Insurgency: Sandstorm, recensione PS4
Simulativo, tattico, un po' problematico; scopriamo la versione console dell'fps di New World Interactive
Insurgency: Sandstorm debutta per la prima volta (su Pc) nel 2018, per opera dello studio americano New World Interactive. Recentemente però gli sviluppatori con base a Denver, in Colorado, hanno rilasciato una versione console di questo sparatutto tattico in prima persona. Il quale si pone come sequel del primo Insurgency.
Titolo dello stesso genere che nel 2011 (anno della release ndr) riscosse un buon successo tra critica e pubblico. Ora però vedremo di scoprire come si comporta il suo successore. Di seguito la recensione della versione PS4 di Insurgency: Sandstorm. Vi ricordiamo che il gioco, distribuito da Focus Home Interactive, è anche disponibile su Xbox One e Steam. Buona lettura.
SOLDATI, É ORA DI FARE SUL SERIO
Insurgency: Sandstorm ci accoglie con una schermata che sprizza “multiplayer only” da tutti i pori. Un anonimo soldato attende impassibile la nostra personalizzazione, mentre scegliamo alcune opzioni base per l’aspetto fisico, che però sono tutte piuttosto generiche. Così generiche da non dispiacersi nel coprire il volto con maschere o simili.
Prima di poterci permettere i primi acquisti di vestiario, accessori e mimetiche associate, saranno necessarie diverse partite, con le quali otterremmo la valuta di gioco. Già personalizzabili da subito sono invece le oltre 50 bocche da fuoco, tutte ampiamente modificabili. Una vastissima scelta di ottiche di ogni tipo (anche combinate), varie impugnature, accessori per canna, sotto-canna e perfino proiettili segnalatori. Utilissimi per “indirizzare” il fuoco dei nostri compagni sui nemici sotto tiro.
Insurgency: Sandstorm fa del realismo il suo punto cardine. Infatti ci sarà un limite all’attrezzatura che potremo trasportare. Una volta raggiunta la soglia di “punti” massima, non potremo aggiungere (e quindi portarci in battaglia) nient’altro.
Anche il peso di armi ed equipaggiamenti secondari avrà un suo ruolo nella mobilità del soldato. Ma sarà compito del giocatore, infine, scegliere se sacrificare protezione ed equipaggiamenti per un approccio più “rapido”. Oppure se optare per un movimento più lento, dove però il nostro soldato sarà ben corazzato oltre che armato fino ai denti.
Un lavoro certosino è stato fatto per quanto riguarda le armi del titolo. Tutte sono state realizzate con una notevole cura per i dettagli. Oltre a ciò saranno ben riconoscibili l’una dall’altra, con suoni degli spari, rinculo e dispersione dei colpi che varieranno in ciascuna arma che andremo a utilizzare.
Anche le armi secondarie sanno il fatto loro, come pistole, lanciatori ed esplosivi di vario tipo. Generalmente molto fedeli alle originali e dal feeling (joystick alla mano) altamente realistico, seppur con una vaga e legnosa “lentezza” generale.
NEMICO A TERRA, LIBERO LA ZONA
Insurgency: Sandstorm offre un gunplay molto simile (se non identico) a quello del suo predecessore, che sotto questo aspetto era parecchio valido. Un’attenta cooperazione e un approccio tattico saranno invece le vere armi vincenti in ogni partita. Sia che si tratti di resistere a ondate di nemici controllati dall’IA, o da partite contro altri giocatori. Entrambe le modalità offriranno avvincenti scontri ad alta tensione.
Le mappe sono abbastanza varie, anche se presentano un generale “setting simil-afgano” fin troppo standard, che non osa mai abbastanza. Scarna la cura degli scenari, con oggetti e veicoli raffazzonati e gli alberi privi di fisica anche sotto bombardamento. Insomma vi sono numerosi dettagli lasciati al caso in un rivedibile design ambientale. Interessanti invece le missioni “al buio” in cui sarà necessario indossare dei visori notturni.
CONQUISTA, DIFENDI, RIPETI
Insurgency: Sandstorm non presenta alcuna campagna per singolo giocatore. Ciò che propone si concentra su modalità co-op e versus, prevalentemente incentrate sulla conquista e sulla difesa di obiettivi specifici. Le varianti presenti (di tali modalità ndr) non risultano particolarmente dissimili tra loro. Per quanto concerne invece il gioco cooperativo abbiamo: Outpost, Survival, Checkpoint e Checkpoint Hardcore.
Le prime due si basano sul controllo di obiettivi con armamenti sbloccabili e rientri limitati, mentre le altre sono un ibrido che combina “Demolizione” e “Rush”. Modalità già viste in altri fps. Nella hardcore saremo infatti sprovvisti di HUD, e perciò dovremo andare “a occhio”. Similari anche le categorie versus basate su conquista, difesa e avanzamento (obiettivo dopo obiettivo) attraverso la mappa di gioco.
In Insurgecy: Sandstorm il sonoro è davvero di ottima fattura, dalle esplosioni ai fischi dei proiettili che ci sfioreranno la testa. Il titolo di New World Interactive restituisce molto bene l’idea di una guerra che non lascia respiro. Piuttosto scarna invece la colonna sonora, che comunque nel suo (molto) piccolo si lascia apprezzare.
