Lo scorso aprile abbiamo dato un’occhiata a Warhammer 40.000: Battlesector, nuovo prodotto di casa Slitherine. Dietro allo sviluppo troviamo invece Black Lab Games, ormai alla ribalta dopo la realizzazione dell’ottima serie incentrata sulle vicende di Battlestar Galactica: Deadlock.
Nel corso dell’anteprima in questione abbiamo evidenziato le potenzialità di un titolo di non facile gestione, soprattutto per un brand che vanta tantissimi appassionati molto attenti al rispetto del background di luoghi, personaggi e fazioni. Sgomberando il campo da ogni possibile dubbio, possiamo già evidenziare quanto questo titolo sia un ottimo prodotto, e ora ci apprestiamo a evidenziarne punti di forza e criticità.
Di seguito la recensione della versione Pc di Warhammer 40.000: Battlesector. Vi ricordiamo che il gioco è inoltre disponibile su PS4 e Xbox One. Buona lettura.
UNA LORE PROFONDA
Warhammer 40.000: Battlesector non è solo uno strategico ambientato nell’universo fantascientifico di Games Workshop. Infatti offre una connotazione precisa anche per quel che riguarda la lore dal punto di vista cronologico. La sua collocazione temporale lo inserisce nel mezzo delle vicende legate alla famosa Crociata Indomitus. Per capire di cosa si tratta, vi basti pensare che negli ultimi anni Games Workshop ha pubblicato numerose campagne narrative.
I conflitti hanno così portato alla rottura del tessuto della realtà, culminata con la tempesta warp nota come Occhio del Terrore. Questo terrificante evento si è espanso a dismisura, spazzando via metà della galassia e dando vita alla Cicatrix Maledictum. Con il fine di riconquistare molti mondi dell’Imperium Sanctus, perduti durante il Warp, l’Impero prepara dunque una nuova campagna: la Crociata Indomitus. I Tyrannidi non ci pensano due volte.
E così, con l’Impero impegnato, decidono di attaccare il sistema Baal, pianeta culla dei Blood Angels, altro Capitolo iconico tra gli Space Marine. E sarà proprio lì che verremo chiamati a comandare i nostri uomini per estirpare il male blasfermo portato da questa presenza indesiderata. Warhammer 40.000: Battlesector ci vedrà impegnati in diversi territori del sistema, sia nel pianeta principale che tra le sue lune.
La struttura della campagna e buona parte del gameplay ci hanno ricordato subito un altro prodotto di casa Slitherine, Warhammer 40.000: Sanctus Reach. A differenza della meccanica WEGO utilizzata in Battlestar Galactica: Deadlock, la nuova creatura di Black Lab Games usa invece un sistema non lontano dallo IGO-YUGO visto in altri wargames. Questo sistema permette al giocatore di dare ordini a più unità durante il movimento delle stesse. È una scelta che condividiamo poichè finisce col rendere il gioco più veloce senza perdere nulla in termini tattico/strategici.
MOMENTUM, MOMENTUM..
Soffermandoci sul gameplay, scontato protagonista di ogni partita, avremo unità con a disposizione un determinato numero di punti azione. Questi saranno utilizzabili sia per il movimento che per l’uso di armi e abilità. Una meccanica interessante è però quella riservata all’overwatch. Spendendo tutti i punti azione di una o più unità, esse entreranno in uno stato che gli permetterà di reagire in modo automatico ai movimenti delle truppe guidate dall’AI. Ovviamente entro il proprio raggio d’azione.
Oltre ai classici combattimenti con armi a distanza, potremo usare armi da mischia e in particolare gli eroi, che godranno di alcune interazioni con l’ambiente tutt’altro che scontate. Altro importante fattore è quello relativo ai punti Momentum (da non confondersi con il momentum di Fifa e PES). Spendendo punti azione, attaccando o entrando nel raggio di creature nemiche, accumuleremo questi punti. Una volta raggiunta la quota di 100 punti, potremo spenderli per godere di un’azione aggiuntiva o potenziare le abilità a nostra disposizione.
Detta così, sembrerebbe una meccanica davvero troppo a vantaggio del giocatore. Tuttavia c’è un rovescio della medaglia da non sottovalutare. Se ad esempio spenderemo un intero turno senza muovere un passo o sparare un colpo, tutti i punti verranno eliminati.
Il tutto, potrebbe erroneamente portare un giocatore poco esperto a caricare a testa bassa, sparando ad ogni cosa in movimento. Sarebbe una strategia pessima, poiché i Tyrannidi, gli antagonisti della storia, sono dannatamente veloci. E oltretutto sono in costante superiorità numerica (e non di poco).
SOLO (O QUASI) CONTRO TUTTI
Durante le nostre partite ci siamo quasi sempre trovati in inferiorità numerica. E in molti casi, una battaglia che consideravamo ormai persa si è ribaltata in seguito all’arrivo di rinforzi di cui non avevamo tenuto conto. L’intera campagna di Warhammer 40.000: Battlesector è pregna di questo “senso del pericolo”. Quasi un fratello tra i soldati, esso ci terrà svegli e pronti (o quasi) a rispondere a minacce talvolta inattese.
Il tutto non è da considerarsi un punto a sfavore. Benchè il gioco offra un grado di sfida superiore alla media, questa innata difficoltà sarà indubbiamente un must per gli appassionati di strategici in fuga dalla vita facile. L’unico neo è forse rappresentato dal sistema a obiettivi che decretano il successo delle missioni. Esso è sì presente, ma richiede ogni volta di eliminare la blasfemia dai territori, pena l’impossibilità di passare allo scenario successivo.
Pur non facendo gridare al miracolo, il comparto tecnico del titolo di Black Lab Games è di tutto rispetto. Non si raggiungono le vette toccate con Battlestar Galactica: Deadlock (dove si poteva aumentare lo zoom fino a vedere i segni delle battaglie sui viper), ma nel complesso il risultato è comunque soddisfacente.
Ogni unità gode di un certo numero di dettagli. Cosa che permette di distinguerla facilmente tra le numerose disponibili. Lo stesso trattamento è stato riservato agli ambienti e agli eroi, con armi, armature, animazioni ed effetti visivi molto curati. In questo frangente a eccellere risultano le esplosioni, davvero entusiasmanti e stilisticamente corpose.
DA AVERE SENZA RISERVE
Dobbiamo ammetterlo. Quando Warhammer 40.000: Battlesector venne annunciato siamo partiti un po’ prevenuti. Aspettavamo con ansia nuove avventure in quel delle Dodici Colonie, e sapere che che Black Lab Games avrebbe posto l’occhio altrove ha suscitato in noi più di un dubbio. Tuttavia siamo stati smentiti, e ne siamo contenti. Abbiamo di fronte un buon gioco, longevo e con un grado di sfida decisamente sopra la media. Peccato per le sole due fazioni presenti, che speriamo possano essere presto rinforzate da un corposo numero di contenuti digitali dedicati. Tolto questo boccone amaro, grazie a una lore tutta da approfondire e a un comparto tecnico all’altezza della situazione, è nondimeno un acquisto da prendere in seria considerazione per ogni appassionato del franchise.
Pregi
Una buona e divertente campagna. Tante unità disponibili, tutte con un ottimo livello di dettaglio. Difficoltà sopra la media.
Difetti
Le condizioni di vittoria sono da ottimizzare. Solo due fazioni giocabili.
Voto
8