Cult of the Lamb, la nostra recensione PS5
Diventare capo di una setta non è mai stato così divertente!
Ormai sappiamo bene quanto Devolver Digital sia un abile e lungimirante editore di titoli indie. La qualità di quelli che entrano nella sua “scuderia” è tradizionalmente fuori discussione. Cult of the Lamb non fa eccezione e conferma la capacità di questo publisher di scovare perle rare. Anche i ragazzi di Massive Monster, studio indipendente con sede nel Regno Unito, non sono da meno. E dopo aver affinato le proprie capacità con diversi altri titoli, sono arrivati a rilasciare questo assurdo ma carismatico progetto.
Un progetto in grado di miscelare due diverse tipologie di gameplay che all’apparenza non hanno granchè da spartire l’uno con l’altro. Infatti ci hanno convinto del sodalizio instaurato tra roguelike e gestionale. Di seguito la nostra recensione della versione PS5 di Cult of the Lamb. Ricordiamo che il gioco è disponibile anche su Pc, PS4, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.
LA MORTE NON È CHE L’INIZIO
L’incipit del gioco sarà proprio la nostra morte! Il protagonista di Cult of the Lamb è infatti un tenero agnellino che verrà sacrificato dai Quattro Vescovi per impedire a “The One Who Waits” di risorgere. Ma proprio questa oscura divinità correrà in nostro aiuto e riporterà in vita l’agnello, consacrandolo come suo apostolo e ponendolo a capo di un culto a lui dedicato.
Inizieremo quindi a raccogliere adepti per il nostro gregge, curandone poi tutte le esigenze. Il tutto al fine di ottenere sempre maggiore potere, con cui poter aiutare il nostro benefattore a liberarsi. Infatti i Quattro Vescovi lo hanno intrappolato, ma la catene che lo bloccano non sono eterne. Con la morte dei Vescovi “The One Who Waits” potrà tornare libero e regnare sulla terra. E noi lo aiuteremo volentieri!
TANTE COSE DA FARE E UN SOLO AGNELLINO PER FARLE
Cult of the Lamb presenta due fasi di gioco distinte, ma che si intersecano in maniera armoniosa. All’inizio della partita ci troveremo in un dungeon (praticamente un tutorial), dove impareremo a combattere e sconfiggere gli avversari, di vario tipo, che ci troveremo davanti. Per farlo avremo a disposizione un attacco corpo a corpo e una “maledizione”, cioè un attacco speciale da scagliare con la pressione di un tasto.
Le armi e le maledizioni presenti sono di diverse tipologie e presentano molti livelli di forza. Grazie a ciò ogni run nei dungeon sarà unica, e dovrà essere condotta in maniera diversa. Questo è il principale aspetto roguelike della produzione, quello che ci spingerà ad affrontare diverse volte le macroaree presenti. Chiaramente non solo le armi, ma anche il percorso e il contenuto delle varie stanze varierà sempre, così da rendere originale ciascuna partita.
A modificare le abilità del nostro agnello a ogni run ci saranno anche le carte dei tarocchi. Queste carte ci verranno donate da un mago presente nel dungeon, mentre altre volte si potranno trovare nelle ceste di ricompensa alla fine di ogni stanza. Le carte ci garantiranno bonus vari, che si riveleranno sempre molto utili per giungere al termine della crociata. Ad esempio un cuore temporaneo, un aumento al danno delle armi e così via.
Alla fine di ciascuna zona sarà presente un boss, e dopo aver sconfitto tre boss di una specifica area potremo affrontare il Vescovo dell’Antica Fede che la presiede. In questo modo ogni volta una catena del nostro padrone verrà distrutta, e ci avvicineremo sempre più alla sua liberazione. Al contempo però dovremo gestire il nostro gregge. Nei dungeon infatti sarà possibile liberare dalle grinfie dei Vescovi teneri animaletti, che potranno poi unirsi al nostro culto.
LA LORO FEDE È LA MIA FORZA
Gestire il culto sarà l’altra faccia di Cult of the Lamb, ovvero la parte manageriale del titolo. Infatti dovremo preoccuparci di alcune variabili che influenzeranno gli adepti della nostra setta. Sfamarli, creare un riparo per la notte, mantenerli in salute e tenere alta la loro fede sarà un nostro importante e costante compito. Ma tutto ciò non lo faremo per bontà di cuore, bensì per un tornaconto personale.
