Revita, la nostra recensione Pc

Quando la salute è tutto

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Con Revita gli sviluppatori di BenStar, uno studio indipendente di stanza in Germania, propongono un nuovo roguelike che va ad aggiungersi alla folta schiera che popola il mercato. Dall’acclamatissimo Hades al buon Curse of the Dead Gods, fino ad arrivare un po’ al “capostipite moderno” del genere, ovvero The Binding of Isaac.

La sfida perciò consiste nel ritagliarsi un posto in mezzo a tutti questi mostri sacri… Magari con un po’ di originalità e stile. Che troviamo già a partire dal “logo” del gioco, dove il piccolo cuoricino azzurro che svetta sulla “I” simboleggia probabilmente sia il tono emotivo della produzione, sia la sua meccanica fondativa che ora andremo a scoprire.

Di seguito la recensione della versione Pc di Revita, curata dal nostro Alessandro Da Campo. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Dear Villagers e Doyoyo Games, è disponibile anche su Switch. Buona lettura.

UNA METRO, UNA TORRE E UN RAGAZZO

La storia di Revita ruota attorno a questi tre elementi. Una metropolitana, una torre dell’orologio e un ragazzino privo di memoria. Elementi mostrati inizialmente in maniera vaga, ma destinati a chiarirsi nell’atto di procedere nel gioco. Al suo risveglio infatti un bambino senza nome si ritrova su una metropolitana, diretta verso la Torre dell’orologio. Non ci è dato sapere molto del come e del perchè di tutto questo, ma tra i vari tentativi (parliamo di un roguelike, dopotutto) la trama arriverà a prendere forma, come un puzzle.

Attraverso conversazioni testuali comprenderemo via via il contesto che farà da sfondo alla nostra avventura. Memoria Station sarà il nostro hub, dove potremo gestire le abilità del nostro personaggio e attingere le varie informazioni necessarie. Similmente a quanto visto in titoli come Enter The Gungeon, qui potremo trovare i personaggi sbloccati attraverso le nostre run e, di conseguenza, sarà possibile visionare gli oggetti utili da sbloccare. Senza stare a rivelare troppo vi consigliamo di esplorare frequentemente quest’area, man mano che riuscirete a espanderla.

IL CUORE AZZURRO DI REVITA

Abbiamo cominciato a comprendere il motivo per cui il titolo di BenStar si presenti tutto sommato in maniera accattivante. Ma tutto ciò non sarebbe poi così valido se il cuore della produzione non battesse come dovrebbe. Fortunatamente il cuore di Revita pulsa grandiosamente. In termini di genere ci troviamo dinanzi a un twin stick shooter roguelike, dal ritmo assai veloce.

La visuale bidimensionale e gli spazi stretti in cui si svolgeranno i combattimenti ricordano un po’ titoli come Exit The Gungeon e Neon Abyss, tanto per fare un esempio. Perciò aspettatevi molti nemici agguerriti pronti a sbarrarvi la strada lungo il percorso. Generalmente in produzioni come queste una delle criticità che vengono più spesso riscontrate riguarda la scarsa varietà di nemici.

Tuttavia non è questo il caso, visto che dinanzi a noi ce ne ritroveremo di diverse tipologie. Da blob saltellanti a nemici fluttuanti, come anche vari tipi di “supporti” che assisteranno i loro alleati. Insomma la noia avrà seria difficoltà a prendere il sopravvento. Un’altra comune criticità riguarda la componente bullet hell, dove nel caso di esagerate quantità di colpi da evitare, l’esperienza può diventare insostenibilmente frustrante.

In Revita però abbiamo notato quanto di buono realizzato dagli sviluppatori. I quali sono riusciti a trovare il giusto equilibrio, soprattutto in riferimento alla velocità dei proiettili. Essi sono in primis chiari e ben visibili sullo schermo grazie a un’intelligente scelta dei colori. E in secondo luogo non “sovrastano” l’impegno già richiesto nell’evitare il contatto fisico con i nemici.

