Mount & Blade 2: Bannerlord, recensione Pc
Dopo due anni di accesso anticipato torniamo nelle lande di Calradia a vedere la versione finale dell'opera di Taleworlds Entertainment
Ad aprile 2020 il nostro vicedirettore Davide Viarengo ci ha deliziato con la gustosa anteprima di Mount & Blade 2: Bannerlord. Sequel/prequel di uno dei giochi di ruolo più ambiziosi (e supportati dalla community) di sempre, ovvero Mount & Blade: Warband. Ed eccoci qui, a 12 anni dalla release di quest’ultimo, a contemplare la versione finale di questo attesissimo sequel. Come sempre realizzato da Taleworlds Entertainment, software house indie con sede in Turchia che nel corso del tempo ha fatto le cose sempre più in grande.
In questi due anni di accesso anticipato gli aggiornamenti si sono susseguiti con una certa regolarità, pur con qualche problematica relativa alla community di modders. Oltre a una figura non certo edificante causata dall’aumento del prezzo d’acquisto durante quella stessa fase. Schermaglie e dissapori a cui il team di sviluppo ha comunque cercato di porre rimedio, vista e considerata l’importanza del franchise. Basti pensare che il giorno del debutto in accesso anticipato di Mount & Blade 2: Bannerlord i server di Steam andarono in crash.
Incapaci di gestire l’altissimo volume di accessi. Ora però il gioco è pronto a dare il meglio di sé nella sua versione definitiva, finalmente disponibile anche per i giocatori su console. Di seguito la nostra recensione della versione Pc di Mount & Blade 2: Bannerlord. Ricordiamo che il gioco, pubblicato dagli stessi sviluppatori, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
CONTESTO QUASI STORICO
Parlare di Mount & Blade 2: Bannerlord e in generale della serie Mount & Blade senza usare la parola mod è veramente difficile. Nonostante un legame quanto mai indissolubile, il gioco proposto da Taleworlds Entertainment offre agli astanti un mondo di carattere spiccatamente medievale. Il continente dove si svolgono le vicende della narrazione è sempre Calradia. Terra inventata di sana pianta che ospita popolazioni ed etnie realmente esistite (seppur con un nome di fantasia).
Vichinghi, celti, mongoli, arabi, normanni e persino bizantini. Non mancano ispirazioni al tardo Impero Romano, in quest’occasione denominato Impero Calradico. Alla fine di tutto e alla base di una piramide quantomai scoscesa ci saremo noi. Un signor nessuno che andremo a creare tramite un editor invero profondo e sfaccettato. D’altra parte quando parliamo di simulazione ruolistica ambiziosa non lo facciamo senza motivo. Infatti ci troviamo dinanzi a un vero e proprio simulatore di vita in epoca medievale.
Questo implica aspetti positivi e negativi, oltre che una curva d’apprendimento importante ma comunque non insormontabile. I giocatori navigati noteranno certamente gli sforzi della software house turca nel venire incontro ad un’utenza più casual. Ovvio compromesso al fine di rendere fruibile cotanto testo e materiale a giocatori più avvezzi ad altri generi, più e meno moderni.
A livello narrativo la storia inizia circa duecento anni prima di Warband Pertanto questo capitolo è da considerarsi come un sequel di fatto, ma un prequel nella forma. La campagna è lunga e discretamente impegnativa, e risulta davvero utile in quanto comprende il tutorial. Suggeriamo di iniziare le scorribande da lì prima di tuffarci nella golosa offerta principale, cioè la modalità sandbox. Abbiamo poi le consuete schermaglie e le note sessioni in multiplayer, dove potremo abbattere altri giocatori fingendoci il Gengis Khan di turno.
EROE PER CASO CERCASI
L’editor di Mount & Blade 2: Bannerlord risulta discretamente vario, offrendo ampie possibilità di personalizzazione estetica e ruolistica. Quest’ultimo fattore consta anche di attributi e abilità che si renderanno disponibili a seconda della “genesi” del nostro alter-ego. Un ragazzo partito come contadino difficilmente potrà maneggiare con successo uno spadone a due mani, men che meno parlare come un erudito.
