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Redout 2, la nostra recensione Pc

Siete pronti per entrare nel reame della ipervelocità?

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Sin dall’annuncio di Redout 2 siamo subito stati colti da un gran entusiasmo. Quelli come noi, cresciuti a pane e Wipeout, F-Zero e Rollcage, non potranno che gioire per la creazione dello studio 34BigThings. Software house di stanza a Torino, qui giunti al loro secondo capitolo di corse magnetiche ad alta velocità dove sembrano aver migliorato e ampliato tutto quello che avevamo già amato nel predecessore.

Ci siamo quindi buttati in pista entusiasti, oltre che affamati di velocità, sfide e adrenalina. E come ci aspettavamo, al netto di qualche distrazione da parte del team, abbiamo trovato pane per i nostri denti. Riusciranno le nostre navi magnetiche supersoniche a raggiungere il traguardo? Oppure finiranno in panne? Scopritelo con la nostra recensione della versione Pc di Redout 2.

Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Saber Interactive, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Switch. Buona lettura.

ROMPERE LA BARRIERA DEL SUONO

In un futuro lontano, dove l’umanità ha imparato a controllare e domare gli elementi della natura, uno sport estremo fa da padrone fra le futuristiche attività più seguite della galassia. Stiamo parlando della lega Redout. Con lo sviluppo di tecnologie magnetiche sempre più all’avanguardia, diverse scuderie hanno iniziato a competere tra loro per il controllo dell’ultimo elemento ancora non domato. Quello che lega tutto ed è alla base di tutto, ovvero la gravità.

Con l’intro in chiusura su un enorme buco nero all’orizzonte, inizierà Redout 2. Ad attenderci, una campagna straripante di eventi da sbloccare a suon di stelline, ottenibili completando gare e obiettivi bonus. Verremo introdotti fin da subito nel VORTEX, una scenario simulato che creerà piste “tutorial” per insegnarci le fondamenta. Tra le scelte disponibili abbiamo Arcade, per competere nei tempi classificati mondiali, Campagna, e Multigiocatore. Stagione sfida e Community per il momento non sono accessibili.

Spettacolari le sezioni a filo d’acqua

L’armonica fusione tra piste al limite della follia tecnologica e la natura si incontrano nuovamente in questo capitolo. Abbiamo pilotato sulla nostalgica Old Cairo, tornata in versione rivisitata dal primo capitolo, per poi passare ai piedi del monte Fuji in Giappone. Non solo tappe Europee quindi, ma percorreremo anche i sentieri degli inferi del Tartaro e solcheremo le lande marziane. Le nuove e sgargianti location non faticheranno a rendere ancora una volta unica l’esperienza della serie.

Le variazioni tra le piste arrancheranno timidamente, con diverse ripetizioni in svariate salse dei primi tracciati. Dei “modificatori” in ogni evento ci permetteranno di settare il livello di potenza permesso per accedere, la gravità del pianeta e altre dinamiche. In Redout 2 inoltre i fattori ambientali influenzeranno il surriscaldamento del nostro mezzo e la durata del turbo, soprattutto quando passeremo vicino a fonti di calore estreme come la lava. Peccato non aver visto accadere lo stesso anche nelle sezioni subacquee.

LA RICERCA DELLA PERFEZIONE

Lunare Scuderia nel cuore

Gli eventi in Redout 2 saranno gare semplici, ad eliminazione e tornei. Torna anche in questo secondo capitolo la spina nel fianco di ogni perfezionista del completamento, la prova a tempo, accompagnata dalle prove di velocità. Se nelle gare (almeno a difficoltà pilota) avremo un confronto equo, in questi eventi solitari invece non ci sarà da scherzare. Non saranno permessi errori per alcune medaglie d’oro. L’estrema costanza del giocatore però verrà presto ripagata con una proporzionale acquisizione di padronanza, curva dopo curva, alla ricerca della perfezione ad ogni giro.

Il gameplay perlopiù invariato è stato ridefinito con precisione. Obbligatorio a nostro parere l’uso del pad, che con il suo controllo a doppio analogico permetterà di godere al massimo del titolo. La levetta sinistra direzionerà la nostra nave, mentre la destra controllerà la stabilità con slittamenti orizzontali, imbardate e impennate. Combinare entrambi gli analogici ci regalerà molte soddisfazioni nella guida, eliminando il fattore noia e creando una certa dipendenza dal voler superare ogni tracciato incolumi. Utile il nuovo tasto rewind, che seppur limitato, ci salverà da errori fatali.

