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No Place for Bravery, recensione Pc

Uno pseudo God of War isometrico e bidimensionale? Scopriamolo

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Quando di mezzo ci sono i figli, non c’è paura che tenga. E anche il protagonista di No Place for Bravery, il guerriero Thorn, ne è ben consapevole. Difatti dovrà intraprendere un viaggio per salvare la figlia scomparsa (o per meglio dire, rapita), e nel frattempo scoprirà di più sia sul suo passato che sul mondo che ora lo circonda. Come dite? E’ qualcosa di già sentito?

Molto probabilmente sì. Ma come ci tiene a specificare Glitch Factory, studio indipendente brasiliano per cui questo rappresenta il titolo d’esordio, vi è comunque l’intenzione di offrire una chiave di lettura diversa del solito. Saranno riusciti a proporla? Scopriamolo in questa recensione della versione Pc di No Place for Bravery. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Ysbryd Games, è disponibile anche su Switch. Buona lettura.

UN PASSATO CHE TORMENTA IL PRESENTE

Come intuibile, in No Place for Bravery vestiremo i panni di Thorn, guerriero in pensione ora proprietario di una taverna e con un passato difficile alle proprie spalle. Sul suo cuore grava infatti il rapimento di sua figlia Leaf, avvenuto dieci anni prima per mano di uno stregone misterioso. Una speranza, quella di ritrovarla, mai spenta del tutto.

E che un giorno si riaccende grazie a un suo vecchio commilitone, che va a trovarlo e lo aggiorna su quanto sta accadendo nel mondo. Quello di Dewr, ormai al collasso a causa delle incursioni sempre più frequenti di mostri sanguinari. La gente è ormai rassegnata, ma non Thorn. Che dunque decide di partire al fianco di suo figlio (acquisito), in un’avventura piena di insidie…

No Place for Bravery

L’intento da parte di Glitch Factory di offrire qualcosa di diverso è dichiarato. Perchè per quanto si tratti di un incipit per nulla così originale, vi è l’intenzione di esplorare tematiche importanti. Gli obblighi dei genitori verso i figli e le conseguenze delle proprie azioni, le figure paterne forti e via discorrendo. Tanti buoni propositi narrativi, che tuttavia non riescono a concretizzarsi. Nel corso del gioco, per esempio, a Thorn verrà chiesto più volte di prendere decisioni che, tuttavia, finiranno con il dipingerlo sempre e comunque come uno psicopatico.

Non esattamente la figura genitoriale ideale, che su proposta dei compagni di viaggio che incontrerà lungo il suo cammino potrà persino scegliere di lasciarsi alle spalle i propri fantasmi. Abbandonando dunque la ricerca della figlia, Leaf. Un tentativo maldestro di aggiungere profondità a una narrazione che, complici le scelte che vengono offerte, rimane comunque fallace. Thorn stesso avrà la facoltà di reagire agli avvenimenti in soli due modi, nel complesso. Passivamente oppure scatenandosi in un vera e propria furia omicida.

ESSERE TUTTO E NON ESSERE NULLA

No Place for Bravery

In termini di genere, No Place for Bravery si propone come un “action rpg top-down”, che per alcune meccaniche si ispira ai Souls ma ancor di più a Sekiro: Shadows Die Twice (qui la nostra recensione). Tuttavia, come stiamo per scoprire, la realtà dei fatti è un po’ diversa. Innanzitutto di ruolistico c’è veramente molto poco; nessun potenziamento, ma giusto due nuove armi con relative mosse da sbloccare.

Anche gli scenari, seppur assai affascinanti, si susseguono in maniera lineare annullando in partenza qualunque velleità esplorativa. Persino quello che dovrebbe essere il piatto forte, cioè il sistema di combattimento, denota alla base delle scelte di design alquanto discutibili. Il perchè è presto detto. Gli scontri con i nemici saranno frenetici, e oltre a poter effettuare degli attacchi Thorn sarà sia in grado di difendersi con lo scudo sia di effettuare i tradizionali “parry”.

