Elden Ring, la nostra recensione Pc

Andiamo a scoprire cosa significa open world (e non solo) per Hidetaka Miyazaki e il team di From Software

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Affermare che Elden Ring è il più “grande” dei souls sarebbe un po’ come dire che Breath of the Wild è uno Zelda meno lineare di Skyward Sword. Una considerazione sicuramente fondata, ma anche troppo superficiale per centrare, anche minimamente, la natura del titolo. In questo caso però diciamo fin da subito che From Software non si è limitata a creare nuovi modi per stupire e allo stesso tempo torturare gli appassionati. Ma ha fatto compiere alla saga un ulteriore e significativo balzo evolutivo.

Hidetaka Miyazaki e il suo team hanno creato un mondo che per essere compreso e digerito necessita di decine, se non centinaia di ore. E non stiamo parlando di un semplice Dark Souls a mondo aperto, ma di un titolo capace di fissare nuovi standard per quanto concerne l’esplorazione e la scoperta nei videogiochi. Andiamo quindi a vedere cosa Elden Ring ha da offrire in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Claudio Szatko. Ricordiamo che il gioco, pubblicato da Bandai Namco, è disponibile anche su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.

IL RITORNO DELLE ANIME

E’ difficile relazionarsi alla figura di Hidetaka Miyazaki senza cadere in lodi che potrebbero mettere in dubbio l’obiettività sull’analisi di una sua creazione. Al papà di Dark Souls, Bloodborne e Sekiro però va sicuramente riconosciuto il merito di aver reinventato con successo il genere degli action rpg. In modi diversi attraverso anche titoli come Demon’s Souls, ma tutti contraddistinti da un “sapore” unico, che porta la firma di Miyazaki.

Allo stesso modo di Dark Souls III, anche Elden Ring funziona in gran parte grazie a elementi e meccaniche rodate da lungo tempo da parte di From Software. Cavalieri, draghi, castelli e paludi, ma anche orrori inaspettati. Senza contare che il protagonista, che sia guerriero o mago, potrà ricorrere al platform e allo stealth per esplorare fortezze, scoprire segreti e sfruttare vantaggi tattici in battaglia.

Un mix che avrebbe reso il titolo eccellente anche se fosse stato applicato con uno “stampo” più convenzionale. Attraverso una progressione lineare tra ogni sorta di luogo, ma che probabilmente avrebbe finito con l’accentuare lo stesso senso di stagnazione che un po’ rappresenta il principale limite del terzo capitolo di Dark Souls. Probabilmente lo stesso Miyazaki se n’è reso conto, facendo sì di optare per una declinazione diversa e innovativa (almeno rispetto a quanto realizzato in precedenza).

Il tutto scongiurando il “rischio” di un ipotetico more of the same dal nome di Dark Souls IV. Dove ci sarebbe stato nuovamente un mondo interconnesso e quasi del tutto privo di caricamenti… Un mondo evolutosi, adesso, in qualcosa di diverso. Più grande e ricco. Il mondo di Elden Ring infatti eleva al cubo quanto visto nei precedenti lavori di From Software; e ora scopriremo come.

BENVENUTI NELL’INTERREGNO

La mappa di Elden Ring supera in ampiezza tutti i souls precedenti, e prevede una significativa componente di verticalità. Questo oltre alla presenza di molti luoghi nascosti colmi di segreti e nemici pronti a tendere agguati. I Luoghi di Grazia, inoltre, fungeranno da punti di spostamento rapido atti a facilitare la navigazione all’interno dell’open world realizzato da From Software.

Torri, fortezze e palazzi si manifesteranno all’orizzonte, quasi pregando di essere esplorati. D’altra parte, avremo anche strutture simili ai calici di Bloodborne, qui adattate a miniere e catacombe in cui potremo entrare per ottenere pietre da forgia e altre risorse. Luoghi opzionali e tendenzialmente ripetitivi alla lunga, ma comunque utili per la progressione del nostro personaggio.

Una delle chiavi del trionfo del titolo in termini di evoluzione dai Dark Souls risiede nella capacità di collegare tutto ciò che è contenuto nel mondo di gioco, rendendolo un unico insieme coerente e armonioso. L’Interregno prevede anche la risoluzione di enigmi “all’aperto”, che accentuano la capacità di sorprendere e stimolare il giocatore.

Questo nonostante la necessità di cavalcare per miglia e miglia di prati, stagni, ecc alla ricerca del dungeon (o cappella in rovina, o boss) successivo. In termini topografici la mappa offre infatti una notevole varietà. Tanto che in diversi frangenti saremo costretti a numerose ricerche e deviazioni per giungere in luoghi che, per tutto il tempo, abbiamo avuto letteralmente sotto al naso.

IMMAGINA, PUOI

Anche grazie all’apporto di Torrente, fido destriero che ci accompagnerà per tutta l’avventura, l’aumento di mobilità in quel di Elden Ring è assai evidente rispetto al passato. Certo, le morti sciocche (specie all’inizio) saranno molteplici. Ma fulcro dell’esperienza è anche il processo di apprendimento, una morte alla volta, che ci porterà a relazionarci nel modo corretto all’Interregno.

