Quello in cui Far Cry 6 ci ha (ri)portato è un universo fatto di esplosioni, mondi sempre più ricchi di dettagli e uno stile che nasconde sempre una profondità che sfugge, all’apparenza. Difatti questo sesto capitolo del franchise targato Ubisoft non fa eccezione. Esso ci conduce a Yara e alla lotta contro il tiranno Anton Castillo, in una ribellione combattuta a suon di guerriglia dove bisogna liberare il popolo. Oppresso dal pugno di ferro del suddetto tiranno, grandemente interpretato da Giancarlo Esposito.
Ma invece che intrighi politici o una guerra civile in piena regola, ciò che Ubisoft ha lasciato maggiormente trasparire prima della release del titolo sono stati, tra le altre cose, coccodrilli nei vestiti e zaini esplosivi. Tutto questo è ciò che dà vita a questa ribellione, pronta a espandersi nell’open world tropicale in cui dovremo agire. Di seguito la nostra recensione della versione Pc di Far Cry 6, curata dal nostro Claudio Szatko. Vi ricordiamo che il titolo è altresì disponibile su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, Stadia e Amazon Luna. Buona lettura.
SOTTO IL REGIME DI ANTON CASTILLO
In questa nuova avventura d’azione in prima persona e da vivere in un ricchissimo open world ci ritroveremo a Yara. Una nazione caraibica fittizia che si trova sotto al giogo della dittatura crudele e spietata di “El Presidente” Anton Castillo. Noi giocheremo nei panni di Dani Rojas, una ragazza (o un ragazzo, visto che potremo scegliere il sesso all’inizio del gioco) che per alcuni motivi diventerà una guerrigliera, unendosi poi a un movimento rivoluzionario.
L’obiettivo sarà liberare il paese dal tiranno, intraprendendo ogni sorta di attività e missioni alla ricerca della libertà. La sceneggiatura alla base del contesto rispetta la tradizione Ubisoft. Affronta temi molto interessanti, complessi e sensibili in maniera abbastanza semplice e intuitiva. Di contro tali temi non vengono mai veramente approfonditi, ma di fatto solamente “posti sul tavolo”, mostrandoci le varie facce di questa caotica rivoluzione. Naturalmente la vera star dello show è Anton Castillo.
Una figura imponente e davvero ben realizzata, con idee terribilmente chiare su come governare un paese. Idee che ci faranno rizzare i capelli in testa in più di un’occasione, poichè lui non esiterà a sacrificare fino all’ultimo abitante di Yara per perseguire i suoi scopi. In termini generali è un cattivo molto più “serio” e meno stravagante rispetto a quelli proposti nei titoli precedenti del franchise.
Ad accomunarlo ai suoi precedenti “colleghi” vi è il tipico tocco di follia, che in questo caso viene manifestata in modo molto più spaventoso e incredibilmente realistico. Vogliamo anche sottolineare l’impressionante contrappunto rappresentato da suo figlio Diego. Che in più occasioni dubiterà circa le azioni crudeli e spietate di suo padre, fino a compiere un’evoluzione molto interessante e coerente nel corso della trama.
YARA, UN PARADISO CONGELATO NEL TEMPO
Come abbiamo detto, Far Cry 6 si svolge a Yara. Un’isola fittizia dell’America centrale che è stata “congelata nel tempo” dopo la rivoluzione del 1967. E se questo vi ricorda Cuba, siete sulla strada giusta. Ciò che Yara condivide con le sue controparti geografiche reali sono le spiagge paradisiache, le paludi piene di coccodrilli, le giungle e i piccoli villaggi. Parallelamente troviamo anche vecchie case in stile coloniale e tante piantagioni di tabacco.
Ma è forse la capitale, Esperanza, che risulta capace di ricordare più da vicino l’Avana. Gli edifici e i mounmenti sono malridotti dal tempo, e le sue strade sono fiancheggiate da pattuglie militari e vecchie auto americane. La gente, la musica della radio, i manifesti e i graffiti sono tutti elementi che ci daranno l’impressione di trovarci nella capitale cubana. E lo stesso si può dire della fauna, della flora, delle montagne e delle scogliere. Si tratta di un’isola piena di contrasti, ma anche di bellezze naturali.
Oltre che un paradiso, Yara infatti è un’accesa zona di guerra. Il terreno ideale per mettere in gioco le nostre abilità nei panni di Dani Rojas. In pieno stile Far Cry, le tipiche missioni riguarderanno la sostituzione delle torri di guardia e la conquista di accampamenti nemici. Ma rispetto al passato la loro presenza appare ben più giustificata dal contesto. La mappa di gioco rifletterà i nostri progressi, mutando a ogni azione rivoluzionaria comprata.
Le bandiere del paese verranno via via rimpiazzate dai simboli della guerriglia per la libertà. Ma come è lecito aspettarsi ci sarà tanto altro da fare. Scorazzare liberamente per l’isola, cacciare, cucinare, pescare e persino competere in combattimento tra galli. Eppure ciò che abbiamo amato di più è stata la capacità del titolo di generare situazioni uniche.
Far Cry 6 può contare infatti su un motore di gioco incredibile, capace di generare momenti epici. Ecco perchè per quanto possibile raccomandiamo di non usare il viaggio veloce per gli spostamenti. Durante il free-roaming ci siamo imbattuti in cose veramente folli. Cavalli al galoppo che dopo essere stati colpiti da una molotov della guerriglia, finiscono con l’incendiare a loro volta una piantagione di tabacco. Soldati che dopo essere saltati giù da un elicottero col paracadute vengono massacrati dai coccodrilli. E tanto altro. Tra le numerose missioni secondarie vogliamo evidenziare le cosiddette “storie yaran”.
