Meditazione, spiritualità e ricerca di equilibrio. Possiamo riassumere così le tematiche centrali di Retreat to Enen, un survival non convenzionale realizzato dallo studio indipendente Head West. Il gioco di parole (con Eden, che nell’Antico Testamento rappresenta il paradiso terrestre) contenuto nel nome riflette oltretutto la chiara critica sociale contenuta nel progetto e rivolta, se vogliamo, un po’ a tutta l’umanità.
Andiamo quindi a scoprire di che si tratta in questa recensione di Retreat to Enen. Il titolo, pubblicato da Freedom Games, è al momento disponibile solo su Pc, via Steam ed Epic Games Store. Sappiamo però di una versione console next-gen (quindi PS5 e Xbox Series X/S) in lavorazione, che sarà rilasciata con ogni probabilità nel 2023. Buona lettura.
PERCORSO DI RIEDUCAZIONE
Il titolo di Head West è ambientato nell’anno 3.600, in un lontano futuro in cui l’umanità ha rischiato l’estinzione propria (e quella del pianeta) a causa di guerre, sfruttamento ambientale incontrollato e catastrofi di natura climatica. A un passo dal baratro, il genere umano ha tuttavia scelto di “ragionare”, facendo sì di far guarire il pianeta. Questo processo “spirituale” ad alto tasso meditativo si basa sul rispetto del mondo che ci circonda, fino ad entrare in simbiosi con la Natura.
Per farlo gli esseri umani compiono un rito di passaggio, da cui il gioco, Retreat to Enen, prende letteralmente il nome. Prima di diventare adulto con il compito di trasmettere conoscenze alle generazioni successive, ciascun essere umano infatti deve dimostrare di essere un custode della Natura, e non un parassita come i suoi antenati. La prova consiste dunque nel sopravvivere sull’isola di Enen, divisa in tre biomi liberamente esplorabili e di certo non priva di insidie.
Come poi avremo modo di scoprire, c’è sopravvivenza e sopravvivenza. Oltre ai classici indicatori di salute, fame e sete infatti dovremo tenere conto anche di quello dello “spirito”. Una sorta di karma che ci farà presente in tempo reale il nostro rapporto con l’ambiente. Lo spirito non solo diminuirà (seppur lentamente) con il semplice trascorrere del tempo, ma anche e soprattutto con l’utilizzo dell’abilità nota come “Controllo Quantico”.
La tuta che indosseremo nel corso dell’avventura è estremamente tecnologica, e ci consentirà di svolgere molte azioni survivalistiche tradizionali (estrazione di minerali, recupero di materiali dalle carcasse di animali ecc) in una maniera alquanto particolare. Và però detto che qualunque azione e interazione ambientale (compresa la raccolta di rami e pietre) “conterà” come utilizzo del Controllo Quantico, e dunque farà diminuire lo spirito.
UNA QUESTIONE DI EQUILIBRIO
Come abbiamo accennato, ci ritroveremo a usare il Controllo Quantico molto spesso. Non solo quindi per azioni “semplici” come la sopracitata estrazione di minerali, raccolta di materiali ecc. Ma anche per azioni più complesse quali la costruzione di strutture, la fabbricazione di oggetti e la preparazione di pasti. Va da sé che il bisogno di “ricaricare” tale spirito si farà presto pressante.
Per farlo dovremo cercare dei punti di meditazione specifici, uno per bioma, che avranno l’aspetto di particolari cupole geodetiche. Al loro interno ci ritroveremo a svolgere degli autentici esercizi di meditazione/respirazione, con tanto di istruzioni a schermo su come eseguirli. Anche con l’ausilio di cuffie per poter ascoltare suoni rilassanti e quant’altro.
Una funzione che dunque può agire anche sul giocatore (e non solo sul suo alter ego), e che di certo non si vede tutti i giorni all’interno di un videogioco. Peccato però che una volta ricaricato lo spirito dopo aver compiuti tali esercizi, essi non siano più “consultabili” a meno di cominciare una nuova partita. Sarebbe stato saggio poter far sì di eseguirli in qualsiasi momento, magari azionando una voce da un menu.
