A poco più di un anno dalla release della prima demo giocabile, The Riftbreaker ha finalmente debuttato su Pc e console. Si tratta di un progetto di indubbia natura derivativa, ma altrettanto promettente e affascinante. Dietro allo sviluppo del gioco troviamo Exor Studios, una software house indipendente polacca nata nell’ormai lontano 2007 e conosciuta per titoli come X-Morph Defense e Zombie Driver.
Il progetto, realizzato quindi da un team di sviluppatori tutt’altro che esordienti, ha anche convinto Microsoft in piena fase di sviluppo. E così il gioco è entrato a far parte del parco titoli compresi nell’Xbox Game Pass. Ma senza dilungarci eccessivamente in chiacchere andiamo ora a scoprire The Riftbreaker in questa recensione della versione Steam. Ricordandovi che il titolo è anche disponibile su Epic Games Store, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
DIREZIONE GALATEA 37
The Riftbreaker è ambientato in un futuro lontano, dove l’umanità è progredita tecnologicamente a tal punto da realizzare dei portali di teletrasporto. Così da poter viaggiare istantaneamente, all’occorrenza, da un capo all’altro della galassia. Nel frattempo è inoltre iniziata la colonizzazione di altre stelle e pianeti alieni per mano dei Riftbreaker. Coraggiosi scienziati addestrati a sopravvivere in qualunque ambiente, compresi quelli più ostili.
Nel gioco noi vestiremo proprio i panni di una di loro, Ashley Nowak, che viene inviata in avanscoperta sul pianeta Galatea 37 per verificarne “l’idoneità colonizzativa”. Qui saremo accompagnati da Mr.Riggs, una sofisticata intelligenza artificiale montata all’interno dell‘armatura meccanizzata (e ben equipaggiata) dove staremo per l’intera durata della missione.
Missione a cui potremo “partecipare” in due modi distinti. Da una parte troviamo la campagna, che assieme al prologo (disponibile stand-alone, anche dal menu principale) ci permetterà, giocando, di imparare i numerosi rudimenti necessari attraverso obiettivi mirati e specifici. Dall’altra avremo invece la modalità survival, che viceversa sarà completamente personalizzabile.
Sia a livello di difficoltà che di molte altre variabili, tra cui l’intensità e la frequenza degli attacchi da parte delle creature aliene. Inoltre in questa modalità vi saranno anche delle missioni con obiettivi generati casualmente, così da poter garantire una rigiocabilità virtualmente infinita. C’è da dire che al netto dell’assenza di una vera e propria trama, la sola campagna ci terrà occupati per decine e decine di ore. Figuriamoci poi il resto.
IBRIDAZIONE MECCANICA
Come abbiamo anticipato, The Riftbreaker è un vero e proprio ibrido che miscela (splendidamente, lo anticipiamo) action rpg, survival, base-building e tower defense. Meccaniche anche abbastanza differenti tra loro che Exor Studios fa tuttavia lavorare in perfetta sinergia, offrendo un prorompente gameplay “multistrato”. La visuale sarà invece isometrica, in pieno stile rts.
All’interno (e con l’aiuto) di Mr.Riggs, la nostra dottoressa Nowak non dovrà solo combattere le creature aliene ostili, ma anche raccogliere risorse e sviluppare le tecnologie necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Garantire un portale permanente tra Galatea 37 e il pianeta Terra. Per riuscirci potremo contare su numerosi strumenti e capacità.
Mr.Riggs (l’IA da cui prende il nome l’armatura, in sostanza) potrà essere equipaggiato liberamente, attraverso una ricca selezione di armi e strumenti. Molti dei quali dovranno però essere “scoperti” tramite lo sviluppo concreto della tecnologie annesse. Ci saranno sia armi “bianche” come spade, lance, martelli ecc che, ovviamente, un gran numero di bocche da fuoco.
Minigun, lanciarazzi, lanciagranate, lanciafiamme, mine, droni, blaster… La possibilità di gestire (anche in combattimento) in maniera indipendente il braccio sinistro e quello destro permetterà di combinare le armi a nostro piacimento. Per esempio una spada nel braccio destro e un lanciafiamme nel sinistro, così da poter fronteggiare in maniera “bilanciata” le orde di creature aliene. Almeno quelle meno corazzate.
ENERGIA MULTIFORME
Molte armi, molte abilità utili (ciascuna con un tempo di ricarica)… Tutto molto bello, ma sarebbe inutile senza un adeguato sostegno economico e tecnologico. Veniamo quindi alla componente base-building di The Riftbreaker, tanto efficace quanto intuitiva. Pur essendo molto ramificata e ricca di variabili da considerare, essa non raggiungerà mai la complessità propria, per esempio, di un Dyson Sphere Program (con il quale vi sono, comunque, non poche somiglianze).
Il funzionamento del nostro “impero” si reggerà fondamentalmente su due pilastri. I minerali e l’energia. Dei primi ce ne saranno diversi tipi: i più comuni, come carbonio e ferro. E i più rari, come il titanio, il palladio e altri ancora. Ciascuno di essi servirà a erigere costruzioni e a produrre armi e potenziamenti per la nostra armatura. Tuttavia ogni struttura (che si tratti di un estrattore di minerali o di una torretta difensiva) necessiterà di energia per funzionare a dovere.
Per produrla, Exor Studios ci fornirà diversi modi. Potremo per esempio adoperare l’energia “pulita”, ottenibile con pannelli solari, impianti eolici e stazioni geotermali. Oppure sarà possibile far ricorso a strutture capaci di generare molta più energia, ma che risulteranno meno “sostenibili” nel tempo. Come gli impianti a carbonio (da costruire direttamente sui giacimenti, che però non saranno infiniti) o perfino centrali nucleari.
