L’idea alla base della terraformazione di pianeti “morti” (allo scopo di renderli nuovamente abitabili) viene riproposta con una cadenza abbastanza regolare nel mondo videoludico. In particolar modo negli ultimi anni, complice probabilmente una crisi climatica che ha ispirato soprattutto titoli dal carattere strategico, esplorativo e da sparatutto. A questi tre insiemi maggiori si sommano poi una serie di progetti più piccoli, che non di rado si buttano nella commistione tra generi.
Oggi parleremo di Plan B: Terraform, che poggia le sue radici su una componente strategico/gestionale proposta, però, con una curva d’apprendimento assolutamente abbordabile. Almeno all’apparenza. Lo scopo del gioco realizzato dal team indie noto come Gaddy Games è quello di salvare la razza umana, ora in cerca di una nuova casa per via di una Terra ormai invivibile.
Il tutto attraverso un gameplay che intende offrire un’esperienza complessivamente calma e contemplativa, oltre che ancorata a logiche “realistiche” con uno sfondo persino educativo. Di seguito la nostra anteprima di Plan B: Terraform, che si basa sulla versione 0.6.5. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dallo stesso team di sviluppo, è disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam. Buona lettura.
UNA MISSIONE DIFFICILE
La Terra è ormai un ricordo, che tornerà alla memoria giusto con romanzi di “neo-scienza” dove si narrerà di tappeti volanti, macchine a vapore, persone affidabili e tanto altro. Nel frattempo i nostri nuovi e invisibili coloni discendono su un pianeta che viene generato proceduralmente ad ogni sessione. Ovviamente fattezze estetiche e caratteristiche base saranno sempre le stesse.
Mentre le disposizioni di risorse, catene montuose e altri piccoli particolari risulteranno nuovi a ogni partita. Obiettivo del giocatore in Plan B: Terraform sarà quello di aiutare i neo-cittadini a far sì che il sogno di una nuova casa diventi realtà, fronteggiando tutta una serie di difficoltà non dissimili da una colonizzazione marziana che pare, nella realtà, sempre meno improbabile.
Avviata la partita e creato il mondo di gioco il tutorial si occuperà di illustrare le varie funzioni, partendo da qualche spiegazione in merito a risorse e comandi di gioco. È importante considerare che Gaddy Games ha posto molta cura sulla componente “terraforming”, portando sui nostri schermi una simulazione globale (e in tempo reale) della temperatura, della vegetazione e di elementi quali l’acqua.
I primi passi ci vedranno impegnati a costruire alcuni estrattori di minerali ferrosi, che una volta accompagnati da piattaforme con droni raccoglitori, fabbriche e catene di montaggio daranno il via alla colonizzazione su larga scala.
UNA GESTIONE DOVEROSAMENTE ACCURATA
Plan B: Terraform si compone di elementi ridondanti ma consueti del genere simulativo, dove ogni azione dovrà essere ripetuta e orientata con precisione. Il primo approccio con i minerali e la fabbrica atta alla produzione di barre di ferro porterà il giocatore e i suoi coloni alla ricerca di zolfo con cui costruire l’ecocemento. Questo materiale non è inventato, ma è un reale risultato di esperimenti condotti da un gruppo di scienziati della Northwestern University in Illinois.
Si tratta di un composto di calcestruzzo trattato senz’acqua e combinato, dallo zolfo, a materie prime realmente disponibili sulla crosta planetaria. Appare quindi evidente lo studio sulle nuove tecnologie portato avanti da Gaddy Games. Come per Terra Invicta (qui la nostra anteprima), l’ambientazione è ancora una volta a sfondo fantascientifico, ma comunque con una certa attinenza al mondo reale. Mentre impareremo a estrarre alluminio (per poi lavorarlo in prodotti sempre più complessi), la nostra casa inizierà a farsi stretta.
Con i coloni che richiederanno prodotti e materiali sempre più avanzati nell’ottica di un’espansione lenta ma costante. Il fulcro su cui ruota tutta l’esperienza è la logistica, accompagnata da una sana pianificazione di linee di rifornimento ed efficaci “percorsi produttivi”. Il titolo si affida a una catena di produzione che a causa della natura limitata degli elementi ricavabili dall’ambiente costringerà il giocatore a un adattamento continuo.
