Submerged: Hidden Depths, recensione
Navigare a vista in un passato perduto
Vagare in mare aperto, piccoli misteri e tanti, tantissimi colori. Submerged: Hidden Depths è un interessante connubio di esplorazione e puzzle game, capace di condurci in un affascinante luogo senza tempo. L’opera di Uppercut Games non avanza molte pretese, ma riesce a distinguersi per un eccellente comparto artistico assieme a una lore piuttosto intrigante.
Navigando tra le palafitte, dopo l’anteprima di un mesetto fa, abbiamo quindi tirato le somme per quanto riguarda questa avventura indie. Di seguito la recensione della versione PS4 di Submerged: Hidden Depths, curata dalla nostra Erika Pezzato. Ricordiamo che il gioco è disponibile anche su Pc, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S e Stadia. Buona lettura.
UN DESERTO FIORITO
In mondo sommerso dalle acque Miku e Taku, sorella e fratello, sono alla costante ricerca di un luogo da chiamare “casa”. Nel mentre si prodigano per liberare ciò che rimane della civiltà umana dalla mortale “pianta nera”.
Si scopre fin da subito che Miku è una ragazza maledetta, e il rampicante che le deturpa il braccio potrebbe ucciderla da un momento all’altro. Tuttavia esso le fornisce anche la facoltà di percepire e controllare la misteriosa forza che sta avviluppando il loro mondo.
Infatti, oltre a essere un mondo di acqua in stile Waterworld, le rovine che abitano la mappa di Submerged: Hidden Depths sono completamente coperte di una strana vegetazione senziente. Questi enormi rampicanti presentano però una strana corruzione, il che li rende neri e nocivi. La missione dei due ragazzi è di ritrovare dei particolari semi che possano guarire le piante da tale corruzione.
Nel loro totale isolamento dal resto della civiltà, i due fratelli si avventurano in villaggi disabitati nei quali si plasmano figure antropomorfe a metà tra il poetico e l’inquietante, con dei riferimenti che ricordano il film sci-fi Annientamento. Stilisticamente, il titolo di Uppercut Games adotta un character desing piuttosto cartoonesco, cosa che a nostro avviso edulcora un po’ il contesto, tendenzialmente “serio”.
TRUE COLORS
Non aspettatevi grande azione da un gioco simile. Il fulcro di questa avventura è l’esplorazione, che viene periodicamente intervallata da puzzle ambientali (forse un po’ troppo semplici). Bisogna tenere presente che il punto forte non sta tanto nel gameplay, ma nella variopinta ambientazione e nella costruzione della mappa. Anche se la difficoltà media è piuttosto bassa, va riconosciuta l’attenzione nel variare i puzzle delle diverse zone.
Un elemento parecchio importante, in quanto tutto l’avanzamento del gioco risulta nell’insieme piuttosto ripetitivo. Nei primi minuti dall’avvio della partita si potrebbe percepire un certo fastidio nell’adattarsi, a causa di una piccola latenza tra comando e movimento del personaggio. Il quale viene molto rallentato dall’animazione di movimento.
Il platforming è ben organizzato, ma la componente d’azione è quasi inesistente. Il salto, per esempio, è automatizzato; dunque basta direzionare il trigger e il gioco è fatto. Questo elemento può essere ottimo per i neofiti dei videogiochi, ma potrebbe risultare alquanto noioso per i giocatori più navigati. Il level design invece è pressoché ottimo. Le soluzioni dei rompicapo sono estremamente intuitive, qualità apprezzabile poichè le suddette ci vengono mostrate attraverso un ben ponderato accostamento cromatico.
Non troverete mai Miku o Taku parlare al giocatore. Infatti è la mappa stessa a suggerire la strada, amalgamandosi perfettamente al contesto. Piccola chicca in più è la modalità foto, qui chiamata modalità cartolina. Grazie a essa ci si potrà divertire, catturando al meglio i paesaggi esplorati dai nostri due giovani eroi. Submerged: Hidden Depths mostra continuamente sullo schermo una panoplia di colori brillanti. Tanta festosità va a contrastare il costante fondo di malinconia che accompagna i due fratelli, alimentata anche dalla colonna sonora.
Andando avanti con le ore di gioco, ci si renderà conto di trovarsi di fronte ad elementi già sfruttati. Tuttavia, essi ci verranno posti in una chiave del tutto nuova. Questa familiarità finirà con il racchiudere in una sorta di confort zone che ci farà sentire a casa, pur trovandoci in un contesto del tutto nuovo. Non si punta mai a scioccare con inaspettati colpi di scena.
Piuttosto si viene condotti per mano in un sentiero allo stesso tempo semplice e innovativo. Il messaggio degli autori ci viene centellinato di capitolo in capitolo, tanto da farci intuire senza sforzo dove voglia condurci la storia. Il fine del titolo non è dunque quello di colpire, bensì quello di coinvolgere. Invece di essere trascinati, verremo cullati dolcemente, come in una barca che solca un placido mare estivo.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Se desiderate staccare la spina per qualche ora, questo è il titolo per fa per voi. Submerged: Hidden Depths avvolge il giocatore in una morbida zona di confort che trasforma il videogiocare in un leggero passatempo. Senza però dimenticare mai un certo impegno, da parte di Uppercut Games, nel raccontare una bella storia.
Pregi
Ottimo level design. Esteticamente accattivante. Perfetto per delle "partite rilassate".
Difetti
Gameplay a tratti ripetitivo. Latenza nei movimenti. A livello di scrittura avrebbe potuto osare di più.
Voto
7,5