Se a gennaio ci avessero chiesto di stilare una lista contenente i titoli più attesi dell’anno, Deathloop avrebbe indubbiamente ricoperto una posizione di riguardo. Quello di Arkane Studios è il tipico progetto “alla Kojima”, inteso come ricerca della creatività e massima espressione delle idee a costo di contravvenire alle logiche commerciali tipiche dei tripla A. Un qualcosa a cui la celebre software house francese ha dimostrato di essere piuttosto avvezza nel corso degli anni, lanciando titoli intramontabili quali Prey o i Dishonored.
Oltretutto il caso di Deathloop è particolare anche per un’altra ragione. Si tratta infatti di un’esclusiva temporale PS5, per quanto presente anche su Pc. L‘acquisizione di Zenimax Media (società madre di Arkane ndr) da parte di Microsoft lo scorso anno non alterò gli accordi precedentemente stipulati. Gli stessi che faranno sì che il gioco arrivi su Xbox Series X/S tra non meno di un anno. Nel frattempo tratteremo la versione Steam di Deathloop in questa recensione, ricordandovi che il titolo è distribuito da Bethesda Softworks. Buona lettura.
CHI? DOVE? COME? QUANDO?
Iniziamo col dire che di suo Deathloop è un titolo di difficile classificazione. FPS, action/adventure, roguelite, stealth, immersive sim, puzzle… Quello di Arkane Studios è un audace ibrido che tenta di miscelare numerose componenti diverse. Il tutto usando un’avvincente trama come collante. Nello specifico parliamo dell’avventura di Colt, un assassino che un giorno, dopo aver perso i sensi, si risveglia su una spiaggia senza ricordare quasi nulla.
Iniziando a esplorare i dintorni riusciremo a collegare i primi “pezzi del puzzle”, ottenendo così un quadro sufficientemente esaustivo della situazione. In breve, siamo imprigionati all’interno di un loop temporale che ci costringerà a rivivere all’infinito lo stesso giorno in quel dell’isola di Blackreef. Per liberarsi ci sarà soltanto un modo: eliminare 8 diversi bersagli nel corso delle medesime 24 ore, prima che il giorno si resetti.
Essi non saranno persone qualunque. Si tratta infatti delle 8 personalità più importanti tra i Visionari, un gruppo di facoltosi individui che sta portando avanti il progetto AEON. Il quale, sostanzialmente, prevede di sfruttare proprio il loop temporale in questione per riuscire a vivere in eterno. A complicare la situazione inoltre ci sarà la presenza di Julianna, un’altra misteriosa assassina. La sua figura sarà ambivalente.
Da una parte si scoprirà avere dei trascorsi con Colt (che però lui non ricorderà, in virtù della quasi totale amnesia), dall’altra però costituirà una sorta di “antagonista costante”. Deathloop stesso si basa dopotutto su due “modalità” principali. La prima è sostanzialmente la campagna principale, che consiste nello spezzare il loop nei panni di Colt. Nella seconda invece sarà possibile “invadere” il loop di altri giocatori impersonando Julianna.
CONOSCENZA = POTERE
Giocando nella normale “campagna” di Deathloop dovremo di tanto in tanto subire le invasioni di Julianna. Dove nelle impostazioni di gioco potremo decidere di far sì che sia controllata sempre e solo dall’IA o, eventualmente, da altri giocatori. Una meccanica di invasione che ricorda un po’ quella presente in Dying Light, e che potrebbe rivelarsi utile a ravvivare l’azione (e dunque il divertimento).
Facciamo presente che uccidere Julianna non implicherà l’essersene liberati permanentemente. Varrà per lei come per noi. Morendo non faremo altro che “resettare” il giorno. Cosa che tuttavia converrà fare spontaneamente, magari dopo aver svelato degli enigmi e raccolto informazioni. Perchè la progressione nel gioco (costantemente appagante, anticipiamo) si basa proprio su questo.
Nominalmente l’isola di Blackreef sarà divisa in quattro diverse aree/mappe. Oltre a essere di dimensioni piuttosto importanti, ciascuna di esse potrà essere esplorata in quattro diverse fasi della giornata. Ed è proprio qui che risiede una delle principali particolarità di Deathloop. L’esplorazione della stessa area durante la mattina o la sera risulterà parecchio diversa.
Cambieranno gli obiettivi, la possibilità di reperire determinati indizi e informazioni, l’accessibilità a determinati luoghi e in alcuni casi persino la conformazione della mappa stessa. Conseguentemente sarà come trovarsi dinanzi a 16 diversi livelli, tutti rigiocabili in libertà allo scopo di raccogliere informazioni. Che si tratti di scoprire il codice d’accesso a una cassaforte o saperne di più circa le abitudini di uno o più bersagli.
