Se fossimo nel 2019, in questa recensione di Svoboda 1945: Liberation avremmo parlato di un’avventura ambientata durante il “terribile periodo” della Seconda Guerra Mondiale. Il nostro tono, e soprattutto il nostro approccio sarebbe stato serio e approfondito, come d’abitudine. Ma il corso degli anni ha attenuato fortemente le sensazioni evocate da un periodo così tumultuoso.
Ad oggi, esso viene spesso e ingiustamente relegato a mirabolanti esplosioni o strategia su piccola e vasta scala. L’aspetto umano è quasi sempre tenuto in disparte. Non certo per personaggi o vicende, quanto per sentimenti, sensazioni, paure, speranze. Per chi coltiva il pensiero critico, cercando di andare sempre oltre quello che la società pubblicizza ogni giorno, la pandemia ha rappresentato uno spartiacque.
Ed è con questo spirito che ci apprestiamo a parlarvi di Svoboda 1945: Liberation. Opera dello sviluppatore indipendente Charles Games da qualche tempo disponibile su Pc, via Steam. Vi auguriamo una piacevole lettura.
NON SEMPRE IL TEMPO RIMARGINA ANTICHE FERITE
Tecniche, voci, inchiostro, audio. E grazie ai tempi moderni anche video, odiernamente promuovono un determinato filone di pensieri, spesso cadendo nella coercizione delle opinioni altrui. Ottant’anni fa purtroppo le cose non erano diverse, pur rimarcando che le azioni portarono “l’essere chiamato uomo” a compiere inaudite atrocità.
Svoboda 1945: Liberation vuole inserirsi in questo contesto, attraverso un medium che miscela tecniche artistiche che in poche occasioni hanno trovato un punto d’incontro. Tra avventura, visual novel, documentario e cortometraggio, osserveremo uno spaccato tra elementi storici, moderni e politici, dove l’obiettivo del giocatore è quello di indagare su una vecchia disputa mai risolta.
I risvolti della trama toccheranno anche il passato della nostra famiglia. Non volendo togliere suspense a vicende che meritano di essere vissute in prima persona, possiamo dire che i colpi di scena non mancano. Anche se il ritmo risulta compassato. Una scelta da parte degli sviluppatori che tuttavia abbiamo apprezzato.
L’IMPORTANTE, ESSERE PERSONE DABBENE
L’azione all’interno del gioco è scandita da dialoghi in full motion con attori reali e informazioni storiche inerenti l’epoca delle vicende. Il tutto culmina in una cornucopia che intreccia la guerra, il passato e la storia che andrà pian piano a svelarsi. Per le azioni, viene usata la combinazione mouse/tastiera. Abbiamo trovato i dialoghi e la componente narrativa in generale davvero ben scritti.
Sarà sempre molto importante riuscire ad approcciarsi bene ai vari personaggi con cui interagiremo, poiché gli elementi cui vertirà la nostra indagine tratteranno temi complessi. Eventi e situazioni che una persona difficilmente richiama alla memoria, figuriamoci ricordarli per esporli ad un estraneo quale noi siamo. Ogni dialogo è scandito da una serie di opzioni cui dovremo prestare particolare attenzione, pena la perdita d’informazioni che potrebbero risultare preminenti nel corso dell’esperienza.
LA VERITÀ ATTRAVERSO I PUNTI DI VISTA
Il livello di recitazione proposto dai vari attori è molto buono, considerando che riescono a trasmettere a schermo le paure, il dolore e la fatica nel parlare di situazione emotive legate ad un passato a tratti terrificante. A nostro avviso, la nota positiva è che i fatti vengono raccontati senza censure né filtri, come sono “realmente” accaduti. Odiernamente, è pratica nota quella di perseguire il “politically correct e l’inclusività” a tutti i costi, spesso a danno dell’intera esperienza.
Tutto pur di “raggranellare” utenza e offrire prodotti ad una più ampia fetta possibile. In Svoboda 1945: Liberation invece non è così, fortunatamente. I turbamenti emotivi connessi a situazioni terribili sono espressi in maniera brillante, sfruttando anche l’uso intelligente di inquadrature e ambienti. Scenari che offrono lo spaccato d’una vita segnata profondamente da storie mai dimenticate, a loro volta interconnesse a cimeli che fanno da memento al passato.
UNA FOTO PER RACCONTARE
I filmati e le foto che si susseguiranno durante il corso della partita renderanno Svoboda un luogo quasi familiare da visitare. Sul piano tecnico non ci sono tantissimi elementi da evidenziare, detto che il voice acting è di ottimo livello e le locations scelte con dovizia. Elemento del gameplay sono anche i minigiochi, che tra una foto da sviluppare, una fattoria da gestire e perfino situazioni alla guida di veicoli, stemperano il ritmo compassato delle fasi di dialogo con gustosi intermezzi, vivacizzando il ritmo.
Niente di trascendentale, però il tutto restituisce un feedback completo, garantendo la fruibilità di un’avventura fatta non solo di schermate sequenziali. A cercare il pelo nell’uovo, forse a frenare il titolo è un limitato numero di opzioni per quanto riguarda i dialoghi. Le scelte ci sono, ma il più delle volte il tutto si riduce a tre, massimo quattro opzioni.
Questo non inficia in alcun modo l’esperienza complessiva, ma di tanto in tanto la sensazione è quella di voler apprendere qualche dettaglio in più, rimanendo però confinati entro i limiti delle scelte proposte. Altro dettaglio ma questa volta di carattere linguistico: il gioco non è disponibile in italiano.
Trattandosi di una piccola produzione indie è più che comprensibile, ma rientra in quei fattori talvolta indigesti per qualche giocatore. È però importante sottolineare che il lessico utilizzato è perfettamente fruibile anche da chi ha una conoscenza scolastica della lingua.
DA AVERE SENZA RISERVE
Svoboda 1945: Liberation non è solo un’avventura, ma anche un’esperienza. Trattando temi maturi e particolarmente difficili, merita la considerazione di un’ampia fetta di giocatori, non solo amanti di prodotti punta-e-clicca. I diversi medium stilistici utilizzati in sede di sviluppo saranno di sicuro apprezzamento anche per coloro che vogliono seguire la forte componente narrativa, coadiuvata da attori in grado di esprimere al meglio pensieri ed emozioni. Plauso quindi a Charles Games, capace di raccontare una storia, far riflettere e dare un ulteriore sguardo ad un epoca i cui fatti purtroppo in parte abbiamo dimenticato. Non basta sventolare qualche bandiera o commemorare date, poiché il ricordo avviene attraverso le azioni. E queste, oggi, ci dicono che forse il sentiero che abbiamo intrapreso non è quello giusto.