Ecco quindi che barre di ferro ed ecocemento verranno lavorati per la produzione di “ecocemento-armato”, con cui si potranno edificare nuove strutture coloniali. Certo sarà tutto vano in assenza di ossigeno, poichè nessun essere umano potrebbe mai sopravvivere senza. Cruciale quindi risulterà l’affiancamento di estrattori di O2 a ogni catena di produzione, dove i materiali recuperati dall’atmosfera si tramuteranno in teche da trasportare presso i centri di rifornimento.
TERRAFORMAZIONE E QUALCHE INCERTEZZA
In un certo senso Plan B: Terraform è suddiviso da una serie di livelli con vari requisiti, che una volta soddisfatti sbloccheranno nuovi elementi, edifici e strategia. Questa scelta garantisce un buon senso di progressione, che maturerà ulteriormente non appena entreremo in contatto con la componente relativa alla terraformazione.
In quest’ottica l’intento di avere un pianeta rigoglioso passerà attraverso l’emissione nell’atmosfera di gas come fluorite e zolfo. L’aumento della temperatura atmosferica sarà visionabile attraverso un menu apposito, e dopo qualche anno potremo arrivare a piantare i primi alberi in un pianeta inizialmente inospitale. Più gradi significherà anche più acqua, che inizierà a sgorgare direttamente dalla terra e che potrà essere indirizzata con degli appositi muri di cemento.
A dirla tutto però, almeno per il momento, questi muri non sembrano funzionare al meglio. L’acqua infatti continuerà la sua inesorabile corsa senza intaccare o danneggiare l’insediamento, rimuovendo solo la vegetazione (una volta sommersa). Un altro fattore che non ci ha pienamente convinto riguarda il bilanciamento dei rifornimenti.
Se all’inizio la partita si rivela effettivamente tranquilla e pacifica, nelle fasi avanzate diventerà inesorabilmente iuna corsa contro il tempo, che non di rado si tramuterà in un frustrante stallo. Ciò è causato in primis dalla costante richiesta di risorse, in quantità e con un’urgenza così elevate da risultare irrealistiche. Il cibo prodotto infatti si baserà sugli scarti di materiale organico che verranno rilasciati, tuttavia, troppo lentamente rispetto alle necessità dell’insediamento.
VISTE SEMPLICI
Sul piano visivo Plan B: Terraform si presenta con una grafica low poly capace di donare un’atmosfera intrigante nella sua semplicità. Ogni edificio ha fattezze proprie, e sebbene le texture risultino prive di particolari dettagli il risultato rimane comunque soddisfacente.
Gli effetti invece sono limitati, a eccezione dello scorrere dell’acqua e delle nubi sollevate dai mezzi incaricati della raccolta di risorse. Piccoli problemi che speriamo possano essere risolti nel corso dell’accesso anticipato riguardano inoltre la costante compenetrazione tra rotaie, strade e mezzi di trasporto.
Oltre a un senso di “artificialità” che pervade l’intera produzione. Se alberi e altri elementi ci presentano un pianeta che si intende riportare alla vita, la totale mancanza di sprite relativi ai coloni si farà inevitabilmente sentire. Palazzi vuoti, mezzi che sembrano guidati in remoto…
La “vita” umana è più sottintesa che visibile, e lo stesso si può dire della fauna. Buona invece la colonna sonora, che si avvale di diverse tracce “ambientative” che ricordando quelle tipicamente usate per la meditazione si sposano bene con il contesto. Il numero di brani non è particolarmente elevato, ma non possiamo certo definirci insoddisfatti da questo punto di vista.
MOLTO PROMETTENTE
Il 2023 è partito piuttosto bene per quanto concerne il genere degli strategici, con diverse proposte di livello sia tra gli accessi anticipati che tra le release dirette. Plan B: Terraform è una produzione interessante che si pone come via di mezzo tra una simulazione complessa e una comunque adatta ai neofiti. Il ritmo (almeno inizialmente) blando lo rende adatto a sessioni brevi e rilassanti, ma la sensazione da “ancora qualche minuto e poi stacco” costantemente presente manifesta l’impegno, da parte di Gaddy Games, di offrire alla community un prodotto di qualità. Certo non mancano dei miglioramenti da apportare nel corso dell’accesso anticipato, ma le qualità che si possono intravedere già ora rimangono indubbie. Nel complesso, valutando quindi l’offerta, raccomandiamo il gioco a tutti gli appassionati di strategici con un focus sulla logistica.