PROFESSIONE ASSASSINO
Ascoltare conversazioni, rinvenire documenti, trovare luoghi nascosti… In Deathloop c’è tanto da esplorare e su cui investigare, ma non dimentichiamoci di un’altra portata principale. Ovvero un’abbondante razione di sparatorie, accoltellamenti e massacri. Certo, il più delle volte potremo anche optare per un approccio stealth, e magari entrare e uscire da un livello senza aver torto un capello a nessuno (bersagli a parte).
Tuttavia non vi è dubbio che una dei principali divertimenti possibili sarà quello di dar sfogo alla nostra vena creativo-omicida. Colt potrà fare affidamento non solo su diverse bocche da fuoco (non tante, ma tutte ben caratterizzate), ma anche su delle speciali abilità. Alcune delle quali sembrano essere riprese direttamente dai Dishonored. Proiettare uno o più nemici in alto col pensiero, eseguire dei teletrasporti a brevi/medie distanze…
Tutte capacità che dovranno essere acquisite (e potenziate) tramite le tavolette ottenibili sconfiggendo Julianna o altri Visionari particolarmente potenti. Dai nemici sconfitti inoltre sarà possibile non solo raccogliere armi o munizioni, ma anche delle speciali piastrine. Queste ultime ci permetteranno (tra un loop e l’altro) di personalizzare il nostro personaggio, sia in termini di capacità che di caratteristiche delle armi che decideremo di portare con noi.
Le armi saranno oltretutto divise in colori, che ne stabiliranno la rarità. Un’arma “bianca” non solo avrà meno slot per inserire piastrine, ma rischierà anche di incepparsi sparando. Dalla rarità azzurra in poi invece non avremo più questo problema. In Deathloop ci saranno persino alcune armi “leggendarie”, che per essere trovate richiederanno però degli sforzi di esplorazione e investigazione non indifferenti.
SPY STORY ANNI ’70
Con Deathloop i ragazzi di Arkane Studios hanno veramente dato fondo alla propria creatività. Questo al netto della maggior parte dei “poteri” di Colt, presti in prestito dai precedenti lavori della software house. Per il resto non si può non rimanere attoniti di fronte alla maestosità del level design, e all’inebriante sensazione di “coerenza” che pervade gli ambienti. Tutti fascinosamente retrò, proiettati direttamente dagli “stilosi” anni ’70.
Impossibile rimanere indifferenti alla magistrale colonna sonora, che saprà sempre accompagnare nel modo giusto l’azione (o la quiete) del momento. Una trovata davvero interessante che ci teniamo a evidenziare è però quella relativi ai codici d’accesso di porte, cassaforti ecc. Gli sviluppatori hanno fatto in modo che essi vengano generati casualmente per ogni giocatore (e relativa partita).
In questo modo saremo costretti a indagare in maniera “onesta”, senza possibili imbrogli perpetrati tramite una ricerca via internet. Dopotutto andare a compromettere l’esperienza data dalla sublime spy story da vivere nei panni di Colt sarebbe un peccato mortale. Proprio come l’IA dei nemici, pesante nota stonata all’interno di una sinfonia ludica deliziosa. In numerose situazioni infatti il comportamento dei Visionari sarà ai limiti del ridicolo.
Goffi ritardi nelle reazioni, puro disinteresse a trovare delle coperture dinanzi al nostro vomitare proiettili e altre buffe defaillance. Non c’è dubbio che su questo fronte si sarebbe potuto e dovuto fare di più, proprio come sul versante delle prestazioni. Certo, tecnicamente parlando Deathloop rimane uno spettacolo tanto da vedere quanto da sentire. Tuttavia non c’è stato modo di rimanere indifferenti ai vistosi problemi di ottimizzazione, parzialmente risolti da delle patch successive alla release.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Magari non sarà il vincitore degli imminenti The Game Awards 2021, ma non vederlo quantomeno tra i nominati equivarrebbe a un autentico delitto. Gli stessi perpetrati da Colt e Julianna, proverbiale “coppia che scoppia” nel turbinio di maestria e divertimento quale è Deathloop. Quello di Arkane Studios è un altro indiscutibile centro all’interno di una carriera memorabile, fatta di grandissime idee convertite in ottime (non sempre eccellenti purtroppo) esecuzioni. Dopo l’acquisizione da parte di Microsoft, si spera che la software house francese possa rimanere incastrata in un loop contraddistinto dalla realizzazione di altri titoli come questo. Non perfetti, ma pervasi da idee messe in atto senza timore reverenziale verso le logiche del mercato. Che delle pura qualità ludica non potrà mai essere completamente sazio.
Pregi
Calderone di idee e meccaniche ben miscelate tra loro, che rendono esplosivo il gameplay e appagante la progressione nel gioco (costantemente). Anche se marginale nell'economia complessiva del gioco, quella di poter invadere il loop di altri giocatori è stata una bella trovata. Un capolavoro di level design, adeguatamente onorato sia a livello grafico che sonoro.
Difetti
Problemi ancora non del tutto risolti sul fronte delle prestazioni. Una maggiore originalità nelle abilità date dalle tavolette non sarebbe stata male.
Voto
9