Come in ogni gioco del genere anche nel titolo di Massive Monster sbloccheremo varie tipologie di edifici da costruire, parallelamente alla crescita del nostro gregge. Grazie a questi miglioramenti sarà sempre più facile gestire le esigenze dei nostri adepti. Coloro che hanno un minimo di dimestichezza con i giochi manageriali non avranno alcuna difficoltà ad adattarsi a un titolo che, anzi, rappresenta un ottimo approccio iniziale al genere.
In Cult of the Lamb ci dovremo preoccupare non solo delle esigenze fisiche dei nostri sottoposti ma, come leader di un culto, anche di quelle spirituali. Infatti un parametro fondamentale da tenere d’occhio sarà la fede, croce e delizia di ogni fanatico religioso. Aumentare la fede e la lealtà nei nostri confronti ci porterà anche importanti vantaggi nell’affrontare i pericolosi dungeon del gioco.
Ecco come le due anime di Cult of the Lamb si uniscono e intersecano. Grazie alla fede e alla devozione dei nostri seguaci sarà possibile sbloccare dei potenziamenti utili durante le crociate. Come, ad esempio, armi più potenti o nuove maledizioni, e così via. Quindi se dovessimo avere problemi a sconfiggere i vari boss presenti (cosa per altro non così strana dato il buon livello di sfida offerto dal gioco), potremo far crescere il gregge per potenziarci.
Riuscire a mantenere in equilibrio le due facce della medaglia all’inizio potrà sembrare difficile, ma dopo pochissima pratica capiremo quanto sono importanti i fedeli. E che soprattutto possono essere usati in modi non convenzionali.
Il fatto di essere il capo supremodel gregge ci consentirà anche di sacrificare i poveretti per ricevere, in cambio, ingenti favori. Ad esempio tornare in vita dopo la morte in un dungeon, oppure ottenere dei potenziamenti prima di partire nella crociata.
GRAFICA CARTOON, TEMI HORROR
Il primo impatto con Cult of the Lamb ci ha fatto esclamare “che grafica pucciosa!”. Poi, iniziando a giocarlo, abbiamo capito che sotto la splendida grafica tipo cartoon si nascondeva un’anima disturbata, in grado di far accapponare la pelle. I richiami al divertentissimo cartone “Happy Tree Friends” infatti sono evidenti, e se non lo conoscete vi consigliamo caldamente di recuperarne qualche puntata per farvi due risate.
Oltre all’ottima grafica, anche la colonna sonora si rivela degna di una produzione televisiva, con gli effetti sonori capaci di sfruttare a dovere le cuffie Pulse 3D della PS5. Alcuni problemi minori si sono tuttavia presentati durante la partita, creando delle situazioni in cui rimanevamo bloccati, costringendoci poi a ricaricare il salvataggio. Essendo questi ultimi molto frequenti (e dato le sporadiche volte in cui ciò è avvenuto), possiamo però considerarlo un problema assolutamente trascurabile.
Un altro piccolo difetto è rappresentato dalla gestione della telecamera durante i dungeon. Essendo abbastanza distante ci capiterà, per esempio negli ingressi delle stanze successive, di avere difficoltà a localizzare subito gli avversari. Molti elementi presenti nella stanza sono distruttibili, però possiamo forse ritenere intenzionale il voler oscurare la visuale al giocatore allo scopo di metterlo in difficoltà. In ogni caso l’eccessiva frequenza di tale fenomeno ha causato non poca frustrazione.
Fortunatamente farci l’abitudine aiuterà molto a superare questa scelta, anche se non ci è piaciuta molto. Da menzionare anche il fatto di poter personalizzare, con tantissime decorazioni e sfondi, l’accampamento del nostro culto, cosa che farà felice molti esteti. Vi ricordiamo infine che il gioco è completamente in inglese, perciò coloro che hanno poca dimestichezza con la lingua anglosassone ne tenga conto.
DA AVERE SENZA RISERVE
Devolver Digital non sbaglia un colpo e porta così un’altra perla videoludica sui nostri dispositivi. Cult of the Lamb riesce a coniugare due anime diverse che danno vita a un gioco gestionale e roguelike molto divertente. Se volete scoprire cosa vuol dire essere a capo di una setta e lottare per la vostra divinità contro potenti nemici, questo è il titolo giusto! Buon divertimento, ma non fatevi ingannare dalla tenera grafica. Sangue e orrore infatti saranno sempre dietro l’angolo.
Pregi
Originale e divertente. Unisce il genere roguelike con il gestionale in maniera armoniosa. Tantissime opzioni di personalizzazione.
Difetti
Alla lunga i dungeon potrebbero apparire ripetitivi. Non è sempre facile vedere gli avversari e i loro colpi.
Voto
8,5