Sono trascorsi circa tre anni dal primo annuncio di Back 4 Blood. Il cui debutto sul mercato di ieri non poteva che verificarsi in prossimità di Halloween. A un paio di settimane dall’ormai popolare ricorrenza Turtle Rock Studios ci propone dunque un’avventura vecchio stile… Con un sacco di mutanti da fare secchi. Questo nuovo sparatutto cooperativo in prima persona oltretutto si pone come “erede spirituale” del celebre franchise di Left 4 Dead.
Due titoli che hanno fatto la storia del genere, e sviluppati sempre da Turtle Rock Studios. Uno studio nato in California nel 2002 e successivamente acquisito da Valve nel 2008. Tre anni dopo la software house venne rifondata e tornò indipendente, ma i diritti di Left 4 Dead rimasero a Valve. E ora, 12 anni dopo, gli sviluppatori californiani sono tornati alla carica con questo nuovo progetto sotto l’etichetta di Warner Bros Games.
Andiamo quindi a conoscere meglio Back 4 Blood in questa recensione della versione Pc, curata dal nostro Claudio Szatko. Vi ricordiamo che il gioco è inoltre disponibile su PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
TANTI INFETTI DA STERMINARE
Dopo un’epidemia di “infetti” (o zombie, che dir si voglia) che si pensava essere sotto controllo, con il mondo che cerca di tornare alla normalità… Ecco che i cari mostri ritornano all’attacco, ma questa volta con vere e proprie orde. Back 4 Blood ci metterà quindi nei panni di uno sterminatore di infetti, il cui compito sarà fin troppo chiaro. Turtle Rock Studios offre otto diversi sterminatori, ciascuno con diverse abilità attive e passive che influenzeranno il gameplay, e di conseguenza l’apporto alla squadra.
La quale, rimandendo fedeli alla tradizione di Left 4 Dead, sarà rigorosamente composta da quattro membri. Quattro come gli sterminatori che avremo a disposizione all’inizio del gioco. Gli altri potranno essere sbloccati progredendo nella storia. Il titolo prevede infatti quattro diverse modalità: campagna per giocatore singolo, campagna multigiocatore, partita veloce e cloud (PvP). Come ogni battaglione che si rispetti avremo inoltre una “base”.
Stiamo parlando di Fort Hope, una sorta di accampamento militare dove potremo sia effettuare transazioni che attivare il matchmaking per diverse modalità di gioco. C’è da riconoscere però che fatta eccezione per l’aspetto intrigante e la presenza di un poligono di tiro dove poter testare le armi, Fort Hope non sarà così utile o determinante.
Le normali operazioni che abbiamo menzionato pocanzi potranno essere tranquillamente (e persino più velocemente) nel menu di gioco. Abbiamo poi una delle due valute del gioco, i cosiddetti “punti di rifornimento”, che potranno essere utilizzati per sbloccare le catene di rifornimento. Queste ultime includeranno armi, cosmetici e carte (che tratteremo tra poco). L’altra valuta invece consiste in delle semplici monete da spendere nei rifugi nel corso della modalità campagna.
CAMPAGNA DI CIRCOSTANZA
La modalità campagna (sia per giocatore singolo che multigiocatore) sarà la principale fonte d’intrattenimento in Back 4 Blood. Alcune elementi e funzioni quali i rifugi e le casse di armi risulteranno ereditati direttamente da Left 4 Dead. Tuttavia non mancano novità in linea con i titoli più moderni, come il sistema di carte. Questa meccanica rappresenta uno dei principali tratti distintivi del gioco, e fa sì che ogni partita vari a seconde delle carte che noi e l’IA “pescheremo”.
La storia principale è divisa in quattro atti differenti, a loro volta suddivisi in varie “missioni”. Ognuna di esse presenta diversi punti di controlli, rappresentati sotto forma di rifugi dove sarà possibile riposare e fare acquisti. Essi fungeranno anche da piccoli hub, dove potremo tornare a piacimento una volta sbloccati al fine di iniziare delle partite.
In generale la campagna sarà utile a chi necessiterà di abituarsi al gioco e conoscere le mappe, ma oltre a questo non offrirà granchè d’altro. Dopotutto per completarla saranno sufficienti 4-5 ore, specie se saremo accompagnati da qualche amico invece che dai bot. I quali tuttavia non faranno mai mancare il loro contributo in combattimento, dimostrando di non essere dei semplici pupazzi intenti a sparare a caso.
I tre livelli di difficoltà disponibili (Recluta, Veterano e Incubo) consentiranno un giusto livello di sfida per ogni tipologia di giocatore, dal principiante al più avvezzo al genere. I livelli più impegnativi prevederanno un maggior numero (e varietà) di nemici e meno aiuti, ma anche ricompense più succose. Ciò detto sarebbe stato interessante trovare obiettivi aggiuntivi in presenza dei livelli di difficoltà più alti: così però non è stato.
CARTE DELLA VITA E DELLA MORTE
Una delle più importanti novità di Back 4 Blood rispetto ai “predecessori” è il sistema di carte che abbiamo menzionato nei precedenti paragrafi. Una meccanica non propriamente frutto della mente dei ragazzi dietro Turtle Rock Studios, ma comunque sapientemente inserita nel gioco. Una volta iniziata una nuova partita, avremo a che fare con due tipologie di carte.
Le carte giocatore, che saranno quelle che potremo scegliere noi, e quelle “contaminate”, che viceversa saranno appannaggio dell’IA chiamata a sfidarci. Le prime saranno molto varie, e ne sbloccheremo di nuove progredendo nel gioco e guadagnando punti di rifornimenti. I modificatori delle carte potranno essere attivi e/o passivi. Per esempio ce ne saranno alcune che sostituiranno l’attacco corpo a corpo di base (i pugni) con un coltello, rendendoci quindi più letali nel combattimento ravvicinato.