Il concetto è interessante e la sua implementazione risulta coerente sia con le meccaniche che con l’ambientazione. Quest’ampia possibilità di personalizzazione richiede dunque un minimo di attenzione, almeno nelle fasi iniziali. Una volta impugnata la prima arma inizieremo ad esplorare le terre e prenderemo parte alle prime esperienze. Dove nel contempo potremo affinare la build dei nostri sogni.
Abbiamo quindi un’evoluzione, scandita prima da una fase di creazione e successivamente dall’avventura vera e propria. E’ inoltre importante considerare che le nostre gesta non si compiranno da sole, e ciò varrà per tutte le modalità. Pur presentando molti elementi tipici del gioco di ruolo, quello di Taleworld Entertainment è prima di tutto un sandbox. Ne consegue che uno dei primi compiti da assolvere sarà quello di mettere insieme una compagnia di valorosi uomini d’arme.
Reclutati i primi soldati e completando missioni, inizieremo a liberare villaggi dai banditi, a vincere schermaglie contro vari nemici o persino a saccheggiare la roccaforte di una fazione avversa. Ogni vittoria e missione completata garantirà oro, reputazione e ulteriori ingressi nei nostri ranghi. Magari persino una donna (o un uomo, a seconda del sesso del nostro personaggio). Infatti vi sarà anche la possibilità di arrivare al matrimonio e di governare su una terra tutta nostra. Cosa che potrà avvenire sia da coniugati che da “single” a capo di eserciti.
ECLETTICO E AVVINCENTE
Mount & Blade 2: Bannerlord offre ampia libertà e una curva d’apprendimento scalabile. Il versante strategico a carattere “builder” ci permetterà di creare il nostro regno personale. Avviando attività, espandendo i nostri possedimento e persino creando prodotti. Chi cerca qualcosa di meno impegnato potrà sempre limitarsi a vagare per il mondo di gioco combattendo e saccheggiando. E’ però implicito il fatto che essere il nemico di molti o di tutti ci renderà la vita decisamente difficile.
L’interfaccia di gioco risulta minimale e ben integrata nella struttura del gameplay. Si tratta indubbiamente di un fattore decisivo per quasi tutti gli strategici, mentre in produzioni di questo tipo è persino più importante. Per il resto non dovremo aspettare molto prima di trovarci a combattere in assedi con qualche migliaio di soldati. Ed è in questi casi che l’interfaccia ricoprirà un ruolo da co-protagonista. Che siano assedi o singolar tenzoni, c’è poi il sistema di combattimento che esattamente come il predecessore, Warband, sarà “direzionale”.
A seconda del movimento potremo quindi menar fendenti, montanti, rimbocchi, sgualembri ecc. Il tutto affidato a un pad o all’affiatata coppia mouse+tastiera, di cui ci avvarremo anche per la componente difensiva. Parlando di dotazioni, il titolo offre una varietà di equipaggiamenti invidiabile. Difendersi con una spada singola sarà più difficile rispetto al più elementare degli scudi. Mentre in fase offensiva, in sella a un destriero, la picca si rivelerà molto più utile di un’ascia.
In generale avremo l’imbarazzo della scelta tra spade a una e due mani, mazze, picche, asce ecc. Senza dimenticare armi a distanza quali archi, balestre, coltelli e giavellotti. Il combattimento a cavallo è piuttosto ostico nei controlli, ma tanto micidiale in campo aperto quanto evitabilissimo in spazi ristretti. Nel complesso però quello che eccelle è la libertà offerta al giocatore, dentro e fuori dalle battaglie.
ORO CHE NON LUCCICA
Mount & Blade 2: Bannerlord è sicuramente un buon prodotto, ma non è esente da difetti. Ci sono infatti diverse sbavature sulle quali il team di sviluppo dovrà porre rimedio. L’IA alterna alti e bassi, sia per quanto concerne i combattimenti sia nella gestione delle fazioni. Le dimensioni della mappa di gioco sono veramente generose, con carovane di mercanti, bande di ladri, gruppi di guerrieri e condadini che girovagano tra i vari insediamenti.