Una volta assicurata una buona produzione di energia, per garantire il funzionamento delle strutture dovremo collegarle attraverso connettori, tubature e via discorrendo. Il tutto sarà facilmente attuabile grazie alla comoda “modalità di costruzione”, che ci farà visualizzare una griglia così da poter lavorare in maniera pulita e, all’occorrenza, ordinata.
ALIENI E CATASTROFI
In The Riftbreaker ciascuna struttura richiede quindi un flusso costante di energia per funzionare. Dall’interfaccia potremo inoltre monitorare in tempo reale il rapporto tra l’energia prodotta e quella consumata. Al di sotto della minimappa troveremo invece due icone relative all’efficienza energetica degli impianti solari ed eolici. Dove il valore produttivo standard (100% ndr) potrà variare in base agli “eventi”.
Oltre a un costante ciclo giorno-notte (dove senza la luce del sole, ovviamente, gli impianti solari non produrranno energia), sulla mappa potranno verificarsi diversi eventi casuali. Alcuni saranno favorevoli, come le le tempeste che quintuplicheranno l’efficienza delle strutture energetiche eoliche. Altri invece potranno rivelarsi problematici, per non dire catastrofici.
Piogge di meteore, tempeste elettromagnetiche in grado di mettere temporaneamente ko ognuna delle nostre strutture e molto altro ancora. Senza contare il piatto forte di Galatea 37: le invasioni operate da orde di creature aliene. Che non di rado, per fattezze e incredibile superiorità numerica, ci porteranno alla mente i “fiumi” di celebri mostri-insetto visti in Starship Troopers (sul cui franchise Slitherine, l’anno prossimo, rilascerà un gioco).
Oltretutto la mappa non sarà una soltanto. Galatea 37 comprende infatti diversi biomi, ciascuno con le sue specificità. Sia in termini di flora e “fauna autoctona” che di condizioni ambientali. Perciò all’interno di una non trascurabile diversità di mappe avremo a che fare con un’altrettanta, notevole varietà di creature. Non solo mostri-insetto, ma anche golem di pietra e tantissime altre. Tutte documentate e documentabili in una sorta di enciclopedia, liberamente consultabile in-game.
POTENZA TECNICA
Tra le mappe generate proceduralmente nella modalità survival e in generale la ricchezza dei contenuti che offre, The Riftbreaker garantisce un numero indefinito di ore di divertimento. La cura che Exor Studios ha apportato sul proprio progetto trasuda in ogni sua componente. Perfino nel combattimento, che temevamo essere un po’ il tallone d’Achille ma che viceversa si erge a simbolo della solidità del gameplay. I comandi (fluidi e reattivi) garantiscono una gestione ottimale di Mr.Riggs durante gli scontri.
I quali, oltretutto, saranno tutt’altro che lineari e scontati. Non dovremo fare i conti solo con fattori ambientali, ma anche con le debolezze e le caratteristiche delle varie creature. Alcune resistenti al fuoco, altre ai proiettili di calibro piccolo, altre alle armi da impatto, e così via. Tutta questa abbondanza di elementi e variabili si manifesta attraverso un sorprendente comparto tecnico, che può inoltre avvalersi della tecnologia ray tracing.
Grafica, ombre, luci, effetti particellari… L’impressione sarà quella di trovarsi di fronte a un autentico tripla A. Ciò che però colpirà davvero saranno i dettagli. Il sangue delle creature maciullate sul terreno, la vegetazione mossa dal vento o dal veloce e imponente passaggio di Mr.Riggs… Tutte prodezze rese possibili dallo Schmetterling 2.0, l’ultima e più recente versione del motore di gioco realizzato internamente da Exor Studios (e già adoperato, sia pure in forme meno avanzate, nei suoi titoli precedenti).
A rovinare parzialmente la festa avremo alcuni cali di framerate, che si manifesteranno soprattutto e inevitabilmente durante le situazioni più caotiche. Dopotutto, la quantità di creature aliene a schermo potrà raggiungere quote veramente esorbitanti. Non abbiamo dubbi sul fatto che future patch verranno incontro a queste piccole lacune di ottimizzazione. Senza contare che gli sviluppatori hanno già annunciato di essere al lavoro sull’implementazione di una feature della quale, comunque, si sente la mancanza: una modalità cooperativa online.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
The Riftbreaker è la sorpresa che non ci si aspetta. L’outsider che compie un’impresa inaspettata. Il nano che troneggia come fosse un gigante. Se uno non sapesse di trovarsi di fronte a una produzione indipendente, farebbe fatica a crederci. Exor Studios ha veramente fatto centro, riuscendo nella difficile impresa di miscelare alla perfezione tanti elementi e meccaniche diverse. La mancanza di una trama strutturata risulta impercettibile dinanzi alla robustezza del gameplay, che si manifesta eccellentemente sia sul fronte strategico che su quello action. L’annuncio degli sviluppatori inerente all’inizio dei lavori su una modalità cooperativa online suggella quindi lo spessore di uno dei titoli più appassionanti dell’anno. Il quale, oltretutto, si poggia su un comparto tecnico che può perfino annoverare la presenza del ray tracing. Chapeau, Mr.Riggs.
Pregi
Incredibilmente bilanciata miscela tra generi anche molto diversi tra loro. La solidità e la profondità del gameplay è impressionante. Comparto tecnico da Serie A, con un plauso per i dettagli accentuati dalla forza del motore proprietario Schmetterling 2.0. Longevità difficile da definire.
Difetti
Nelle situazioni più concitate il framerate fa una fatica non indifferente a rimanere stabile. Mancanza (solamente temporanea, per fortuna) di una qualsivoglia modalità multigiocatore.
Voto
9,5