Piste folli e spettacolari

Abbiamo apprezzato il nuovo sistema di turbo in Redout 2. Servirà molta concentrazione per diventare padroni di questa meccanica. Consumata la barra del turbo infatti potremmo continuare a spremere la nave, consumandone l’integrità. Questa (se non sarete esplosi) sarà rigenerata dopo pochi secondi, a patto di non subire altri danni in una semplice metafora di rischio=ricompensa. L’iperturbo sarà equipaggiamento standard e potrà essere combinato con la spinta turbo per raggiungere vette di insana transizione in uno spazio tra due punti.

In alcune fasi volanti dovremo avvitare la nave per atterrare perfettamente e ottenere un boost. Questa meccanica però ci farà ricorrere alle frecce direzionali, che staccheranno il nostro pollice dall’analogico direzionale. Questo ci ha fatto finire spesso fuori pista. Il controllo giroscopico di un sixaxis avrebbe reso meglio. Vincendo le gare sbloccheremo wrap e verniciature, mentre fra le novità figura la possibilità di scegliere le parti estetiche dei mezzi. Le parti sbloccate saranno mescolate alle bloccate e dovremmo girare tutte le scelte per trovare quelle sbloccate. Il tutto funziona, ma un po’ d’ordine aggiuntivo non avrebbe guastato.

ACCELERAZIONE HARDWARE

Post-bruciatori al limite

Redout 2 abbandona lo stile grafico “poligonale” del suo esordio in favore di uno stile più realistico, e con una leggera “grana”. Nitido nei modelli e cromaticamente eccentrico nelle piste, risalta con carisma sugli sfondi naturali e spaziali. In generale rende a dovere nella resa grafica senza mai stancare. Non parliamo di next-gen, ma è comunque stato fatto un lavoro degno e di ottima fattura. Fantastici i tracciati, dai più folli e scollegati ai più semplici attraversamenti su lande disseminate da petali di ciliegio o sul filo di acqua e lava.

Nel sonoro, ad accompagnare l’adrenalina di ogni evento ci saranno veloci tracce a metà strada tra tecno e trance, perfette per un gioco che nasce dalla nostalgia dei lontani anni 2000.  La colonna sonora non ci ha fatto mancare quanto sentito nel primo capitolo. Presenti anche qui alcune tracce vocali e di speedmetal per le location più “grezze”. Ad accompagnare il tutto un sonoro delle navi ben realizzato, post-bruciatori convincenti, slittate a filo d’aria realistiche e una gran cura sonora a livello generale.

Ops…

Sul fronte tecnico purtroppo siamo incappati in diverse distrazioni che si sarebbero potute evitare con un beta testing più attento. Per esempio nel tracciato “Monte Fuji: Pista Arcobaleno” un gate di accelerazione non funziona. Nel VORTEX invece, nelle sfide tutorial, è difficile ignorare le grosse compenetrazioni tra l’ambiente e la pista. La fluidità del titolo invece è gustosa, ed è estremamente raro incappare in qualche freeze. Nelle nuove mappe invece, poco dopo l’avvio, abbiamo notato un leggero ritardo nel caricamento delle texture, anche se di pochi secondi.

Provando il multiplayer ci siamo trovati a sperimentare un assaggio di endgame, con i mezzi potenziati al massimo direttamente dalle ultime leghe della campagna. Nessun difetto in questa modalità, se non qualche insignificante problema di latenza visiva con alcuni partecipanti sulla linea di partenza. Non siamo durati molto e nonostante il nostro platino su primo Redout, abbiamo presto smesso di farci umiliare nelle partite online. Lasciamo il posto ai veri campioni.

Con questa immagine piena di significato e nostalgia vi salutiamo

DA AVERE SENZA RISERVE

In generale Redout 2 ci ha resi felici, tenendoci incollati allo schermo più del dovuto. E molto probabilmente continuerà a farlo. Lo pensavamo per Redout e lo confermiamo ancora, questo è l’esempio dell’allievo che supera il maestro. I nostri conterranei di 34BigThings ci hanno riportati ai fasti di un tempo, creando una nuova generazione di corse gravitazionali. Alta qualità, seppur con diverse innocue dimenticanze che allontanano il titolo dalla perfezione. Fermo restando che riesce comunque e indubbiamente a rendere onore alle pietre miliari “sacre” alle quali si ispira. Un fulgido esempio di nostalgia reincarnata. Dimostrazione per cui, alla fine dei conti, queste tipologie di giochi non sono dimenticate dai più come a volte può sembrare.

Pregi

Adrenalina pura fatta gioco. Le soundtrack che accelerano nelle fasi finali sono un colpo di classe. Può creare dipendenza.

Difetti

Diverse disattenzioni che non intaccano l'esperienza di gioco. Picchi di difficoltà inumani in alcuni eventi a tempo. Può creare dipendenza.

Voto

8

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