Nel corso dei decenni per l’eredità di Doom ci sono stati diversi contendenti. Molti infatti hanno sfidato uno dei pilastri del genere degli sparatutto, mentre altri si sono semplicemente lasciati ispirare dalle meccaniche, dallo stile e dalla trama. Il caso di Scathe però si trova a metà fra queste due categorie. Si tratta di uno sparatutto in prima persona “vecchia scuola”, con una campagna “lineare” che si svolge in un infernale labirinto di livelli. Giocabile fino ad un massimo di 4 giocatori in cooperativa online, promette sangue, mostri e adrenalina a palate.
Queste sono le premesse, ma saranno all’altezza del mercato videoludico? Dietro le quinte troviamo tre ex sviluppatori che in passato hanno lavorato a produzioni tripla A, e che da tempo sono confluiti in un unico studio indipendente, di nome Damage State. Andiamo dunque a scoprire Scathe in questa recensione della versione Pc. Il gioco, pubblicato da Kwalee, arriverà anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S nel corso del 2023. Buona lettura.
UN LABIRINTO DI DANNATI
“Fatti avanti Scathe, affronta l’inferno come mio messaggero e ristabilisci l’equilibrio colpendo per primo”. Questi sono gli ordini impartitici da un’entità divina che per eoni ci ha nutrito dei suoi poteri. Ci troviamo in un universo minacciato dal dominio di altri “creatori”, che rende reale la minaccia di un invasione al punto da spingere il nostro “capo” a sfoderarci come arma. Certo, la trama per un gioco Doom-like non è mai stata il punto centrale, ma apprezziamo comunque lo sforzo. Impersoneremo dunque il nostro nerboruto “umano”, vestito per l’occasione in armatura simil medieval-fantasy e pronto a fare strage di demoni.
Da una grande cattedrale gotico-demoniaca, svettano un raggio e un vortice nel cielo. Una prima sensazione di dejà vù è nell’aria, ma la ignoriamo e procediamo equipaggiandoci con la prima arma disponibile. Tre sono le porte dalle quali si snoderanno un totale di 46 livelli, apparentemente scollegati ma che a volte tenderanno a ripetersi. In ogni caso non avremo quasi mai vincoli nel raggiungere la porta di ogni fine livello, se non per la presenza di demoni sempre desiderosi di morire, esplodendo malissimo.
La struttura dei livelli di Scathe è piuttosto lineare, e nonostante ciò alcune zone potranno comunque risultare abbastanza dispersive. I nemici saranno davvero in quantità, di ogni tipo e tra i più classici conosciuti. Semplici zombi distratti, creature specializzate in attacchi ravvicinati, soldati armati, palle urlanti e mostri volanti. L’ispirazione da altri sparatutto vecchia scuola si percepirà, e non poco. Nemmeno le armi esprimeranno originalità, facendoci subito pensare a modelli e meccaniche già visti in altri titoli più blasonati. Infinita invece la modalità di fuoco automatico, senza munizioni, ma solo per il fucile principale in nostra dotazione.
Le altre armi invece avranno dei colpi limitati che troveremo sparsi nei livelli, compresi quelli iniziali. Cosa che francamente non abbiamo compreso del tutto. Nel corso dei primi 26 livelli per esempio abbiamo rinvenuto una sola nuova bocca da fuoco, ovvero un fucile a canne mozze chiamato “Ripper”. Le munizioni, rare quanto i contenitori di salute, saranno reperibili in punti precisi. Queste apparterranno spesso ad altre armi, forse indirizzate a giocatori completisti in vena di ritornare a ripetere i livelli superati in precedenza… Per come la vediamo, far apparire solo le munizioni utili alle armi in possesso dei giocatori sarebbe stata una scelta maggiormente lungimirante.
PALLE KAMIKAZE URLANTI
Una volta raccolte sei rune un livello potrà dirsi completato. Essi saranno distinti da simboli runici, e grazie a ciò saremo in grado di distinguerli. Per quanto potremo essere obbligati a fare avanti e indietro nelle porte, finché non troveremo un livello ancora non superato. Continuando dritti infatti ci troveremo a ripetere livelli già completati, spezzando il divertimento. Inizialmente l’entusiasmo potrebbe crescere, per poi assestarsi e ristagnare lentamente nella ripetitività generale. I demoni, nelle lunghe battaglie, diverranno presto dei fastidiosi ostacoli da schivare, più che bersagli con cui divertirsi.
In Scathe eliminare i nemici ci farà accumulare punti e mana. Quest’ultimo sarà utilizzabile con gli “anelli del potere” che troveremo lungo la campagna. Abbiamo trovato triste la scelta di variare l’anello “cambiando mano” come se fosse un’arma. Sarebbe stato molto più d’impatto indossarli uno ad uno nelle restanti dita, similmente a un prepotente guanto dell’infinito da completare. Gli anelli avranno diverse funzioni, tra le quali curarci, far esplodere i nemici congelarli ecc. Il fucile di base invece potrà svolgere tutto il necessario; ma sarà difficile non sentire la necessità di nuovi stimoli…
Scathe avrà anche dei “puzzle” (si fa per dire) che però non brilleranno per inventiva, visto il ripetersi dei soliti pulsanti nascosti in grado di sollevare pareti e piattaforme. Il tutto sempre e soltanto nella stessa modalità. Sul fronte gameplay, come abbiamo già accennato parliamo di un titolo vecchia scuola. Muoversi, sparare e saltare circondati da proiettili e nemici sarà la base. Se non altro gli input dei comandi rispondono con precisione. Tuttavia il salto (soprattutto sui bordi delle piattaforme) ha spesso “mancato il comando”, facendoci morire per stupide cadute, e instillandoci una certa anticipazione sui tempi.
