Field of Glory II: Medieval è lo spin-off della serie Field of Glory II, portata avanti da Byzantine Games sotto l’egida dell’editore Slitherine. Lasciando le atmosfere classiche e puntando invece su quella medievale, ha saputo convincere pubblico e critica. Anche nel corso della nostra recensione abbiamo evidenziato i punti di forza della produzione, che ora consta di ben tre pacchetti aggiuntivi.
Dopo Reconquista e Swords and Scimitars, è il turno di Field of Glory II: Medieval – Storm of Arrows. Di seguito la nostra recensione dell’espansione, che ci porterà tra il XIII e il XV secolo. Ricordiamo che essa, alla pari del gioco base, è disponibile esclusivamente su Pc, via Steam. Buona lettura.
UN CONTESTO VIVACE
Dei tre dlc disponibili, Field of Glory II: Medieval – Storm of Arrows è sicuramente quello che si dipana attraverso un periodo temporale più esteso. Oltre ad un corposo numero di unità incentrate su un contesto storico che va dal 1270 al 1450 d.C., troveremo scenari famosi. Battaglie come quella di Crecy, Agincourt, Grunwald. Senza dimenticare la polarissima “Guerra dei Cent’anni“.
Con “Guerra dei Cent’anni” gli storici indicano la guerra tra Francia e Inghilterra che durò per più di un secolo. Infatti, essa svolse tra il 1337 e il 1453. Fu una guerra lunga ed estenuante, che costituisce uno degli aspetti drammaticamente rilevanti della crisi del ‘300 e oltre. I motivi erano molti e assai rilevanti, ma due due in modo particolare. C’era anzitutto la questione dei feudi che il re d’Inghilterra (Edoardo III) deteneva oltre la Manica.
L’altro grave elemento di discordia era il controllo della Fiandra. Quest’ultima era una regione legata economicamente all’Inghilterra. Le sue lane, infatti, venivano inviate con cadenza regolare ai telai di Gand, Bruges e Ypres. Sebbene dal punto di vista politico fosse in parte dipendente dal re di Francia, Filippo VI, le mosse inglesi portarono ad un conflitto che perdurò a lungo.
La campagna riprodotta in questa espansione ci permetterà di guidare sia le forze inglesi che francesi, ma altri interessanti spaccati storici meritano comunque menzione.
UN MERCENARIO ALLA CORTE ITALIANA
John Hawkwood fu certamente il più famoso mercenario nell’Italia del trecento. Nato in Inghilterra verso il 1320, molto probabilmente si addestrò all’uso delle armi nella Guerra dei Cent’anni. Approdato poi in Italia agli inizi degli anni sessanta (dello stesso secolo ndr), combatté per Pisa, per Milano, per il Papa, per Padova e infine per Firenze.
Con quest’ultima che gli tributò quella venerazione e quegli onori poi trasformatisi in mito nei secoli successivi. Hawkwood, italianizzato in Giovanni Acuto, entrò così nella leggenda con la fama di cavaliere nobile e generoso. In realtà, come accade tutt’oggi, tale fama non fu che un’amplificazione propagandistica concepita in chiave patriottica dalla storiografia umanistica fiorentina.
Un mito oltretutto mai più rimessao in discussione nel corso dei secoli successivi. Hawkwood infatti fu capace, come tutti i capitani dell’epoca, di compiere particolari atti di cinismo e ferocia. Superò poi tutti i suoi colleghi nell’abilità di procurarsi denaro e ricchezze con ogni mezzo. Inoltre la sua astuzia lo rese uno degli uomini più ricchi del suo tempo, oltre che un eccellente stratega.
In Field of Glory II: Medieval – Storm of Arrows rivivremo alcune delle sue campagne ambientate nella nostra terra. E togliamo ogni indugio circa il fatto che l’accuratezza storica di ogni unità risulta, come al solito, impressionante.
L’UNIONE POLACCO-LITUANA
La storia di Jogaila, conosciuto poi come Władysław II Jagiełło in seguito alla sua conversione al cattolicesimo, è molto interessante. Granduca di Lituania, divenne re di Polonia sposando Jadwiga Andegaweńska, conosciuta in italiano come Edvige di Polonia o Edvige d’Angiò. Nel 1387 convertì la Lituania al cristianesimo. Il suo regno in Polonia iniziò nel 1399 e alla morte della regina Jadwiga, durò altri trentacinque anni. Di fatto, gettò le basi per la secolare unione polacco-lituana. Ma tale unione non iniziò dal nulla, né per caso.
In Field of Glory II: Medieval – Storm of Arrows andremo ad affrontare alcuni degli scenari che daranno il via ai fatti storici. Sempre e ovviamente solo dal punto di vista strategico-militare. A quanto sopra esposto si aggiunge una campagna che vedrà protagonista Enrico II, re di Castiglia e León. Riassumendo, un gran numero di campagne. A cui si aggiungono poco meno di una cinquantina di battaglie in modalità rapida, ben quarantacinque nuove unità del XIV e XV secolo e ben 96 nuove liste per gli eserciti.
Sebbene a livello contenutistico non ci sia nulla da eccepire, non ci si deve aspettare uno stravolgimento o un massiccio cambiamento nella condotta delle partite. Il combattimento di Field of Glory II: Medieval – Storm of Arrows continua ad essere un ottimo mix tra attenta pianificazione e qualche lancio di dadi ben piazzato. È inoltre importante indebolire le unità avversarie con arcieri ed artiglieria, prima di avanzare per il corpo a corpo.
La cavalleria può risultare determinante soprattutto se sfruttata per la rottura dei fianchi e le manovre a cuneo. La fanteria invece avrà continuamente bisogno del supporto delle retrovie per dare il meglio. E spesso il destino di una battaglia si rivelerà quando una manciata d’unità rifiuterà la rottura, mantenendo i nervi saldi. L’attenzione ai dettagli in termini di uniformi, vessilli e composizione dell’esercito è infine di prim’ordine. Questa serie migliora con ogni update, ed è giusto darne atto tanto a Byzantine Games quanto a Slitherine.
DA AVERE SENZA RISERVE
Field of Glory II: Medieval – Storm of Arrows continua la politica di Byzantine Games rivolta ad espansioni corpose senza stravolgere una formula consolidata e vincente. Per i giocatori che hanno seguito il titolo fin dal lancio, questo dlc è sicuramente un “must-buy”, sia per il contesto storico che per la mole di contenuti offerti. Non si limita infatti ad aggiungere liste dell’esercito, poiché tutte le nuove unità prevedono molteplici usi tattico-strategici diversi.
Le campagne proposte sono lunghe e coprono un numero di nazioni capaci di appagare quasi tutti gli appassionati d’epoca medievale. Arrivati a questo punto, un Field of Glory II: “Medieval Empires” non è più una chimera.