Diplomacy is Not an Option, anteprima
Pugno di ferro col popolino e orde di rivoltosi a cui resistere nel titolo d'esordio dello studio Door 407
Quello di Diplomacy is Not an Option è il tipico caso in cui, già dal nome, si intuisce dove si vuole andare a parare. Il contesto è quello di un rts con elementi survival e tower defense, in cui dovremo difenderci dalla rivolta di miserabili popolani nei panni di uno spocchioso lord feudale. Il tutto al comando dei pochi che hanno scelto di rimanerci fedeli.
Dietro allo sviluppo troviamo Door 407, uno studio indipendente russo i cui componenti sono uniti dalla comune passione per i giochi di strategia. Stronghold, Age of Empires, Civilization e via discorrendo. Vediamo quindi cosa ci propongono in questa anteprima di Diplomacy is Not an Option. Il quale, ricordiamo, è disponibile in accesso anticipato su Pc, via Steam, Epic Games Store e GOG. Buona lettura.
PLEBE IN RIVOLTA
Al momento, la campagna presente in Diplomacy is Not an Option conta ben pochi livelli. Perciò la maniera migliore di esplorare quanto il titolo ha da offrire è certamente la modalità Endless. Dove, similmente a quanto avviene in Age of Darkness: Final Stand, il nostro obiettivo sarà quello di resistere a ondate crescenti di nemici. In questo caso non si tratta però di belve demoniache, bensì plebei in rivolta.
In comune però c’è il fatto che dovremo fronteggiarne a decine, centinaia, e anche migliaia. Schiere di sudditi inferociti desiderosi unicamente di appendere la nostra testa a una picca. Al comando di pochi fedelissimi, dovremo perciò erigere una fortezza in grado di resistere alle ondate progressivamente più intense di attacchi, senza dimenticare di curare il lato economico (oltre che quello bellico ndr).
Similmente alle meccaniche stesse, l’intefaccia di gioco si presenta tanto pulita quanto semplice e intuitiva. Anche il tradizionale processo di “crescita” di un insediamento all’interno di un rts è stato snellito per favorire la parte bellica. Per esempio, non sarà necessario assegnare i singoli lavoratori a un compito. Come in un gestionale, non dovremo fare altro che costruire le strutture interessate nei luoghi “giusti”. Una segheria nei pressi di un bosco, una miniera su una cava, e via discorrendo.
Il tutto senza dimenticare la necessità di costruire le case necessarie per gli abitanti, indipendentemente dal loro essere reclutati come soldati o meno. Trattandosi però di un fantasy medievale, figura nondimeno la possibilità di effettuare alcuni incantesimi (al costo di speciali cristalli che potranno essere raccolti radendo al suolo piccoli insediamenti per la mappa). Dall’evocazione temporanea di alcuni speciali guerrieri a una potente pioggia di meteore in grado di spazzare via una consistente orda nemica.
SEMPLICE E DIVERTENTE
Anche se le battaglie (campali e non) costituiscono un po’ il fulcro di Diplomacy is Not an Option, colpisce la cura riservata anche ad altri aspetti. Per esempio, a differenza di molti altri titoli i cadaveri non svaniranno semplicemente nel nulla. Infatti bisognerà costruire dei cimiteri in cui i becchini potranno seppellire i cadaveri, per evitare l’insorgere di epidemie che potrebbero intasare gli ospedali dell’insediamento. Una non trascurabile enfasi sulle strutture sociali dunque, unita al fatto che in mancanza di un adeguato sostentamento alimentare, gli abitanti finiranno letteralmente con il morire (invece di limitarsi al tradizionale malcontento).
Un altro aspetto che può sorprendere (se in positivo o negativo, dipende dal giocatore) è che al momento il progetto di Door 407 non prevede una modalità multigiocatore. Ciò detto, va evidenziato che l’IA nemica non è per nulla banale. Unita alla moltitudine di unità di cui potrà via via disporre, la sfida che ci verrà offerta sarà di tutto rispetto. Specie durante le ondate avanzate, in cui dovremo dar fondo anche alle nostre capacità di micro-gestione delle unità per riuscire a sopravvivere. Come recita il nome del gioco, infatti, la diplomazia non trova alcun varco.
Tecnicamente parlando, il titolo si presenta con una grafica low poly piuttosto semplice, ma dall’impatto non indifferente. Le animazioni presenti e la possibilità di zoomare a piacimento permettono infatti di scorgere l’attenzione posta dagli sviluppatori per i dettagli. Attraverso uno stile che pur non essendo propriamente realistico, risulta in grado di restituire un ottimo feedback di realismo, complice la sorprendente fisica presente nel gioco.
Da frecce che rimbalzano sulle mura di pietra a cadaveri sbalzati in tutte le direzione dopo essere stati colpiti da proiettili di catapulte et similia. A risultare invece un po’ minimalista è il comparto audio, dove gli effetti prodotti dalle battaglie risultano un po’ scadenti se comparati ai suoni ambientali e all’ottima voce narrativa che introduce gli eventi importanti. Così e così anche il fronte ottimizzazione, con il framerate che può essere sicuramente migliorato, soprattutto in presenza di molte unità a schermo.
PROMETTENTE
Diplomacy is Not an Option è un titolo che si poggia su pochi ma ben solidi presupposti. La strada intrapresa da Door 407 è senz’altro quella giusta, nell’ottica di offrire uno strategico che pur ricalcando molto di quanto il genere ha finora offerto, riesce comunque a far emergere una propria identità. La roadmap già tracciata dagli sviluppatori, oltretutto, è di quelle che fa ben sperare. In attesa di poter, tra le altre cose, creare le nostre mappe tramite l’editor che verrà implementato in futuro, dunque, vi raccomandiamo di dare una possibilità al gioco. Poco diplomatico, ma molto divertente.