UN BATTITO TIRA L’ALTRO

Un altro aspetto tipico dei roguelike riguarda gli ambienti generati proceduralmente, e Revita non fa eccezione. Infatti dovremo attraversare diverse stanze generate di volta in volta, con un livello di sfida crescente che culminerà con la sfida ai boss di turno. Questi ultimi saranno l’ostacolo finale prima di poter passare al piano successivo. Per quanto concerne la fase di shooting, il gioco prevede la scelta fra diverse armi prima di cominciare concretamente una run. Tra queste però abbiamo notato un bilanciamento abbastanza approssimativo, che ci ha naturalmente spinto a privilegiarne alcune a discapito di altre.

La pistola standard, per esempio, a nostro avviso presenta una gittata veramente scarsa, che ne scoraggia parecchio l’utilizzo. Dopotutto non dovremo solo schivare i proiettili, ma anche evitare di scontrarci fisicamente con i nemici. Va da sé che le armi con gittata maggiore saranno giocoforza quelle maggiormente predilette. Parlando invece della feature principale nonché tratto distintivo del gioco, c’è da evidenziare quanto la salute che avremo in gioco fungerà anche da valuta in-game. Esatto, dovremo “spendere” la nostra vita per compiere ogni singola decisione, soprattutto nel caso decidessimo di acquistare potenziamenti extra.

Questa delicata scelta di design trasformerà ogni partita in una scommessa continua, rendendo Revita un po’ unico nel suo genere. Certo la fortuna avrà sempre il suo bel peso, visto che la “build” che riusciremo a mettere insieme tramite i potenziamenti causali determinerà per buona parte quanto andremo lontano in una run. Ciò detto anche la nostra effettiva abilità avrà il suo peso. Infatti sotto ai cuori della salute avremo un’altra barra, che si caricherà con le anime degli avversari sconfitti.

Una volta caricata questa barra, saremo in grado di rigenerare parte della salute perduta. Nel caso in cui dovessimo essere riusciti a conservare intatta la salute, allora la carica della barra delle anime verrà automaticamente investita in salute aggiuntiva. Perciò la quantità di vita totale (e dunque di valuta da spendere) sarà direttamente proporzionale alla nostra capacità di annientare gli avversari senza farci colpire a nostra volta.

CONVIENE ARRIVARE IN FONDO ALLA TORRE?

La risposta a caldo è sì. D’altra parte chi sceglierebbe mai di giocare un roguelike senza voler arrivare ai titoli di coda? O almeno arrivare abbastanza lontano da svelare le ragioni dietro alla “ciclicità” del gioco stesso. Revita offre nella fattispecie una solida esperienza di gioco, contornata da una notevole cura per l’aspetto visivo. La pixel art viene resa in modo assai moderno, anche grazie all’egregio lavoro svolto da luci e ombre che vanno a valorizzare gli scenari, di per sé abbastanza minimalisti.

Il fatto di aver reso la salute anche una valuta necessaria all’acquisto di potenziamenti infonde un non trascurabile senso strategico alle partite. Oltretutto nelle impostazioni sarà possibile personalizzare l’esperienza adattandola al proprio gusto, senza però distanziarsi troppo dalla natura roguelike del titolo di BenStar. Che dunque rimane, per definizione, un gioco capace di offrire un ottimo livello di sfida. In generale si tratta quindi di un’aggiunta di tutto rispetto al folto panorama di titoli che compongono questo genere.

CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI

Revita è davvero un ottimo roguelike a doppia levetta, capace di mettere in campo più di un’idea interessante. La rigiocabilità viene incentivata non solo dalla sua natura di roguelike, per l’appunto, ma anche dall’ottimo lavoro complessivo svolto dai ragazzi di BenStar. Di certo non sarà facile convincere gli appassionati di questo genere a schiodarsi da capolavori quali The Binding of Isaac o Dead Cells, ma qui ci troviamo dinanzi a una valida alternativa.

Pregi

La salute che funge anche da valuta in-game è una trovata piuttosto originale. Gameplay frenetico e varietà di livelli. Accessibilità personalizzabile. Contesto accattivante.

Difetti

Bilanciamento poco ottimale tra le armi in dotazione al nostro avatar. La fortuna può risultare fin troppo incisiva sull'esito di una partita.

Voto

7,5