Neon Blight, la nostra recensione

Cyberpunk 2077 ed Enter the Gungeon aprono un negozio d'armi, ma a quale prezzo?

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Vi siete mai chiesti come sarebbe un roguelite pixel art in stile Cyberpunk 2077? Neon Blight costituisce sostanzialmente la risposta alla vostra domanda. Questo indie con visuale top-down (telecamera alta su un piano bidimensionale) cerca di ibridare idee da diversi titoli più canonici, aggiungendo una sua narrazione thriller/poliziesca alla base di ciò che definiremo uno sparatutto esplorativo-narrativo. Sarà riuscito nel suo intento?

Sviluppato dallo studio canadese Bleeding Tapes e pubblicato da Freedom Games, il titolo prova a fare del suo meglio, ma non sempre la fusione tra modernità e nostalgia può salvare ogni progetto. Varrà la pena dargli una possibilità? Scopritelo con la nostra recensione di Neon Blight. Ricordiamo che il gioco è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam ed Epic Games Store. Buona lettura.

UN CLASSICO FUTURO AL NEON

Neon Blight si apre su quello che sembra uno dei più classici inizi da film poliziesco, il tutto in un contesto alla Blade Runner. I nostri agenti Franko e Lara rispondono alla chiamata su un caso con diversi feriti. Una volta atterrati nel luogo incriminato, muoveremo i nostri primi passi in un basilare tutorial, iniziando a sparare per difenderci e liberare la zona dai malviventi rimasti. Ad attenderci, un pericoloso e potente individuo armato di katane, con il quale saremo costretti a scendere a patti per evitare un massacro.

Non sapremo altro di quella notte, almeno per ora. Ci ritroveremo ad impersonare Lara, la nostra poliziotta dai capelli azzurri che, a 15 anni da quell’evento, si sta dedicando ad aprire un suo negozio di armi in città. Tutto sembra andare bene, finché il destino non ci porterà ad affrontare nuovamente il nostro passato. Le voci su un’arma definitiva si fanno importanti, ma per raggiungerla dovremo affrontare imponenti boss ai lati del mondo. Un compito più facile a dirsi che a farsi.

Potremo scegliere il nome del nostro negozio

Neon Blight si differenzia dai suoi colleghi roguelite per la possibilità di vendere il loot raccolto ai clienti nel nostro negozio. Dal computer dietro il bancone potremo eseguire dei limitati upgrade al nostro locale, mentre la personalizzazione del mobilio interno sarà libera e piacevole. Una volta posizionati gli articoli in “vetrina” e scelto un prezzo di mercato adeguato, potremo aprire il negozio e osservare i clienti scegliere su quale arma mettere le mani. Veder riflettere i clienti sui prezzi più o meno ponderati ci è piaciuto.

Un importo vicino alla soglia consigliata farà allontanare una parte di clientela, mentre un prezzo troppo basso ci farà perdere preziosi crediti, andando a ruba. Bella l’idea sulla carta, ma lo sarebbe stata ancor di più se non avessimo visto i clienti incastrarsi negli espositori nel portare l’articolo in cassa. Fortunatamente però le cose si sono risolte da sole e abbiamo potuto incassare i nostri contanti, sentendoci soddisfatti nel vedere dei clienti felici. Un po’ buggati, ma felici.

“COME PIXEL NELLA PIOGGIA…”

Non così facile come sembra

Per poter proseguire nell’avventura dovremo prendere la nostra auto volante e atterrare nelle terre esterne. Da qui si dirameranno diversi percorsi segmentati fra loro. Pieni di mostri, criminali e interessanti side quest.  Affrontare i nemici sarà il miglior modo per farmare armi, sia per un guadagno personale nel negozio, sia per arrivare ben equipaggiati nella zona boss. In caso di morte perderemo per sempre tutto il loot e dovremo ripercorrere e riaffrontare nuovamente tutti i pericoli di ogni zona. Una cosa accettabile nelle prime ore, ma enormemente frustrante sul lungo periodo.

In Neon Blight, nonostante la possibilità di poter schivare a ripetizione con la nostra “capriola immortale”, la morte saprà comunque a coglierci con una certa facilità. Che sia per i boss o “semplici” nemici, che riempiranno lo schermo di proiettili come in un classico bullet-hell, o per la mancata possibilità di curarsi, questo lo lasciamo decidere a voi. Tornare in città significa resettare le zone e pagare non poco per venir curati dal dottore. Quindi in caso di sconfitta diventerà complesso riuscire ad accumulare una discreta somma di denaro senza un costante farming delle zone.

