Girl power intergalattico? Qualcosa del genere. Almeno in quel di Chenso Club, un action platform roguelite cooperativo che nasce dall’idea di Pixadome. Un piccolo studio indipendente di stanza in Svezia che fa parte di Aurora Punks, collettivo di software house che si supporta reciprocamente nell’atto di realizzare i propri titoli.
Indubbiamente di titoli d’azione bidimensionali a scorrimento laterale ce ne sono a bizzeffe, perciò dovremo scoprire se l’opera qui presente riuscirà a distinguersi, in qualche modo. Di seguito la recensione della versione Pc di Chenso Club. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Curve Games, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
IL FUOCO SI COMBATTE COL FUOCO
Il nostro pianeta è, neanche a dirlo, in grave pericolo. Questo a causa di orde di alieni che attaccano senza sosta, nel tentativo di sterminare la razza umana. Messa alle strette, quest’ultima decide di ricorrere all’ultima risorsa disponibile: Blue. Una potente androide equipaggiata con una motosega e un caratterino mica da ridere.
Questa letale fanciulla dovrà quindi annientare gli invasori alieni attraverso una sequenza di livelli, dove man mano incontrerà altre eroine come lei. Tutte e cinque insieme daranno vita al Chenso Club, un gruppo di guerriere che sfrutterà la forza vitale e in generale il potere degli alieni contro di loro. Come da tradizione della quasi totalità di titoli roguelite, la trama è appena abbozzata.
Pixadome si limita infatti a fornire un contesto nel quale le battaglie prenderanno atto, al netto dei dialoghi di sovente presenti tra un livello e l’altro. Dialoghi volutamente umoristici che tuttavia difficilmente lasceranno il segno, limitandosi a “riempire” un pochino i vari intermezzi.
Va da sé che l’attenzione viene automaticamente posta sul gameplay. Cavallo di battaglia e allo stesso tempo tallone d’Achille di Chenso Club. Un titolo che come abbiamo accennato all’inizio è un roguelite, con livelli generati casualmente, morte che costringerà a ricominciare il livello dall’inizio e così via.
SCONTRI VITALI
A primo impatto, Chenso Club si configura come un action platform piuttosto standard. Le nostre cinque eroine (che si differenziano per statistiche, abilità ecc) potranno compiere attacchi standard e speciali, oltre a poter saltare ed effettuare salti. L’aspetto interessante è che tutte queste azioni potranno (e dovranno) essere concatenate, così da fronteggiare al meglio i livelli-arena pieni di nemici.
E dal momento che la maggior parte di essi sarà “aereo”, riuscire a sfruttare attacchi aerei, scatti/schivate e salti nel modo giusto risulterà nondimeno fondamentale. Nel corso della progressione attraverso gli scenari sarà inoltre possibile potenziare la propria eroina con vari power-up, che però andranno persi qualora dovessimo morire.
Ciò varrà sia per i potenziamenti droppati dai nemici che per quelli acquistabili nei negozi in-game. Dove come moneta di scambio avremo, similmente a quanto abbiamo visto recentemente in Revita (qui la nostra recensione), letteralmente la nostra salute. Va da sé che finiremo col fare di tutto per rimanere vivi, mantenendo un personaggio adeguatamente potenziato con cui sconfiggere i vari boss che incontreremo alla fine di ciascun livello.
Che come abbiamo detto sono strutturati in una sequenza di arene chiuse che dovremo ripulire una per una dai nemici, al fine di poter accedere a quella successiva. Queste arene tenderanno a pullulare di nemici, che ci attaccheranno non solo corpo a corpo ma anche a distanza, con proiettili che dovremo schivare. Considerati gli spazi stretti in cui saremo spesso costretti a districarci, non sarebbe esagerato definire Chenso Club un’esperienza un po’ claustrofobica.
DERIVAZIONE ECCESSIVA (?)
Se c’è una componente in cui Chenso Club spicca rispetto alle altre, è indubbiamente quella tecnica. La pixel art realizzata dai ragazzi di Pixadome è graziosa e colorata, con uno stile che ricorda quello di titoli noti come Dead Cells e Celeste. Anche le animazioni sono davvero ben fatte, e restituiscono un ottimo feeling durante il combattimento, altresì sostenuto da un buon comparto sonoro (sia in termini di effetti che di brani in sottofondo).
Caratteristiche sono inoltre le cinque eroine, che si differenziano molto tanto in termini di design quanto di gameplay. Di fatto costituiscono il valore aggiunto su un titolo che, nel complesso, fa veramente fatica a imporsi. Specialmente se consideriamo quanto il mercato trabocchi di alternative di livello. Per portare a termine una run (a patto di non morire) basteranno meno di due ore, ma la domanda è se e quanto la rigiocabilità viene stimolata.
Oltre a quattro livelli di difficoltà che rendono il gioco accessibile anche ai meno avvezzi a questo genere (che di base offre e deve offrire una sfida onorevole), abbiamo nel complesso una buona quantità (un po’ meno la varietà) di contenuti. Comprese delle sfide bonus all’interno dei livelli che aiuteranno a diversificare un po’ l’azione. La quale, nonostante tutto, tenderà a essere quasi sempre lineare.
Non ci riferiamo solamente al fatto che per prevalere sui nemici finiremo con il ricorrere bene o male sempre alle stesse mosse. Ma anche alla progressione in sé, che pur non essendo particolarmente punitiva tenderà comunque a risultare “piatta”. In un ciclo perpetuo di arene per nulla vaste e quasi sempre uguali (almeno nella struttura) che non stimoleranno in particolar modo la rigiocabilità una volta arrivati ai titoli di coda, anzi.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Chenso Club è un buon titolo, capace indubbiamente di divertire per qualche ora gli appassionati di action platform roguelike. Il punto è che non riesce a fare più di così. I ragazzi di Pixadome si attengono ben bene ai capisaldi del genere, offrendo un prodotto valido ma allo stesso tempo fin troppo derivativo. In sostanza possiamo definirlo come una buona esecuzione che, tuttavia, non riesce a mettere sul piatto qualcosa di veramente appetibile. In grado di distogliere l’attenzione da altri titoli sui generis (specialmente quelli ben noti al pubblico). Bene ma non benissimo.