Oltretutto l’interfaccia e in generale le varie finestre che compaiono a schermo presentano più di qualche problema di leggibilità. Anche il testo risulta non di rado difficile da leggere, a causa di sfondi quasi trasparenti e font dei caratteri troppo piccolo. E purtroppo nelle opzioni non c’è modo di aumentare la dimensione dei caratteri o regolare l’opacità dell’interfaccia…
PRENDIAMO UN BEL RESPIRO..
Non c’è dubbio che Retreat to Enen sia stato concepito con tante buone intenzioni. Dove però solo alcune hanno avuto una concretizzazione effettiva. Dagli scenari suggestivi e accattivanti agli esercizi di meditazione, fino ad arrivare un po’ a tutto il concept generale. Il problema però scaturisce da tutti quegli elementi di gameplay di contorno… Che tanto di contorno poi non sono, essendo legati alla stessa natura survival del gioco.
Senza contare che vi sono diverse discrepanze tra il contesto in cui l’avventura si svolge, e ciò che ci ritroveremo di fronte. Per esempio non si spiega l’assenza di mappe, bussole o di qualsivoglia elemento nell’interfaccia capace di aiutarci nell’orientamento e in generale nell’esplorazione. E dire che la tuta indossata dal nostro alter ego è comunque dotata di funzioni incredibili quali appunto il Controllo Quantico, o la capacità di manifestare edifici partendo da semplici ologrammi.
E per quanto riguarda la caccia, i biomi di Retreat to Enen sono davvero poco popolati per un pianeta che, secondo la lore, è comunque sulla via della “guarigione”. Qualche coniglio, cervi e ovviamente serpenti, lupi e altri animali pericolosi, che oltretutto possiedono delle animazioni veramente bizzarre. Le prime volte abbiamo fatto fatica a “decifrare” le loro intenzioni. Se non fosse stato per la barra della salute in diminuzione, non avremmo compreso immediatamente il fatto di essere attaccati.
In generale ci sono quindi diversi elementi del gameplay che “cozzano” con quello che dovrebbe essere il concept del progetto. Alquanto singolare il fatto, per esempio, che non tutti gli animali ci permetteranno di recuperare dai loro corpi pelli e carne, come dovrebbe essere. Infatti alcuni dropperanno pelli, altri invece solamente carne. Che si tratti di una svista da parte del team di sviluppo o di qualcosa di voluto, non ci è dato sapere. Se non altro il titolo non presenza alcun problema di prestazioni, al netto di una veste grafica comunque ragguardevole.
SCONSIGLIATO
Retreat to Enen è un titolo che si fa carico di un messaggio veramente importante, indirizzato a tutti noi abitanti del pianeta Terra. Tematiche quali il rispetto della natura che ci circonda, la necessità di prendere solamente lo stretto necessario senza avidità di sorta ecc fanno breccia in un gameplay strutturato esattamente su questo… Almeno in teoria. A eccezione di alcuni elementi veramente originali come gli esercizi di meditazione, il lavoro dello studio Head West appare quasi raffazzonato. Decisamente non all’altezza delle suggestive quanto ambiziose premesse. L’idea per un atipico survival “ecologista” c’è, l’esecuzione invece lascia un po’ a desiderare. Peccato.
Pregi
Il concept di gioco è veramente intrigante. Gli scenari sono veramente suggestivi. Bella l'idea dello spirito e degli autentici esercizi di meditazione per ricaricarlo...
Difetti
... Peccato però che per poterli visualizzare di nuovo occorre cominciare una nuova partita. Diversi elementi di gameplay risultano contraddittori rispetto ai temi proposti. La mancanza di strumenti di navigazione è davvero frustrante. Animazioni, soprattutto degli animali, totalmente da rivedere.
Voto
5