Nel “giovane” scenario di titoli VR attualmente presente sul mercato possiamo già trovare materiale adatto a ogni tipo di palato. Questo nonostante si tratti ancora di una tecnologia dal potenziale largamente inespresso, e per giunta non così diffusa tra i videogiocatori, a causa dei costi delle relative periferiche. Ciò detto vi sono comunque molti sviluppatori indipendenti che si esprimono in quest’ambiente, magari con la speranza di cavalcare l’onda del successo di titoli più famosi. Proponendo, possibilmente, qualcosa di alternativo.
Ed è qui che si presenta God of Riffs, un rhythm game nel quale dovremo fare a pezzi mostri a suon di musica, colpendoli proprio come se fossero note musicali. Dietro allo sviluppo troviamo Boss Music Games, uno studio indipendente con sede a Perth, in Australia, che recentemente ha rilasciato la versione 1.0 del proprio progetto, che precedentemente si trovava in accesso anticipato. Di seguito la nostra recensione di God of Riffs. Vi ricordiamo che il gioco, pubblicato da VYERSOFT Corp., è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Ed è compatibile con Valve Index (quello da noi adoperato), Oculus Rift e HTC Vive. Buona lettura.
GUERRIERI DEL ROCK
Non possiamo negare di aver pensato subito a Guitar Hero: Warriors of Rock alla prima visione di God of Riffs. Cover metal, gioco ritmico, divinità rockeggianti e note musicali “vestite” da scheletri saranno il fulcro di questa esperienza VR. Proprio come in altri titoli sui generis saremo immobili, al centro di uno scenario nel quale innumerevoli note ci raggiungeranno a ritmo di musica. In questo caso però, con le fattezze di scheletri e teschi volanti dagli occhi fiammeggianti.
Una divinità ci guarderà curiosa all’orizzonte, pronta a rockeggiare con noi (o a deriderci in caso di sconfitta). Due asce bipenne/chitarre elettriche saranno i nostri strumenti del massacro musicale. Rossa nella mano destra e blu nella sinistra, come i colori negli occhi dei rispettivi mostri ossuti che andremo a fracassare. Questi arriveranno in linea retta su diversi “binari”, sia bassi che alti ma sempre di fronte a noi. Spesso in file, altre volte a coppie o sparpagliati in base al sound della traccia scelta.
Le note in God of Riffs andranno “picchiate” con una certa foga. Non solo tagli o battiti come visto nei non dissimili Beat Saber e Ragnarock, ma vere e proprie mazzate che ci daranno punteggi differenti a seconda della velocità di impatto. Un’idea sicuramente particolare che però, unita ad un gioco dove il movimento è già la base del gameplay, rischia di far esaurire rapidamente le energie di chiunque non faccia di professione il macellaio o il batterista.
I punti ottenibili da ogni nota saranno minimi con un semplice colpetto, ottenendo un “Nice”. Più fruttuosi invece i colpi pesanti denominati “Wicked” o “Rock On”, visibili da sopra le teste schiacciate dei nostri nemici. Purtroppo l’impostazione generale del titolo non ci ha particolarmente emozionato. Il buon metal sorregge la produzione ma non fa miracoli. E più di una volta ci siamo trovati a voler finire la canzone più per dovere che per divertimento vero e proprio.
SEI UNA ROCCIA!!!
Proprio come nella serie Guitar Hero, anche su God of Riffs sarà presente una sorta di “star power”, ovvero un potenziamento musicale di pochi secondi in grado di salvarci da situazioni pericolose aumentando lo score. Prima di poter scatenare il potere del rock però dovremo caricare le asce di energia gialla, ottenibile da alcune sequenze di note lungo le canzoni. Attivando questo potere saremo in grado di far piovere fulmini e soddisferemo la divinità della location, che inizierà a reagire con foga alla nostra epicità.
Le tracce musicali sono 10 al momento, mentre gli scenari 6, tutti distinti da almeno un particolare epico. La scelta dei pezzi è composta da cover di album metal, alcune delle quali create proprio da Boss Music Games. Le tracce sono ottime, con del buon metal grezzo e con piacevoli vocalità. Le canzoni con il loro metal moderno ci hanno anche ricordato un mix di sonorità udite da artisti come i Dragonforce, Rush 2112 e una versione più “metallara” dei Rise Against.
