Titan Quest Eternal Embers, recensione

La quarta espansione offre la nuova maestria del Neidan, ci riporta nella mitologia cinese e propone ulteriori novità all'arpg ad ambientazione "mitologica"

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Quando Titan Quest uscì in quella magica estate del 2006 in pochi avrebbero immaginato che, a distanza di quindici anni e mezzo, avremmo parlato di una nuova espansione. In questi anni, l’action Rpg ad ambientazione mitologica ed uno delle alternative a Diablo, è passato dall’oblio alla rinascita. Ed è stato rivoluzionato.

I fan più sfegatati hanno sperato, soprattutto dopo il rilancio del gioco nel 2016 con la Anniversary Edition a cura del nuovo publisher THQ Nordic (ex Nordic Games per intenderci), in un Titan Quest 2.

La Anniversary Edition che festeggiava i 10 anni dell’uscita del gioco portava sugli store digitali (Steam in primis) una versione adeguata ed aggiornata con tante caratteristiche in più ed oltre mille aggiustamenti. Fu solo la prima di tre sorprese più grandi che si traducono in altrettante espansioni. Badate bene, espansioni, non semplici dlc. Non andiamo oltre ma a titolo informativo arriviamo subito al dunque. Eternal Embers è stata l’ultima sorpresa in ordine cronologico. Uscita ad inizio dicembre 2021 porta gli appassionati in un nuovo capitolo nella mitologia della Cina Imperiale già sfiorata nel gioco “liscio” con un passaggio del nostro eroe nel terzo capitolo della Storia.

Titan Quest Eternal Embers è firmato da Digital Arrow che per THQ Nordic ha sviluppato questo nuovo (enorme) segmento del gioco. L’espansione segue Atlantis (2019) e Ragnarok (2017) ed è la quarta espansione del titolo dopo Immortal Throne, la prima uscita nel 2007 e l’ultima sviluppata da Iron Lore, autori del gioco originale e poi dissolta. Alcuni fondarono Crate Entertainment che ha dato vita a Grim Dawn, altro (spettacolare a nostro avviso) arpg isometrico alla Diablo.

ETERNAL EMBERS, UNA NUOVA SFIDA PER TITAN QUEST

Proporre una nuova grande espansione per un gioco di per sé estremamente ampio può essere una sfida nella sfida per tanti motivi. In primis quella tecnologica. Non tanto, intendiamoci, per la difficoltà intrinseca nello sviluppo ma quanto per far si di non squilibrare a livello tecnico una coperta che – inevitabilmente – col passare degli anni si è sempre più assottigliata.

Tutto sommato Digital Arrow ha vinto, lo diciamo fin da subito, la sua sfida. Il motivo è presto detto: c’è stato un netto miglioramento delle prestazioni del gioco che ha meno rallentamenti e più “stabilità”. Una impresa che nelle precedenti due espansioni era stata lisciata.

Le prestazioni di Titan Quest sono decisamente migliorate e con meno evidenze.

LA SFIDA PER I GIOCATORI

Titan Quest Eternal Embers porta diverse altre novità oltre al capitolo nuovo della storia che è accessibile solo per chi ha completato Immortal Throne o Ragnarok a difficoltà Leggendaria e quindi dopo aver concluso il gioco nelle difficoltà precedenti. Battere quindi Hade o Surtr per poi imbattersi nella nuova sfida andando nel nuovo portale.

Non avete concluso il gioco e non avete 100 (e passa) ore disponibili per “l’impresa”? Niente paura. Questo capitolo è fruibile anche direttamente grazie alla nuova possibilità di poter creare personaggi leggendari di 70mo livello. In questo caso partirete direttamente dall’ambientazione dell’espansione. Dovrete distribuire i punti abilità e scegliere le maestrie ed i relativi punti maestria. Nondimeno sarà anche possibile ottenere equipaggiamento (quasi) adeguato per iniziare la sfida nella nuova ambientazione.

Rimane poco comprensibile aver dato accesso a questa espansione solo alla difficoltà Leggendaria. Ed affrontare con un personaggio nuovo di zecca questa espansione non sarà proprio una passeggiata.

LA CLASSE NEIDAN ED ALTRE NOVITÀ

Tra le novità di Eternal Embers la nuova maestria, la undicesima del gioco. Il Neidan, un personaggio a metà tra l’alchimista e lo stregone. Un mistico alchimista che usa intrugli mortali ed abilità per annientare i suoi nemici.