Osservare l’ambiente circostante, “riempire” la mappa trovando delle tavolette speciali e anche il posizionamento di fari in grado di tracciare dei raggi blu nel cielo… Tutti elementi preziosi per l’esplorazione, ma che non cambieranno la realtà dei fatti. Come giocatori infatti dovremo faticare molto più che in tanti altri titoli open world. Dove al netto della presenza di un chiaro obiettivo sin dal principio, finiremo con l’investire ore e ore a trovare e sconfiggere un numero crescente di boss e mini-boss opzionali. Piacevolmente.

Una vera e propria caccia all’uomo (o al mostro), da eseguire tramite gli indizi che, fedelmente alla tradizione, saranno sempre piuttosto vaghi. Per quanto sia di per sé impressionante, tuttavia, il segreto non sta nell’ampiezza della mappa di gioco. Si tratta bensì di una questione relativa alla densità e alla varietà di ambienti e situazioni. L’ingresso in una nuova regione non segnerà solamente un mero cambiamento estetico degli scenari. Entreremo infatti in un micro-mondo tutto nuovo, con le sue peculiarità.

Un piacevole processo, questo, che si ripeterà molte volte in quel di Elden Ring. Anche le ambientazioni nascoste, accessibili dietro la risoluzione di enigmi ambientali et similia, presentano la stessa cura e dedizione che traspare da quelle “principali”. A dimostrazione della presenza, dietro le quinte, di un budget notevole. Che tuttavia From Software ha utilizzato nel migliore dei modi.

UN MONDO DI POSSIBILITÀ

Abbamo già accennato ai Luoghi di Grazia, che similmente ai falò della serie ci consentiranno di riposare e salire di livello. Essi ci faciliteranno per l’appunto l’esplorazione, dove le numerosissime destinazioni saranno fondamentali per diversi motivi. Dall’approfondimento della lore del mondo di gioco e dei suoi abitanti all’espansione del proprio repertorio di armi, spiriti, ricette di crafting e così via. L’aumento della difficoltà avviene, oltretutto, in parallelo al progredire del nostro personaggio.

Ciò comunque non esclude la presenza di zone dove, inizialmente, non avremo il livello adatto per sopravvivervi, più che accedervi. Prima di cominciare l’avventura, però, dovremo scegliere la classe di partenza (10 in totale) del nostro alter ego. Esse tuttavia non rappresentano altro che dei modelli di base, da plasmare liberamente nel corso della (lunga) esperienza offerta da Elden Ring. Provare nuove armi, potenziare attributi diversi, equipaggiare talismani con bonus passivi, scegliere tra una gran varietà di incantesimi e miracoli….

Senza dimenticare l’utilizzo delle nuove ceneri di guerra per cambiare lo scaling delle armi, e le tecniche speciali che sarà possibile lanciare con essa. Una singola run (alla quale potrà seguire l’immancabile new game+) potrà facilmente superare le 50 ore. Il giocatore però potrà livellare in maniera esponenziale, finendo anche oltre il livello 120. Per quanto i singoli attributi, invece, non possano andare oltre il 99.

Una scelta precisa da parte di From Software, atta a incoraggiare una maggiore sperimentazione da parte nostra, è però la seguente. Se ci si focalizzava sul corpo a corpo, in Dark Souls III vi era uno scarso incentivo a investire nell’aumento della barra del mana e quindi nell’utilizzo di tecniche speciali. In Elden Ring invece abbiamo una versatilità assai più notevole, oltre che un maggior numero complessivo di punti da spendere.

SPERIMENTAZIONE E SKILL CAP

Tale invito a una maggiore sperimentazione vale anche per gli attributi di natura magica come l’intelligenza e la fede. L’enorme assortimento di incantesimi e miracoli presenti incentiva tantissimo la creazione di build ibride, in grado di rendere il gameplay molto più variegato e “piccante”. A un certo punto del gioco potremo persino “respeccare” (cioè assegnare da capo) i punti spesi nei vari attributi. Tale feature però richiederà il consumo di alcuni materiali specifici.

Essi, tuttavia, potranno essere rinvenuti in buon numero nel corso dell’esplorazione, così da permetterci di tornare sui nostri passi più volte nel corso di una singola run. Uno dei punti di forza dei souls di Miyazaki è sempre stato, dopotutto, la meraviglia e il divertimento derivanti dal (ri)giocare ancora e ancora. Sia che si tratti di un new game+ con nemici più duri e tesori più preziosi, che di una nuova partita dove poter sperimentare classi e build totalmente differenti.

Abbiamo però apprezzato oltremodo l’introduzione del sopracitato “respec” per le abilità. Il quale, nella cornice di una stessa partita che può andare avanti anche per 100 ore e oltre, consente di sperimentare altre build senza necessariamente cominciarne una nuova. In generale, la quantità di contenuti stipata da From Software in Elden Ring è, infatti, tale da togliere il fiato.