Peccato sia tutto molto estetico e poco interattivo

Per poter tornare a casa dovremo ripercorrere i nostri passi, affrontando lunghe e noiose camminate in ambienti in cui abbiamo già sfoltito la “fauna”. Ci sono anche delle pedane di teletrasporto che però non rispondono ai nostri comandi. Lo stesso vale in città, dove il tasto da schiacciare per entrare nei negozi è visibile ma non reagisce. Solo dopo vari tentativi abbiamo capito di dover attendere l’orario di apertura. Sicuramente un messaggio di avviso in questo e altri casi sarebbe stato utile per non farci domandare se non fosse il gioco ad avere dei problemi.

Il gameplay di Neon Blight ci ha fatto pensare fin da subito a quanto visto in Enter the Gungeon. La mira direzionata dal puntatore del mouse, le schivate e il bottino ottenuto ricordano il sopracitato titolo. Le armi impugnabili sono varie, così come gli oggetti passivi, i quali si attiveranno da soli una volta ottenuti. Anche qui nessuna indicazione di sorta. Non che uno pretenda un tutorial per ogni cosa, ma un minimo di indizi riguardo il funzionamento di diversi elementi, (soprattutto quelli importanti) sarebbe stato utile per evitare non poca confusione.

TECNICAMENTE MENO FUTURISTICO

Linee di testo con qualche problema

Nella pixel art di Neon Blight abbiamo avuto un piacevole riscontro di colori, luci e disegni. Purtroppo però è impossibile non notare la presenza di svariate distrazioni, il che ci ha fatto pensare che il titolo sia stato sviluppato troppo frettolosamente. Dettagliato e ironico nei fumetti, con i suoi personaggi “in miniatura”. Più stilizzato invece nel giocato, similmente a quanto visto nella serie The Escapist, ma inserito in un contesto open world circoscritto in grandi “zone corridoio”.

Il comparto audio è di qualità. Ben realizzati i suoni generali come di spari, esplosioni e dettagli secondari. Alquanto sottotono alcune sezioni eccessivamente silenziose, mentre altri segmenti si presentano con tracce adeguate al contesto e talvolta ansiogene. I passi della nostra protagonista alla lunga possono risultare rumorosi più di ogni altro suono, ma su questo possiamo anche “lasciar correre”.

Non crediamo fosse intenzionale

Purtroppo il lato peggiore di Neon Blight è quello tecnico, con svariate distrazioni da parte di Bleeding Tapes. Per citarne alcune menzioniamo le linee di testo, di cui apprezziamo il doppiaggio in lingua italiana, ma che avrebbero necessitato di un maggiore controllo nei caratteri della punteggiatura nel font. Le linee di testo di molti oggetti risultano “nude”, visibili nei loro codici di scrittura. Altri fumetti invece escono fuori dagli spazi assegnati. Sono visibili dei problemi di sovrapposizione di alcuni edifici con la nostra Lara, che se avvicinata alla base finisce “dietro” la texture. Nelle mappe invece può capitare di incastrarsi negli angoli.

La parte più grande da gestire all’interno del gioco è l’attraversamento delle aree, enormi e bloccate da pedaggi sempre più costosi che ci costringeranno a farmare per proseguire. Se solo la ripetizione non iniziasse a farsi sentire avremmo potuto apprezzarlo di più. Inoltre siamo rimasti confusi per alcuni puzzle apparentemente senza risoluzione. La presenza di uno chalet nel bosco invece ci ha innervosito, il quale senza indicazioni di sorta e senza un senso logico, ci ha teletrasportato su strade già battute, incurante del fatto di costringerci di conseguenza a dover ripetere lunghe camminate nel vuoto.

Almeno sono simpatici

POTREBBE DARE SODDISFAZIONI

Neon Blight ha un suo potenziale nascosto, il quale tuttavia viene sormontato da evidenti mancanze nel lato tecnico e minori in quello visivo. Passabili invece gli inciampi nel gameplay. Se anche l’idea di ibridare un roguelite esplorativo looter-shooter con la gestione di un negozio poteva sembrare buona, purtroppo si perde in un calderone di confusione non organizzata. La noia sopraggiunge in fretta lungo i ripetuti corridoi del mondo di gioco, e le mancanze nella cura dei dettagli da parte di Bleeding Tapes infastidiscono. Nel post-lancio abbiamo notato piccole correzioni nei fumetti di testo, ma c’è ancora molto da fare…

Pregi

La gestione del negozio è il punto forte della produzione. Un roguelite in salsa cyberpunk poliziesca ci mancava. Protagonisti carismatici e ben scritti. Ironico e a tratti grottesco.

Difetti

Realizzato in modo troppo sbrigativo. Mancante di interazioni. Alcune missioni sono rotte e non si completano. Illogica mancanza di istruzioni spesso fondamentali. Visibili inciampi tecnici.

Voto

6+