero con un titolo dalla cura infinita. Non fatevi ingannare dall’estetica “semplice”, per quello che è un videogioco molto più maturo di quanto non possa sembrare. Si tratta infatti di una perla splendente, esempio di come l’amore possa trasformarsi in qualcosa di “fisico”, seppur impalpabile in senso stretto. In quest’avventura ricca di genuino divertimento le meccaniche di locomozione aprono un universo di possibilità nel gameplay.
Dove la fantasia viene spinta al massimo per permettere al gioco di sfoderare il proprio pieno potenziale. Che sia nell’esplorazione o nella semplice ammirazione di paesaggi, magari a caccia di qualche buon screenshot. Superbo anche il comparto sonoro che, in linea con la qualità di tutta la produzione, offre sonorità native della Nuova Caledonia semplicemente magiche. Qualche infinitesimale distrazione sul lato tecnico non scalfisce un pregevole lavoro di trasposizione culturale, sensibilizzazione e originalità. Buone vacanze a tutti, shaka aloha!
Pregi
Originalità, umiltà, amorevole cura e semplice divertimento sono la base del titolo. Ludicamente parlando, è un esperienza quasi al pari di una reale vacanza ai caraibi. Nessun dettaglio viene lasciato al caso. Colonna sonora magica e instancabile. Tecnicamente un dipinto in movimento. Meccanica di locomozione originale e ben definita. Narrazione matura, realmente divertente e piena di assi nella manica.
Difetti
Qualche rara calo di frame nelle zone di transizione più dense di dettagli e un caricamento iniziale non indifferente. Il vero difetto è ignorarla, questa produzione...
Voto
9+