Certo non passa inosservata la tendenza a “ripetere” i numerosi mini-boss, sia pure con aspetto, attributi o condizioni di combattimento differenti. Tuttavia il bestiario rimane il più ricco e variegato tra quelli finora proposti in un souls. Che anche qui, fedelmente alla sua definizione intrinseca, propone combattimenti intensi e un livello di bravura notevolmente superiore alla media. Con buona pace dei fanatici dell’accessibilità a tutti i costi.

BEN PIÙ DI UN MORE OF THE SAME

Anche il comparto multigiocatore è stato significativamente ritoccato e ampliato, con un menu, luoghi e vari oggetti dedicati specificamente al gioco cooperativo. Non solo contro i boss, ma anche durante l’esplorazione. Nella quale potremo effettuare (o subire) un’invasione ai danni di un altro giocatore, aiutarne altri invasi oppure sfidare gli amici a duello.

Ciò detto potremo sempre decidere di fare a meno di questa componente, poichè Elden Ring possiede anche un “sistema di evocazione” offline. Parliamo dei cosiddetti spiriti della cenere, che dopo essere stati trovati e potenziano potranno assisterci nei combattimenti più difficili. Tra di essi figurano spadaccini, maghi e anche qualche personaggio secondario con una certa rilevante nella trama.

La quale si sviluppa all’interno di un mondo open world che, per sua natura, presenta percorsi alternativi per giungere alla stessa destinazione. Sia essa un luogo specifico o un punto della storia. Le regioni oltretutto sono ricche di aree opzionali che se non si fa attenzione, rischiano di passare inosservate. Un’altra tradizione made in From Software, che in passato ci ha deliziato con luoghi emblematici.

Come per esempio il mondo dipinto di Ariamis (Dark Souls), o il castello di Cainhurst (Bloodborne). Questa tradizione viene esaltata ulteriormente in Elden Ring, dove tutto è più grande, più bello, più epico, più.. Tutto. L’Interregno infatti è come un gigantesco puzzle ricchissimo di pezzi, dove solo dopo averne incastrati molti si comincerà a decifrare la visione di Miyazaki e dei suoi collaboratori.

(QUASI) TUTTO PERFETTO

I mesi precedenti alla release del gioco sono stati segnati da una grossa attenzione circa il coinvolgimento di George R.R. Martin nel progetto. Il noto autore della saga letteraria delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (che ha ispirato la serie Game of Thrones ndr) avrebbe, stando a quanto dichiarato da Miyazaki in un’intervista, curato la scrittura tutti e sei i semidei presenti in Elden Ring.

Oltre a governare gli altrettanti macro-dungeon in cui è suddivisa la mappa di gioco, essi influenzano pesantemente la lore e il world building. Come giocatori, vivremo un’avventura ancora una volta contraddistinta da tantissimi personaggi memorabili. Assieme ad altrettanti misteri che potranno rimanere irrisolti se non verranno eseguite le interazioni e le scoperte giuste durante la partita.

Tecnicamente parlando la creatura di From Software appare come un vero e proprio quadro in movimento. Tempo mutevole, vasti orizzonti, foreste nebbiose e caverne tenebrose (ricordatevi la torcia) saranno le fondamenta per un’atmosfera senza eguali. Anche il comparto sonoro svolge un lavoro egregio in termini di immersività. Il rumore dell’erba, il muoversi irrequieto degli zoccoli di Torrente, il fragore delle spade, il respiro e i ruggidi dei mostri….

Pura arte per le orecchie degli audaci giocatori che sceglieranno di cimentarsi con l’avventura firmata Miyazaki. L’unica criticità riguarda l’ottimizzazione non proprio al top della versione Steam da noi testata, con fenomeni di stuttering abbastanza frequenti. Sappiamo che, storicamente, la software house nipponica non sia propriamente cintura nera di programmazione su Pc. Tuttavia speriamo che qualche patch successiva possa mettere una pezza a quello che possiamo senza dubbio considerare uno dei candidati principali al GOTY 2022.

DA AVERE ASSOLUTAMENTE

Con Elden Ring il team di From Software ha superato se stesso, adattando la rodatissima formula dei souls a un mondo prodigioso e travolgente, sia in termini di dimensioni che di direzione artistica.. Con centinaia di ore di avversari da sconfiggere, segreti da scoprire e sfide da superare la creatura  di Miyazaki costituisce una vera e propria mostruosità. Nel miglior senso possibile. Un’opera capace di non crollare anche di fronte a delle aspettative altissime, che nonostante alcune incertezze sul lato tecnico-prestazionale (certamente risolvibili) si candida a pietra miliare inamovibile del genere degli action rpg open world, e non solo.

Pregi

L'Interregno è un mondo tanto colossale quanto magistralmente progettato (e realizzato). La direzione artistica e la colonna sonora elevano la magnificenza dell'esplorazione e degli epici scontri con i boss. Nonostante il nuovo "formato" open world, il combattimento si conferma intenso, variegato e impegnativo. Possibilità di personalizzazione estetica e funzionale del proprio alter ego incalcolabile. Il comparto multigiocatore ha finalmente un suo perchè.

Difetti

La ripetizione di certi mini-boss si fa sentire, alla lunga. Il framerate e in generale l'ottimizzazione su Pc può e deve migliorare.

Voto

9,5