Bello da vedere ma con un problema: il tutto risulta fine a se stesso. Non esiste infatti una vera e propria simulazione comprensiva di rifornimenti e vettovaglie. La struttura di gioco ha come unico fine quello di ingolosire il giocatore favorendone la crescita. Egosoft e la serie X (almeno fino a X3 Alpion Prelude) hanno mostrato bene quanto sia appagante una simulazione comprensiva di elementi a carattere economico.
Oltre a missioni proposte da fazioni a noi avverse e pertanto inaccessibili, c’è anche il problema relativo alla fase “builder”. Che soprattutto rispetto al passato risulta meno approfondita e in un certo senso superficiale. In gioco infatti ci sono edifici da costruire ed editti da promulgare, ma capita di trovarsi con elementi privi di un reale impatto sul gameplay. Tutti fattori di cui speriamo la software house turca possa tenere conto nelle future patch. Per quanto riguarda invece il lato modding, la questione è decisamente più complicata.
Troveremo infatti un gran numero di mod funzionanti e di buona qualità, ma ben poche total conversion. Il problema risale a un cambiamento di codice che ancora oggi risulta invariato. Importanti gruppi di modders hanno non a caso invitato Taleworlds Entertainment a tornare sui propri passi. Auspichiamo dunque la ricerca di un punto d’incontro fra le parti. Perdere eventuali sequel di celebri total conversion come “The Last Days of the Third Age of Middle-earth” sarebbe un peccato.
OCCHI APERTI, ORECCHIE TESE
A livello prettamente tecnico, Mount & Blade 2: Bannerlord costituisce un netto passo avanti rispetto alle iterazioni precedenti. Il dettaglio non farà gridare al miracolo gli amanti del fotorealismo, ma a nostro avviso risulta comunque appagante. In special modo vanno considerati i modelli e le texture di buon livello.
Assieme ad animazioni congrue e a un engine capace di gestire su schermo migliaia di uomini ed elementi artificiali, quali mura e alberi. Parliamo di un numero esorbitante di variabili che sorprendentemente funzionano, sebbene i famigerati bug e glitch siano comunque presenti.
In generale quelli offerti da Taleworlds Entertainment sono contenuti fruibili anche da macchine (nel caso di Pc) non proprio di prima fascia. A patto, ovviamente, di alcuni compromessi a livello grafico. Il multiplayer invece al momento risulta abbastanza claudicante, e alterna errori di rete a vere e proprie cadute di server.
Buona la componente audio, capace di distinguersi in base alle situazioni a schermo, oltre che discretamente varia. Chiudiamo segnalando la graditissima aggiunta (in concomitanza con l’uscita dall’accesso anticipato) della localizzazione in italiano. Almeno in termini di sottotitoli.
DA AVERE SENZA RISERVE
Mount & Blade 2: Bannerlord è un simulatore medievale ricco e sfaccettato. Un titolo rivolto a un pubblico più ampio rispetto ai capitoli precedenti, cosa che in un certo senso gli ha impedito di diventare veramente epico. Tecnicamente parlando i passi in avanti rispetto al passato sono tangibili, e rendono la produzione al passo coi tempi. Gli elementi a disposizione del giocatore sono così tanti che i novizi non potranno fare a meno di sentirsi spiazzati.
L’ambientazione è interessante ma poco approfondita, risultando a conti fatti un elemento puramente decorativo con un impatto minimo sul gameplay. Per il resto quella di Taleworlds Entertainment è una partita senza altri concorrenti in campo. Ad oggi non ci sono altri titoli capaci di offrire un’esperienza simile. Per chi saprà raccogliere la sfida, questo gioco di ruolo sandbox darà grandissime soddisfazioni. Rimane però la speranza che la software house turca possa migliorare la propria golosa portata, modding compreso.
Pregi
Tantissimi contenuti. Ampie possibilità di personalizzazione estetica e ruolistica. Netto passo in avanti a livello tecnico rispetto ai predecessori. Longevità potenziale molto elevata.
Difetti
Esperienza più accessibile ma anche meno profonda. Interazione tra personaggio e npc superficiale. Qualcosa da rivedere a livello tecnico comunque c'è.
Voto
8