Le basi degli sparatutto vecchio stampo sono da sempre custodite nei cuori dei videogiocatori “iniziati”, che hanno avuto il proprio battesimo del fuoco nell’epoca di pietre miliari quali Doom e Quake. Una truculenta eredità di massacri che, ancora oggi, viene spesso presa come fonte d’ispirazione da grandi e piccoli sviluppatori. Di questi ultimi fa certamente parte Apptivus, una piccola software house indipendente che, come recita sul suo sito, si dedica da anni alla creazione di giocattoli e software. Recentemente ha deciso di lanciarsi anche nel mondo dei videogiochi, dando vita a Impaler.
Veramente pochi saranno gli euro necessari per “portarsi a casa” (a partire da martedì 6 dicembre ndr) questo fps arena-shooter Doomlike. Marchiato da alcune piacevoli caratteristiche, come per esempio delle meccaniche da roguelike. In generale avremo quindi una modesta ma divertente esperienza rivolta ai nostalgici dei bei vecchi tempi. Accendete la tv a tubo catodico e venire con noi a scoprire Impaler in questa recensione. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Retrovibe, sarà disponibile tra qualche giorno su Pc, via Steam. Buona lettura.
C’ERA UNA VOLTA UN PENTACOLO…
Impaler suggerisce già dal nome quella che sarà la nostra principale attività. Una singola e fissa arena dal minimale stile simil-cattedrale ci circonderà. Pochi secondi di tutorial, un’arma pronta per noi e una marea di demoni pronti ad attenderci, in un totale di 11 sanguinose ondate. Queste ultime comprese di una boss fight finale, a nostro avviso però alquanto dimenticabile a causa della sua innata semplicità.
Il meglio del divertimento (e della difficoltà) lo troveremo invece nella crescente presenza nemica attraverso dieci round. La nostra arma secondaria sarà il principale elemento caratteristico del titolo. Parliamo infatti di uno strumento capace di far schizzare dal pavimento degli spuntoni verticali. Ribattezzata “impalatrice”, quest’arma sarà in grado di danneggiare e/o infilzare sul posto quasi ogni demone. In alternativa sarà anche possibile puntare l’arma sui nostri piedi, così da poter darci uno slancio aereo.
Un’altra caratteristica insita in Impaler è non a caso la verticalità. Lanciarsi in aria infatti non sarà solo utile per evitare pericolosi accerchiamenti. Ma si confermerà anche una potente mossa offensiva. Una caduta da sufficiente altezza ci farà “schiantare”, danneggiando l’area e i nemici circostanti, e sparando al contempo acuminati paletti di legno di fronte a noi. Inoltre ogni nemico impalato rilascerà della salute. E ciò varrà sia per gli spuntoni emersi dal suolo che da quelli espulsi all’atterraggio.
I nemici uccisi faranno cadere delle monete, utili per acquistare un potenziamento casuale a scelta a ogni fine round. Essi miglioreranno le nostre skill, i nostri movimenti e talvolta aggiorneranno le nostre armi. Il lato roguelike del titolo di Apptivus si noterà invece negli upgrade che, una volta sbloccati, si aggiungeranno alla “collezione”. Questi, inizialmente scelti “al buio”, saranno distinguibili solo una volta acquistati, permettendoci di sceglierli nelle partite successive.
MONETE INSANGUINATE
Il gunplay di Impaler sarà piuttosto semplice da dominare, con due tasti per sparare e uno per saltare. Semplice ed efficace certo, ma ciò non toglie l’importanza di avere una buona capacità negli sparatutto. A differenza di altri roguelike, oltretutto, non sarà necessario “morire” per proseguire. L’endgame infatti sarà raggiungibile anche alla prima partita in assoluto. Ciò detto per sbloccare le varie armi sarà comunque necessario fare delle altre run dall’inizio.
A ogni inizio round l’arena si riempirà di ostacoli. Tutti rigorosamente distruttibili, essi potranno anche fungere da ripari, che tuttavia finiranno anche per “sporcare” le nostre linee di tiro. I nemici, per quanto su schermo abbiano un ottimo impatto a livello visivo, saranno tendenzialmente poco vari. Saltellanti con attacchi corpo a corpo e armati, o anche in grado di sparare a distanza. Nulla di particolarmente ispirato da questo punto di vista, salvo gli inquietanti testoni in marmo.