No Place for Bravery

Specialmente in Sekiro, titolo a cui i ragazzi di Glitch Factory hanno dichiarato di essersi fermamente ispirati, il “senso” dei parry sta nel lasciare scoperti gli avversari, così da poter mettere a segno dei colpi mortali. Peccato che qui invece i mostri risulteranno storditi appena un istante… Potremo sfruttare l’occasione per fare qualche danno extra, ma di fatto la meccanica stessa alla base dei parry risulterà privata del suo significato standard.

Come se non bastasse, dai Souls è stata pure trapiantata la barra della resistenza (che in Sekiro mancava per un motivo), che si svuoterà fin troppo facilmente parando i colpi avversari. Il risultato è paradossale, con le due meccaniche che a conti fatti andranno a ostacolarsi a vicenda. Spesso e volentieri ci è capitato di effettuare parry salvo poi non avere stamina sufficiente per effettuare un contrattacco. Come se non bastasse, azzeccare il “tempismo” dei suddetti sarà veramente un’impresa.

BELLO DA VEDERE, MA DA GIOCARE..

No Place for Bravery

Quello che doveva essere il punto di forza si rivela, dunque, il tallone d’achille di No Place for Bravery. Dove anche Thorn stesso dà prova in prima persona di quanto sia frustrante il combattimento. Il fatto che utilizzi uno scudo lascia automaticamente supporre che per attaccare venga impiegata una spada a una mano. Invece non è così, visto che il nostro alter-ego si servirà di uno spadone a due mani per abbattere i nemici. Tutto ciò si traduce in un’animazione alquanto singolare che, di fatto, ci renderà assai difficile capire quando ci stiamo effettivamente proteggendo.

Di conseguenza effettuare correttamente i parry risulterà ancora più difficoltoso (per quanto, alla fine, farli convenga ben poco). Altra discutibile possibilità da parte di Thorn è quella relativa all’esecuzione dei nemici. Una volta ridotti in fin di vita, potremo eseguire una sanguinosa esecuzione del nostro avversario di turno. “Potremo” tuttavia non è la parola giusta, visto che tali esecuzioni dovranno essere necessariamente eseguite per portare veramente a compimento un’uccisione. Tutto bello se non fosse che, nel farle, saremo esposti ad altri attacchi. E potete immaginare cosa implichi quanto appena detto in uno scontro multiplo…

No Place for Bravery

Il punto di forza del titolo di Glitch Factory è certamente l’art design. La pixel art con cui gli scenari di Dewr sono stati realizzati lascerà veramente di stucco. Nel corso del nostro viaggio avremo l’occasione di ammirare i paesaggi “in decomposizione” del mondo di gioco da ottime prospettive panoramiche. Anche il design dei personaggi risulta accattivante, tanto durante l’esplorazione e il combattimento quanto negli intermezzi.

Stessa cosa per la colonna sonora, che risulta all’altezza della situazione contribuendo a creare atmosfera in un mondo in rovina quale è quello di Dewr. Peccato che non si possa dire ugualmente circa il comparto audio, dove abbia notato frequentemente la mancata sincronizzazione tra i suoni e le relative azioni. Per esempio il suono derivante da un colpo ricevuto sul nostro scudo, che sentiremo un attimo prima di ricevere effettivamente il colpo. Fattore, anche questo, che renderà più difficoltoso eseguire i parry…

No Place for Bravery

SCONSIGLIATO

No Place for Bravery è il titolo d’esordio di uno studio brasiliano, Glitch Factory, che ha provato a mettere in campo diverse idee con le migliori intenzioni… Il risultato tuttavia è nel complesso deludente. E no, alla base non vi sono tanto problematiche risolvibili con delle fin troppo classiche patch post-lancio. Bensì delle scelte di design che definire discutibili sarebbe un eufemismo. Una buona storia e della bella pixel art accompagnata da gradevole musica non bastano a controbilanciare tutto il resto. Sarà per la prossima.

Pregi

La pixel art che anima il mondo di Dewr è veramente affascinante, oltre che ben valorizzata dagli scenari. La colonna sonora accompagna degnamente l'intrigante storia del guerriero Thorn...

Difetti

... Che però appare molto meno profonda e complessa di quanto vorrebbe. Nessun elemento ruolistico degno di nota. Il combattimento, risultato della sintesi di meccaniche derivative che però si ostacolano a vicenda, è veramente frustrante. Imperfezioni tecniche a seguire.

Voto

5,5

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