Altre carte saranno in grado di aumentare il livello di salute, la quantità di munizioni trasportabili, la resistenza, la velocità di ricarica ecc. Alcune di esse si applicheranno persino all’intera squadra di sterminatori, dandoci quindi un gran vantaggio. In tal caso però dovremo sempre fare i conti con delle penalità: perciò attenzione a bilanciare i pro e i contro.
Per quanto riguarda invece le carte contaminate, a ogni nuova partita l’IA pescherà una o più carte. Con esse metterà alla prova il nostro gruppo di sterminatori durante una certa fase dell’esperienza. Un boss infilato in un livello, elementi dello scenario che faranno scattare allarmi se toccati (nidi di corvo, antifurti di auto, ecc), varie sfide e via discorrendo.
COMPAGNI DI BATTAGLIA
Back 4 Blood è prima di tutto un titolo che fa della cooperazione il suo punto di forza. Durante la campagna e in generale nelle partite i giocatori potranno aiutarsi in diversi modi. Non potremo salvare i nostri compagni dai “tatuaggi” di morsi sul collo, ma rianimarli in caso dovessero cadere in combattimento sì. Alcuni incarichi richiederanno ai membri della squadra di eseguire azioni specifiche, come sparare con armi pesanti, abbassare ponti, puntellare finestre, trasportare casse ecc.
Spesso e volentieri tali mansioni dovranno essere svolte entro un certo limite di tempo… Pena il ritrovarsi in abbondante e non gradita compagnia. Tali compiti “collaborativi” tendono ad accentrarsi in momenti specifici delle partite, ma se non altro avranno il merito di portare un po’ di varietà in mezzo alla semplice (si fa per dire) sopravvivenza. La quale potrà essere perseguita in compagnia di ogni giocatore possibile. Turtle Rock Studios infatti ha incluso il cross-play nel gioco; un elemento sempre molto gradito.
Come in tutti i giochi cooperativi, avere compagni capaci potrà ovviamente fare la differenza. Tuttavia anche l’attrezzatura ricoprirà un ruolo importante. In tutte le varie fasi della partite potremo fare affidamento su casse di armi, munizioni e pronti soccorso. Insomma tutto il necessario per diventare dei veri e propri Terminator. Per quanto affrontare un boss con una mazza da baseball ricoperta di chiodi non sarà mai consigliabile.
Dopotutto il gioco ci invita a sperimentare, facendo sì di poter cambiare arsenale rapidamente. Una pratica necessaria anche per fronteggiare le diverse tipologie di creature che dovremo affrontare. Zombie “tradizionali”, mostri carnosi sputa-acido e tante altre aberrazioni della natura. E poi, naturalmente, i boss. Seppur disponibili con una limitata quantità di varianti. In ogni caso per sbarazzarcene in un tempo ragionevole dovremo puntare ai loro punti deboli, facendo tuttavia attenzioni a delle piccole “sorprese” che potrebbero riservarci.
DIVERTIMENTO DA/E PAURA
A fronte di tutto il divertimento proposto nel pacchetto, la modalità di gioco meno “attraente” di Back 4 Blood è sicuramente la “Cloud”. Un modo diverso per definire un match 4v4. In due round, ogni squadra si dividerà il controllo di Sterminatori e Infetti. I primi dovranno resistere il più possibile alle ondate dei secondi. I quali, con l’aiuto degli zombie guidati dall’IA, dovranno avere la meglio sugli Sterminatori il più velocemente possibile.
Gi saranno diversi tipi di infetti da scegliere, ciascuno con le proprie caratteristiche. Ma come molte modalità PvP tradizionali, il bilanciamento arriverà a costituire un vero e proprio miraggio. Senza contare che verrà presto a noia. Ciò detto, dobbiamo innanzitutto complimentarci con Turtle Rock Studios per aver proposto una veste grafica che non ha nulla da invidiare agli altri titoli di punta sul mercato.
Gli ambienti di gioco sono realizzati molto bene, oltre che presenti con una buona dose di varietà. A livello audio abbiamo apprezzato molto la presenza di un ottimo doppiaggio in italiano, accopagnato da rumori di fondo e urla di zombie in grado di far rizzare i peli sulle braccia. Molto bene anche i suoni generati dagli spari delle armi da fuoco, presenti in buona quantità e ben differenziate sotto tutti gli aspetti.
DA AVERE SENZA RISERVE
Per coloro che amano situazioni caotiche con frotte di nemici da sterminare, Back 4 Blood costituisce sicuramente un must. Il potenziale del titolo di Turtle Rock Studios è indiscutibile, e a fare la differenza sarà soprattutto la gestione dei contenuti futuri (in parte già annunciati). Che il divertimento duri qualche mese o, si spera, diversi anni… Il sostanziale successore di Left 4 Dead rimane, al netto delle ingenuità, un’esperienza imperdibile per tutti gli appassionati del genere. Meglio se con amici al seguito.
Pregi
Gameplay molto solido che garantisce un divertimento altrettanto consistente, soprattutto se condiviso con gli amici. Il sistema di carte aggiunge notevole varietà a una routine che altrimenti avrebbe "stomacato" fin troppo presto. Comparto tecnico senza difetti sostanziali.
Difetti
La modalità PvP presenta alcuni problemi di bilanciamento, e viene facilmente a noia. Longevità tendenzialmente limitata: tutto dipenderà dai contenuti futuri.
Voto
8