Non molto tempo fa Zombie Cure Lab si è fatto largo in quel dello store di Valve, con una premessa sorprendente nella sua “rarità”. Un gioco di zombi dove lo scopo principale non sarà quello di eliminarli, bensì di curare la loro condizione restituendogli, di conseguenza, la propria umanità. Un intento lodevole e altruista come quello di Thera Bytes. Software house indipendente con sede a Monaco di Baviera che fa del “trasformare l’atto di giocare in salute” il proprio motto.
In collaborazione con l’università Hospital di Erlangen e con quella di Rostock, il team di sviluppo partecipa al programma “Docking Hero”. Il quale ha come fine ultimo quello di trovare, con il potere dei videogiochi, delle cure per molte malattie a oggi ancora incurabili. Su come ciò avvenga, vi rimandiamo al sito ufficiale del progetto. Torniamo invece al videogioco in questione, ovvero un interessante gestionale che mescola elementi survival e tower defense.
Ma andiamo nel dettaglio. Di seguito la nostra anteprima di Zombie Cure Lab. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Aerosoft, è disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam. Buona lettura.
NON STERMINARE, MA SALVARE
Nel mondo di Zombie Cure Lab, neanche a dirlo, la maggior parte della popolazione del pianeta è stata trasformata in zombi. Nascosta nelle terre selvagge del Canada però vi è un laboratorio di scienziati, miracolosamente scampato all’apocalisse. In esso si dedicano alla ricerca di una cura in grado di far tornare nuovamente umani i celebri non morti affamati di cervelli.
Il team di Thera Bytes ci permetterà di gestire proprio il suddetto laboratorio, dove raccogliendo varie risorse (nonchè tanti begli “esemplari”) dovremo realizzare questa cura miracolosa. Per prima cosa dovremo quindi erigere dalle fondamenta la nostra struttura di ricerca. Iniziando una nuova partita ci ritroveremo un manipolo di scienziati da mettere al lavoro, nonchè delle risorse di base.
Per progredire bisognerà sostanzialmente microgestire i sopracitati scienziati/lavoratori, che realizzeranno strutture e tecnologia via via più avanzate. L’aspetto più sorprendente della produzione riguarda invece la commistione col genere dei survival e dei tower defense. Esatto, come avrete intuito la nostra base potrà essere attaccata dagli zombi, dai quali dovremo difenderci a suon di mura e torrette congelanti. A differenza della (sostanzialmente) totalità di altri titoli che coinvolgono i non morti, qui la finalità non sarà quella di ucciderli, bensì di curarli.
Perciò gli zombi congelati potranno essere poi condotti all’interno del nostro laboratorio, dove inizieremo a curarli, uno step alla volta. Durante questo processo, pur non essendo ancora del tutto umani, essi riacquisteranno una piccola parte di umanità (e infatti non saranno ostili nei confronti degli scienziati). Tant’è che in questa fase gli zombi, denominati “humbie”, potranno essere sfruttati come lavoratori aggiuntivi alle nostre dipendenze. A patto però di riuscire a renderli felici, perchè in caso contrario potrebbero rivoltarsi contro di noi..
LA STRADA È QUELLA GIUSTA
Possiamo senz’altro affermare quanto le varie meccaniche siano ben integrate di loro. Nel mondo di Zombie Cure Lab dovremo raccogliere le risorse presenti nella mappa, per poi realizzare delle difese contro le invasioni di non morti. Il tutto nella maniera più veloce ed efficace possibile. In effetti bisognerà fare attenzione a bilanciare tanto il lato “difensivo” quanto quello economico, organizzando gli scienziati al meglio al fine di garantire delle buone scorte di beni.
Impedire agli zombi di mettere le mani sugli scienziati (che in tal caso diventeranno zombi a propria volta) sarà fondamentale. Ma d’altra parte anche concentrarsi sulla “cattura” dei non morti tramite le armi congelanti risulterà remunerativo, poichè rappresenterà il modo più veloce per rimpolpare la manodopera a suon di humbie. Poter trasformare gli aggressori in forza lavoro extra sarà particolarmente soddisfacente.
Allo stato attuale il gioco appare già piuttosto solido in termini di gameplay, con bug e glitch sorprendentemente ai minimi termini. Anche se ci sono diversi elementi che potrebbero migliorare nel corso dell’accesso anticipato. A partire dall’organizzazione dei “turni” dei lavoratori, umani e “meno umani”, che presenta qualche lacuna e non permette di sfruttare appieno il potenziale strategico e gestionale della produzione.
Inoltre non sarebbe male avere un tutorial un po’ più approfondito, visto che quello ora implementato istruisce giusto sulle basi… Di fatto però i giocatori poco avezzi al genere (o meglio, ai generi in questione) dovranno fallire un bel po’ di volte prima di capire come sfruttare al meglio quanto messo sul piatto dal team di Thera Bytes.
PROMETTENTE
A detta dello stesso team di Thera Bytes, il promettente Zombie Cure Lab ha dinanzi a sé almeno un anno di accesso anticipato. Un lungo periodo di tempo in cui la software house tedesca potrà arricchire e rifinire una produzione già notevolmente solida, allo stato attuale. Il mix tra gestionale, survival e tower defense infatti funziona meglio del previsto, offrendo inoltre un obiettivo alquanto singolare, relativo ai morti viventi. Cercare di curarli e renderli nuovamente umani invece di ucciderli sul posto non è da tutti. Perciò, tanto vale mettersi al lavoro.