Incarichi particolarmente elaborati che offriranno interessanti ricompense, e cacce al tesoro. Questi ultimi potranno essere armi uniche o pezzi di equipaggiamento. I quali, per essere ottenuti, richiederanno la risoluzione di piccoli puzzle ambientali. Tutte trovate interessanti che assieme formano la ricchissima dose di divertimento che questo sesto capitolo della serie si è rivelato capace di offrire. Prima di stufarsi di Yara passeranno settimane. Forse anche mesi. E potremo persino riconquistarla in compagnia di un amico (sia modalità principale che missioni specifiche) tramite la co-op online.
DANI ROJAS, PROFESSIONE GUERRIGLIERA/O
Appena inizieremo a muoverci in Far Cry 6, uno dei rivoluzionari di Libertad ci darà un prezioso consiglio. Usare lo strumento giusto per il lavoro giusto. E in tal senso, Dani Rojas sarà proprio “sopra le righe”. In quanto ex veterana/o dell’esercito, nei suoi panni potremo maneggiare e modificare un vasto arsenale, pilotare qualunque veicolo terrestre, acquatico e aereo, e anche cavalcare abilmente.
A volte il terreno di Yara ci impedirà di usare veicoli. Tuttavia potremo rimediare con l’utilizzo di un rampino, di una tuta aerea e di un paracadute. Inoltre sarà possibile costruire accampamenti e inviare gruppi di guerriglieri a svolgere incarichi secondari in nome della libertà. Ma la nostra o il nostro Dani Rojas non sarà solamente sostenuta/o dai gruppi rivoluzionari.
Nel corso del gioco, svolgendo delle missioni secondarie specifiche, saremo in grado di farci affiancare da degli “amici” molto speciali. Nella fattispecie si tratterà di animali domestici particolari, come il coccodrillo Guapo, il cane Chorizo e il gallo Chicharròn. Essi saranno solo i primi a poter essere reclutati. E pur non risultando veramente decisivi in combattimento, farsi accompagnare da loro risulterà molto divertente.
RISOLVERE I PROBLEMI
Se c’è una cosa che caratterizza gli abitanti di Yara, è la loro capacità di trarre il meglio da ogni situazione. Dani infatti potrà raccogliere dallo scenario ogni sorta di materiali. Rottami metallici, benzina, pinze… Tutte risorse che potranno essere usate per costruire e migliorare sia armi ed equipaggiamenti che veicoli. Si tratta di modifiche sia funzionali che estetiche, perciò suggeriamo di non perdere l’occasione di cimentarsi con i banchi degli strumenti disponibili.
Il migliore esempio è “il supremo”. E non si chiama così per caso. Parliamo di una serie di zaini realizzati da Juan Cortez, che conferiscono abilità speciali. Un supremo ci permetterà di lanciare sbarramenti di artiglieria, un altro ci spingerà in aria per breve tempo. Altri saranno persino in grado di lanciare impulsi elettromagnetici capaci di abbattere gli elicotteri. Questi zaini saranno tra le nostre più potenti risorse in combattimento, anche se il loro utilizzo tra l’uno e l’altro richiederà dei tempi di attesa.
MERAVIGLIA PER OCCHI E ORECCHIE
La nostra prova di Far Cry 6 si è svolta su Pc, piattaforma dove la qualità visiva è innegabile. Questo nonostante il fatto che si tratta di un titolo cross-gen: cosa che impedisce alla base di esprimere le sue massime potenzialità tecniche. Ciò detto ci troviamo dinanzi a un risultato veramente eccezionale. Grafica, luce e rifletti sono molto buoni, e con il ray-tracing la meraviglia aumenta ulteriormente. Talvolta abbiamo registrato dei cali di framerate, ma nulla di veramente preoccupante. Viceversa non possiamo non menzionare l’IA.
Da una parte capace di generare tante situazioni divertenti e particolari in modo casuale. Dall’altra però è tutt’altro che esente da difetti, come si può evincere, talvolta, dal comportamento di alcuni alleati guerriglieri. Il plauso dobbiamo invece farlo senza riserva alcuna al comparto audio, con una colonna sonora su licenza che non potrebbe essere più appropriata al contesto. Quanto bei momenti passati con in sottofondo “la gozadera”, “Fuego” o persino la familiare “Bella Ciao”. Il buon doppiaggio in spagnolo latino migliora ulteriormente l’atmosfera, ma essere privati alla base della scelta di un doppiaggio in italiano (assente) ci ha un po’ indispettito. Dopotutto non parliamo di una produzione di modesta entità.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Far Cry 6 è un titolo dalle enormi proporzioni, ben scritto e con un design accattivante. Contrariamente alle apparenze ci sono molti modi di affrontare ciascuna missione, e la varietà di incarichi è indiscutibile. La nuova ambientazione, con una speciale menzione per l’eccezionale cattivo Anton Castillo, si sposa egregiamente con tutte le altre componenti. A partire dalla stupendamente calzante colonna sonora. Anche se l’impostazione generale non è così “fresca” (in quanto già sperimentata in titoli come Just Cause) non possiamo che consigliare a mani basse questo nuovo capitolo della serie targata Ubisoft. Tanto vario quanto estremamente divertente. Viva la rivoluzione!
Pregi
Un sandbox tanto vario quanto enorme. Lo spessore di Anton Castillo mette in imbarazzo tutti i cattivi precedenti della serie. "Il supremo" aggiunge una notevole varietà al gameplay. Tecnicamente quasi ineccepibile...
Difetti
... Al netto di alcuni cali di framerate. Alcune missioni sono decisamente meno interessanti di altre.
Voto
9