Nelle cover di God of Riffs purtroppo quasi nulla ci ha particolarmente emozionato, salvo alcune eccezioni. Durante “gli scontri” le tempistiche saranno fondamentali, ma con alcuni brani abbiamo perso il filo del ritmo. Le note ricopriranno diversi strumenti musicali e non sarà sempre immediato il collegamento orecchio-mano. In altri momenti invece abbiamo trovato il giusto tempismo, andando a tempo in situazioni che sembravano fin troppo complesse per le nostre capacità, infilando decine di combo senza sbagliare.
I comandi reagiscono fluidamente e il tracking dei nostri controller non ha mai dato problemi. Anche nelle sequenze più esagerate siamo riusciti ad adeguarci in fretta, merito dovuto in gran parte al solo ritmo di alcune tracce. A volte però, complice una forza minima richiesta nel taglio delle note abbiamo ottenuto diversi frustranti “miss”. Non tanto per la precisione nei colpi, che è ben realizzata, quanto per la finestra di riuscita della stessa in sezioni molto veloci.
STRUMENTO A PERCUSSIONE
Non importa in che direzione punteremo l’ascia, conta solo che il colpo sia abbastanza poderoso. Anche se le “infilzate” o i colpi partiti dal basso non sono sempre andati a segno. Una volta abituati allo stile più efficace per non perdere, ovvero quello che chiamiamo “le mannaiate”, sarà quasi tutto in discesa. Salvo non vogliate affrontare orde di scheletri in difficoltà esperta. Sono infatti quattro i livelli di difficoltà presenti: Facile, Medio, Difficile ed Estremo.
Sul comparto grafico non ci lamentiamo. In campo VR la grafica da “titolo anni 2010” non è così rara. Certo magari si potevano dettagliare meglio alcuni modelli, come quelli delle nostre asce. Perlomeno God of Riffs è costantemente aggiornato. Nel 2023 infatti arriverà gratuitamente una modalità storia, utile vista la longevità quasi inesistente del titolo. La sola modalità Arcade presente, con punteggi classificati mondiali, non ci ha invogliato a tornare a suonare, relegando quest’esperienza musicale a mero passatempo.
La possibilità di attivare dei “modificatori” non sortisce chissà quale effetto sul gameplay complessivo. Morte istantanea, braccia forti o deboli, nessuna sconfitta e variazioni sulla velocità o sull’aspetto delle note.. Son tutti elementi già visti e rivisti altrove. In un contesto fantasy come questo si poteva fare sicuramente di meglio. Certamente nel corso del tempo novità e contenuti aggiuntivi arriveranno, ma allo stato attuale God of Riffs non è poi così diverso (almeno lato contenuti) da quando era in accesso anticipato.
Tecnicamente invece non abbiamo riscontrato problemi. Il gioco gira fluido e i comandi reagiscono rapidamente. E’ solo molto povero a livello di contenuti, compreso anche di una lista di Custom Tracks che però non è risultata funzionante durante le nostre prove. Insomma, alla fine della fiera possiamo consigliarvi questo titolo, ma solo se volete perdere qualche decina di minuti senza troppe aspettative. Apprezziamo la volontà nel voler portare qualcosa di nuovo nell’ambito rhythm games, ma c’è ancora molto da fare per mettersi in pari con i principali competitor.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Il rhythm game dei ragazzi di Boss Music Games ha buone intenzioni ed è complessivamente ben realizzato. God of Riffs riesce mettersi in coda ai titoli più blasonati offrendo qualcosa di alternativo che fino ad oggi non si era ancora visto. Da un lato unire combattimento e gioco ritmico offre sicuramente qualcosa di accattivante, ma dall’altro le due cose insieme faticano a rimanere unite. Per riuscire nell’intento proposto servono forza e velocità reali, e questo fa calare drasticamente la resistenza di un giocatore medio (almeno dal lato fisico). Inoltre, la mancanza di contenuti pesa sulle buone cover metal che, purtroppo, non riescono a sorreggere l’intera produzione da sole.
Pregi
Belle cover metal, dal ritmo alla parte vocale. Stile di gioco velocemente assimilabile. Simpatica l'idea di unire combattimento a gioco ritmico...
Difetti
...Anche se nel provato risulta più stancante e meno emozionante di quello che può sembrare. Pochi contenuti.
Voto
6,5