Escludendo la foltissima appendice action, i giochi di ruolo non possono essere ridotti solamente a dadi e interpretazione. Visto che, soprattutto negli ultimi anni, hanno fatto capolino sul mercato diversi titoli che hanno cercato di unire alla componente ruolistica un’anima da deck builder. In alcuni casi quest’elemento è risultato preminente, in altri invece è stato limitato, a favore di contesti strategici.
Tra titoli di questa categoria possiamo trovare il recente Sigil of the Magi. Progetto di matrice indipendente portato avanti dallo studio Yongjustyong, composto da un unico sviluppatore con base a Singapore. Andiamo quindi a scoprire la produzione in questa nostra anteprima, che si basa sulla versione 0.0.4. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da The Iterative Collective, è disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam. Buona lettura.
VIA LA TRAMA, TUTTO GAMEPLAY
Che si tratti di un’anteprima o di una recensione, è pratica comune quella di anticipare dettagli sulla trama andando ad analizzare la componente narrativa di un prodotto. Sigil of the Magi “rompe” questo schema, offrendo in tutto e per tutto un’avventura sullo stile dei giochi da tavolo, comprensiva di elementi ruolistici sotto una struttura da deck builder.
Ogni partita comincerà con la scelta del party, che almeno all’inizio sarà forzatamente composto da un guerriero, un mago e un arciere. Non potremo personalizzarne l’aspetto esteriore, le abilità o qualsivoglia talento poichè la progressione sarà scandita dall’esplorazione della mappa e da ciò che troveremo lungo la strada. Nel corso del gioco il nostro party composto da tre eroi si muoverà lungo uno dei tre sentieri predisposti.
Le diramazioni e la tipologia di incontri che faremo durante la partita saranno casuali, ma comunque riassumibili in tre segmenti. Incontro pacifico con npc per l’acquisto di carte o artefatti in grado di potenziare il party, combattimenti (di cui parleremo più avanti ndr) e infine npc che, dietro pagamento, potranno garantire bonus o la possibilità di non incorrere in malus.
In pieno stile roguelike ogni nuova partita sarà diversa da quella precedente. Comprese le classi di personaggi che sarà possibile avere nel party, a patto di averle sbloccate dopo un certo numero di partite. Non mancheranno forzieri da aprire e trappole da scoprire, ma nel complesso il titolo risulta piuttosto lineare. Anche perchè al momento il numero di contenuti complessivo è abbastanza esiguo, al netto di margini di miglioramento veramente considerevoli.
CARTA, SPADA, ARCO E STAFFA
Veniamo ora al combat system di Sigil of the Magi, che prevede una robusta meccanica da deck builder unita a una scacchiera, con movimento tattico delle unità. Ogni scenario di combattimento sarà composto da turni, che sanciranno il passaggio dai nostri eroi a mostri o guerrieri nemici. In ciascun turno il limite di azioni possibili sarà imposto dalla quantità di mana disponibile, che almeno nelle prime fasi sarà fissato a quattro punti.
Una volta pescato un determinato numero di carte dal nostro grimorio potremo decidere se rimuovere uno o più personaggi riducendo il danno apportato, o iniziare a giocare con ciò che avremo in mano. Oltre alla fase offensiva (che gestiremo in base alle carte a nostra disposizione) avremo la possibilità di potenziare la difesa di uno o più personaggi.
In questo modo sarà possibile impedire o almeno limitare la possibile perdita di punti ferita. Il mazzo iniziale non sarà mai lo stesso, e allo scadere del turno dovremo scartare quanto in nostro possesso nel cimitero, acquisendo poi una mano tutta nuova. Il titolo di Yongjustyong prevede inoltre una distinzione di classe, anche per quel che riguarda il grimorio. Infatti ci saranno colori ordinari per il guerriero (grigio), il mago (blu) e l’arciere (verde).
Al termine delle battaglie il consueto loot ingrasserà le nostre casse con oro sonante e una nuova carta, che potrà essere aggiunta al grimorio. Progredendo nell’esplorazione la difficoltà inizierà ad aumentare costantemente, perciò una corretta strategia sullo sviluppo del mazzo si rivelerà determinante. Le carte potranno essere potenziate anche pagando per un servizio specifico, o rinunciando al riposo e al recupero di punti ferita da parte dei nostri eroi.
MAPPA E STRATEGIA
Sigil of the Magi è un titolo che vuole suscitare simpatia, ma alla prova dei fatti risulta alquanto punitivo. Perciò consigliamo di non prenderlo troppo alla leggera. L’IA nemica non perderà occasione nel farci pagare a caro prezzo un errore di posizionamento o il mancato utilizzo di una carta. Senza contare che la morte anche solo di un singolo eroe potrà rivelarsi pericolosa non solo per il livello in corso, ma anche per le esplorazioni successive. Questo poichè alla caduta di un eroe perderemo accesso a quella “parte” di mazzo.
Per esempio, la perdita del guerriero porterà a usare due o massimo tre carte per l’arciere e il mago, nonostante si continui a pescare una normale mano da cinque. In combattimento, con pochi nemici, potremo gestire tale situazione. Ma in caso di superiorità numerica nemica schiacciante, il game over sarà sempre dietro l’angolo. Le mappe sono composte da griglie quadrate 6×8, con una dimensione che a nostro avviso è anche troppo esigua.
Certo quasi ogni mappa presenta punti strategici per il recupero di mana o per aumentare la difesa dell’unità che li occupa, ma sono quasi escluse tutte le tattiche in stile “mordi e fuggi”. Passati i primi due o al massimo tre turni, i combattimenti diventeranno inevitabili. Tentare di arretrare il mago (in quanto meno resistente ai danni) si tradurrà purtroppo in meno danni arrecati a nemici che, diversamente, si sarebbero potuti eliminare più rapidamente.
Sul piano tecnico in particolare occorre tenere a mente che si tratta di un progetto realizzato e portato avanti da una sola persona. Ma nonostante questo alla grafica in stile pixel art umile ma graziosa si alterna comunque musiche semplici, che riescono a trasmettere un senso di avventura. Gli effetti e le animazioni si attestano sulla sufficienza, ma è chiaro che il fulcro dell’esperienza si annida nel gameplay.
PROMESSA DA MANTENERE
Sigil of the Magi è un interessante deck builder a sfondo tattico e strategico. Avendo testato la versione 0.0.4 è più che comprensibile constatare un gameplay ancora, tutto sommato, privo di diversi elementi fondamentali per un titolo sui generis. Uno su tutti è una trama, che al momento manca del tutto. Gli eventi casuali e qualche sparuto dialogo offrono sì una visione di fondo. Ma si tratta comunque di una componente che andrà sviluppata, così da poter fornire ai giocatori un obiettivo da raggiungere. Stesso discorso per il numero di carte, che andrà necessariamente arricchito per una maggiore varietà. Ludicamente il gioco offre sia un buon grado di sfida che una componente strategica importante, che verterà sulle scelte del giocatore sia per i movimenti che per la gestione del grimorio. Con l’inserimento di una robusta componente narrativa e una maggiore varietà di carte ed eroi, il progetto di Yongjustyong potrebbe diventare un punto di riferimento per gli appassionati del genere.