Lo shooting invece sembra fin troppo “leggero” e non restituisce sempre la sensazione adeguata che i nostri occhi si aspetterebbero. Attrezzi possenti e futuristici che però (forse per l’assenza di rinculo) daranno l’impressione di star usando armi giocattolo in grado di sparare semplici scintille. Neanche il sonoro spicca su questo fronte, mancando di profondità con suoni “stereofonati”. Questo non sarà certo utile nell’esaltazione che dovrebbe fornire la principale attività del titolo. Scathe però si risolleva nella colonna sonora, che fortunatamente offre qualcosa di personale, con cori ansimanti e metal dai potenti bassi.
LA PREGO, MANTENGA LE DISTANZE
Tecnicamente si sarebbe potuto fare di meglio in Scathe. Dal punto di vista grafico i più curati sono senz’altro i modelli delle armi, per quanto si difendano bene anche quelli dei demoni. Aspetto visivo generale modesto, ma lungi dall’essere paragonabile agli standard odierni. Fastidiosa inoltre la patina di luce bianca che permane e offusca la nitidezza generale. Abbiamo inoltre notato che i nostri proiettili attraverseranno alcune sbarre, mentre altre no. L’animazione di pulizia del viso invece fa “skeee”, come se stessimo pulendo un casco non indossato. Siamo anche incappati in qualche muro invisibile e abbiamo visto alcuni nemici incastrarsi negli angoli. Meglio altri, invece, in grado di schivare i nostri colpi.
Lo scatto potrà spingere via i nemici ma l’accelerazione sarà quasi impercettibile, anch’essa colpevole di troppa leggiadria. Il problema più grande rimane però il design dei livelli, che in generale sono sì abbastanza ben diversificati, ma risultano fin troppo lenti nella progressione. Senza stimoli concreti e con poche e tardive novità oltre il mero combattimento. Lo stile gotico-metal industriale delle ambientazioni è piuttosto abusato, e non passerà molto prima che inizieremo ad ignorare il circondario. Interessanti invece alcuni spot.
Scathe si è proposto al pubblico come sparattutto cooperativo e noi reputiamo tale funzione come il 50% dell’esperienza del titolo. Purtroppo non abbiamo potuto testare la componente online, in quanto la nostra prova si è svolta in anticipo sul lancio, ma siamo certi sarebbe stato sicuramente più divertente in compagnia. Si potrebbe ancora aggiungere molto per allungare la giocabilità che, tolti i livelli già completati, non avrà più nulla da offrire. Niente sfide aggiuntive, niente difficoltà, nessun’altra modalità classica, a tempo o classificata, niente orda o sopravvivenza, solo livelli su livelli. Un vero peccato, vista la natura del gioco.
Alcuni dettagli inoltre andrebbero sistemati, come l’attivazione contemporanea della cura e la pulizia del viso, che faranno accavallare l’animazione della mano. Anche una gestione più utile delle munizioni e una diversificazione nel gameplay non avrebbero guastato. La meccanica di pulirsi il viso dagli schizzi,(forse presa dalla serie Metro) non l’abbiamo trovata adatta al contesto, visto che dovremmo spammarla in ogni sanguinosa battaglia. Peccato per l’assenza dello split-screen, forse unica salvezza per un gioco che, qualora non avesse successo nelle presenze online, non impiegherebbe molto a morire…
Di nuovo a secco
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Scathe è un progetto degno, ma non abbastanza originale nel suo complesso. Per quanto la passione mostrata dallo studio Damage State sia indiscutibile, il loro lavoro non esce dai ranghi e manca di carattere personale. Il titolo offre un divertimento al pari di uno shooter senza troppe pretese, e infatti finisce lì. Poche meccaniche originali e ancor meno contenuti finiscono con il trattenerlo nell’anonimato. Le poche novità messe sul piatto oltretutto si faranno sentire con tempi molto dilatati, arrivando quasi ad annoiare. La costante adrenalina non può tenere sempre costante l’attenzione nel suo ripetersi, e scade presto nel disinteresse generale. Abbiamo quindi di fronte un progetto indipendente che non ha spiccato il volo come avrebbe potuto, ma che finisce con il restare sopito nel suo potenziale non sfruttato. Certo, in generale rimane comunque un prodotto piuttosto valido e senza particolari pretese, ma in assenza di qualche amico con cui giocare la rigiocabilità sarà di certo inesistente.
Pregi
Molti nemici su schermo. Esplosioni di demoni "croccanti". L'uso degli anelli è l'unico punto originale. Un paio di nemici spezzano la monotonia. Buona soundtrack. Framerate fisso...
Difetti
...Ma non in situazioni troppo concitate. Manca di carattere e di contenuti. Rigiocabilità precaria e monotonia dovuta al mal assortimento di elementi e novità lungo la campagna. Diverse distrazioni tecniche.
Voto
6,5