Gli elementi roguelike di Impaler purtroppo non abbondano, con livelli fin troppo impostati a ogni riavvio. Le sole variazioni visibili saranno riscontrabili su alcune skin nemiche e sul colore e la luminosità dell’arena. A seconda dell’arma imbracciata, vedremo delle tonalità diverse per livello. Nulla di particolarmente esaltante una volta compreso che si tratterà di una semplice illuminazione RGB, oltretutto abbastanza passabile. Peccato, viste le enormi finestre prive di spiragli di luce.
I movimenti invece risulteranno precisi e solo leggermente “scivolosi”. Il giusto per questo tipo di giochi con sagome mobili, per così dire. Le armi funzioneranno senza munizioni, ma dovremo comunque tenere d’occhio la barra del surriscaldamento che, se riempita, fermerà l’azione per pochi secondi. Scambiando i fucili con l’arma impalatrice invece, sarà un continuo massacro senza tempi di ricarica. Divertente e leggero, con un buon livello di sfida.
NESSUN SUPERSTITE
Sul fronte visivo Impaler presenta un’ottima resa. Elementi canonici da videogiochi anni ’90 si fondono con piccoli dettagli tridimensionali. Il tutto su uno sfondo leggermente pixellato, piacevole alla vista e ricco di dettagli. Magnifici per esempio gli spuntoni, che gronderanno sangue dopo aver impalato un nemico. I mostri invece reagiranno ai colpi ricevuti. Gli elementi di gioco inoltre si danneggeranno visivamente prima di frantumarsi, e le bocche da fuoco “arrossiranno” col calore.
Il sonoro, anch’esso ben riuscito, si lascia cavalcare. Avremo infatti un sottofondo musicale a metà fra rock anni ’90 e un tema in stile Castlevania. Anche gli effetti audio restituiscono un piacevole riscontro, soprattutto durante il bullet time. Molto “croccanti” infine le uccisioni per impalamento, e davvero gustose le esplosioni di budella con colpi ravvicinati o esplosivi. A suggellare il tutto, non abbiamo riscontrato alcun problema tecnico.
L’unico aspetto migliorabile in Impaler è sicuramente la longevità. E’ vero che parliamo di un gioco che al lancio verrà venduto a circa 3 dollari, ma solitamente i titoli roguelike tendono a “vivere più a lungo” rispetto ad altri. Complice la raccolta e il completamento di vari elementi, che possono incoraggiare l’inizio di partite sempre nuove. Qui invece avremo purtroppo ben poche ragioni per ricominciare, specie dopo aver sbloccato e provato tutte le armi.
Infatti non vi sono altre modalità né alcuna sfida extra. Si tratta, potremmo dire, di un roguelike “minore” a strada chiusa, che allo stato attuale potrà intrattenere giusto qualche ora. I cacciatori di trofei invece dovranno avere un po’ più di pazienza. Per sbloccare tutti i power-up servirà costanza, visto che alcuni di essi risulteranno più rari di altri da far apparire, complice anche la scelta iniziale dell’arma. In generale avremo quindi un sanguinoso passatempo, ottimo per un pomeriggio di pioggia.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Possiamo definire Impaler un roguelike “minore” a tutti gli effetti. I progressi ottenuti giocando infatti riguarderanno solo gli upgrade ottenuti, che diventeranno disponibili nelle partite successive. Ma nulla di più. Il titolo d’esordio di Apptivus resta però un apprezzabile passatempo, ben realizzato e tecnicamente privo di difetti. Una colonna sonora da sala giochi e tante sagome mostruose da far esplodere in un gunplay divertente valgono indubbiamente il (modestissimo) prezzo del biglietto. Certo sarebbe stato apprezzato qualche sforzo in più sul fronte illuminazione, relegato a semplice “filtro arcobaleno” tra un livello e l’altro. E anche una boss fight più avvincente non avrebbe guastato. Come, in generale, una longevità maggiore che rappresenta (tipicamente) un caposaldo del mondo dei roguelike.