Una traccia in particolare ci ha ricordato da vicino il tema del film Sicario (2015). Buoni invece gli effetti sonori, spesso ansiogeni e capaci di “entrare in gioco” con un sorprendente tempismo. Specie in situazioni di stallo, in equilibrio tra la vittoria e la sconfitta.
PRONTI ALLA GUERRA CONTRO… DEI MANICHINI
Le classi in Insurgency: Sandstorm sono piuttosto diversificate. Ciascuna di esse presenta il proprio set di armi con degli equipaggiamenti esclusivi. Fuciliere, tiratore, specialista a corto raggio, demolitore (esperto di esplosivi ndr) ecc: livellando sarà possibile sbloccarle tutte. Ultima ma non meno importante è invece la figura del comandante, a cui tutte le classi fanno riferimento.
Soprattutto se in coppia con l’osservatore, grazie al quale sarà possibile richiedere supporto aereo di vario tipo. Tra i particolari degni di attenzione spicca la gestione dei caricatori, che dovremo monitorare per non rischiare di rimanere a secco in situazioni critiche. A seconda della situazione potremo scegliere se ricaricare “lentamente” salvando però ogni proiettile disponibile, oppure potremo gettare via un caricatore non ancora svuotato per una ricarica più rapida.
L’IA nemica lascia spesso a desiderare. Negli scontri co-op tutti i nemici si limiteranno a correre ovunque come formiche intorno al formicaio, fermandosi in posti spesso inadeguati al combattimento. I nemici passeranno senza alcun preavviso dal fissare i muri al bersagliarci con estrema precisione. Altre volte invece faticheranno a colpirci.
La tattica dell’IA nemica prevende quasi sempre l’assalto in massa dell’obiettivo, caricando senza logica come bovini al macello. Nessuna “reazione umana” alla vicinanza con le granate, le quali non impensieriranno le truppe nemiche. Le quali non mancheranno poi di mostrarci la reazione di un “ragdoll” sotto l’effetto di una spinta esplosiva.
ARRIVA LA TEMPESTA, MA NON É SABBIA
Sul fronte tecnico con Insurgency:Sandstorm siamo abbastanza in alto mare, o forse dovremmo dire in mezzo al deserto… Il titolo si è rivelato imbarazzante su più fronti, con problemi che non si limitano solo all’ estetica ma che vanno a rovinare la giocabilità affliggendo anche il realismo complessivo.
Dovranno passare interi minuti prima di ogni partita (così come nel poligono di tiro e nel tutorial) e alla fine, ad aspettarci, non ci saranno solo i nemici. Ma anche squallide texture delle mappe, con superfici che avranno bisogno di ulteriori e inspiegabili minuti caricamento prima di diventare accettabili.
Purtroppo le rogne non finiscono qui. Sarà più che comune ritrovarsi a sparare con armi aventi alcune parti invisibili. Ovvero con parti di texture non caricate a dovere. Di conseguenza appare inevitabile (e insieme pietosa) la scena che vede molti giocatori montare dei puntatori laser sulle armi per sopperire ai vari mirini (quando non intere armi) invisibili.
SALVATE IL SOLDATO FREEZE
Certo, nella foga degli scontri può capitare di riuscire a mettere in secondo piano i numerosi problemi tecnici finora menzionati… O almeno sarebbe possibile se non dovessimo fare i conti anche con frequenti freeze e crash del gioco. Specialmente in modalità Outpost, dove sarà difficile arrivare a finire una partita senza che il gioco si interrompa senza preavviso.
In quel di Insurgency: Sandstorm abbiamo infine una reazione ai colpi andati a segno talvolta imprecisa. Il che è abbastanza frustrante in un titolo dal time-to-kill estremamente basso. Bastano infatti ben pochi colpi a uccidere un avversario. A tutto ciò si aggiunge un framerate ballerino (incapace di tenere i 30 fps costantemente, alcuni difetti grafici anche sulle cortine di fumo e tutte le altre imperfezioni che abbiamo menzionato nel corso della recensione. Davvero un peccato.
POTREBBE DARE SODDISFAZIONI
Insurgency: Sandstorm è nel complesso uno sparatutto tattico parecchio simulativo e profondamente tattico, capace di regalare sessioni multigiocatore tanto intense quanto impegnative. Bisognerà però essere in grado di chiudere un occhio (a volte anche due) sui frequenti difetti tecnici, che minano la genuinità di un titolo che altrimenti avremmo potuto definire ben diversamente. Difficile aspettarsi un intervento serio da parte di New World Interactive: la speranza è che possano fare meglio la prossima volta.
Pregi
Un titolo di guerra molto tecnico tattico, che al netto dei suoi molti difetti riesce a ritagliarsi uno spazio tra i colossi del genere, complice il suo profondo spirito simulativo, che ha davvero pochi eguali.
Difetti
La realizzazione tecnica frettolosa e i dettagli malcurati impattano fortemente sulla giocabilità, cosa difficile da digerire in una produzione che fa (o vuole fare) del realismo il suo punto di forza.
Voto
6,5