Da questo derivano altri incroci interessanti con le restanti dieci maestrie.  Ad esempio, il Neidan con la maestria dello Spirito dà vita allo Spiritualista. In coppia con la Natura dà l’Eremita, con il Furfante dà il Distruttore, con il Cacciatore diventa Pellegrino, con la Tempesta diventa Incanalatore. Ed inoltre, con la Terra diventa Wu, con il Difensore diventa Monaco, con l’Attaccante il Daoista, con il Sogno il Contemplatore e con le Rune diventa Esoterista.

Sotto questo aspetto, il gioco si reinventa e grazie alla possibilità di creare un personaggio a livello 70 è possibile provare fin da subito queste novità con relativi pregi e difetti.

ULTERIORI CONTENUTI

MITOLOGIA CINESE

Eternal Embers ci immerge nella mitologia cinese. Tutto è al suo posto e dal punto di vista artistico non ci si può lamentare.

Avremo tante cose da fare in una mappa enorme. Anche troppo e questo potrebbe anche stancare chi non è abituato. Ad onor del vero questa espansione è rivolta, a nostro avviso, agli irriducibili. Quest’ultimi non dovrebbero avere problemi con i dungeon enormi e con orde di nemici infami che possono risultare letali e difficili da superare.

Forse, la cosa che convince di meno potrebbe essere la varietà dei nemici. Tenta o giù di li potrebbero sembrare simili.

Giusto anche ricordare come ci sia una spruzzatina di mitologia Egizia per non essere totalmente monotematica.

DA AVERE SENZA RISERVE

Titan Quest Eternal Embers è stata una sorpresa. Non sempre positiva perché dopo quattro espansioni c’è sempre la paura di trovarsi di fronte ad un allungamento del brodo. Paura in parte confermata perché diventa, nonostante le novità, ripetitivo ancor di più. E poi, diciamoci la verità, speravamo in Titan Quest 2 ma lungi da noi disprezzare, anzi.

Rimane, infatti, soprattutto per i più appassionati, una nuova esperienza. Inoltre porta non solo diverse novità ma offre una nuova stabilità tecnica. La famosa “coperta corta” data da un motore grafico datato anche se interessante (lo potete notare in Grim Dawn quando lo sia soprattutto se aggiornato tecnicamente), è stata finalmente aggirata in buona parte da un lavoro di stabilizzazione davvero notevole. E non era facile visto che si doveva mettere mano ad un lavoro vecchio di oltre 15 anni, riarrangiato da altri (Pieces Interactive). Questo è un grande pregio.

E questo è già un bellissimo risultato. Nondimeno, Digital Arrow ha comunque realizzato una buonissima espansione, paragonabile a Ragnarok (e probabilmente ai decimi di punto migliore) con qualche contenuto supplementare rispetto ad Atlantis. Il Neidan, pur non incontrando il massimo dei favori, è comunque una novità gradita. Le ulteriori combinazioni con le altre classi offre ancora varietà.

Le diverse pozioni aggiuntive danno ulteriore brio all’espansione ed al gioco. È vero che per giocare nella Cina Antica potrete anche realizzare il personaggio di 70mo livello fin da subito, è altrettanto vero che il Neidan lo si può utilizzare fin da subito. Il fascino di costruirsi da zero il personaggio/build è sempre innegabile e crescere con nuove combinazioni può comunque essere stimolante.

In quanto all’ambientazione ed ai contenuti nulla da aggiungere, se non il fatto che inevitabilmente diventa tutto ripetitivo. Lo era già da prima. Si è cercato di dare brio e frizzantezza al gameplay per non farlo diventare monotono. Tutto sommato la missione è riuscita. Peccato non sia, a tal proposito, aumentato il level cap, fermo ad 85.

Chi ha il gioco e tutte le espansioni non può non mancare questo nuovo appuntamento. In attesa di Titan Quest 2 che a questo punto attendiamo con ancora più ansia senza, però, avere la certezza che sia in programma o sia volontà del publisher. Vedremo nei prossimi mesi. Ma abbiamo una certezza: Titan Quest non muore mai.

Pregi

Nuova espansione, grande e longeva. Tanti contenuti, pozioni nuove ed una maestria inedita con ulteriori sviluppi. Tecnicamente riesce a migliorare e dare stabilità ad un gioco di 15 anni fa.

Difetti

Il Neidan può essere interessante ma non per tutti. Ci sono novità dal punto di vista del gameplay, ma è sempre ripetitivo e dopo oltre 120 ore questo si nota.

Voto

8,5