Death’s Door è il classico titolo che riesce a catturare l’attenzione fin dalla prima occhiata. E va riconosciuto che in un mercato iper-abbondante come quello degli indie è tutt’altro che semplice, visto che dall’originalità passa buona parte di un eventuale successo. In questo caso oltretutto ci troviamo di fronte a una creatura di Acid Nerve, studio con base a Manchester composto da appena due persone. Mark Foster e David Fenn, gli stessi che alcuni anni fa diedero vita all’affascinante Titan Souls (qui la nostra recensione).
Anche questa volta i due sviluppatori sono riusciti a godere dell’appoggio di Devolver Digital, un altro publisher che di gemme indipendenti ha mostrato di intendersene non poco. Ma andiamo a scoprire Death’s Door in questa recensione della versione Pc, ricordandovi che il titolo è altresì disponibile su Xbox One e Xbox Series X/S. Buona lettura.
IL CORVO DELLA MORTE
Fin dall’antichità innumerevoli culture (attraverso leggende, storie popolari ecc) hanno associato la figura del corvo alla morte. Alcuni più in positivo, come i nativi americani che li consideravano una sorta di “novelli Caronte” impegnati nell’assistere i morti nel loro viaggio nell’aldilà. Parecchi altri invece erano soliti vederli negativamente, nelle vesti di annunciatori della morte e portatori di sventura.
Per esempio non possiamo non pensare al film Il Corvo (1994), dove durante le riprese Brandon Lee, primogenito di Bruce Lee, trovò la morte a soli 28 anni a causa di un tragico incidente. Superstizioni a parte, ciò che è certo è il fatto che di per sé il corvo sia un animale estremamente intelligente. E lo studio Acid Nerve ha scelto proprio di porre questi affascinanti animali al centro delle vicende di Death’s Door.
Noi infatti impersoneremo un giovane e ordinario corvo, impiegato assieme a molti suoi simili in un lavoro tanto ingrato quanto faticoso. Ovvero quello di inseguire le anime dei morti per poi condurle nell’aldilà. Iniziando il gioco però ci verrà affidato un incarico più impegnativo del solito, riguardante il recupero di un’anima “gigante” (e quindi particolarmente potente).
Dopo esservi inizialmente riusciti verremo tuttavia messi fuori combattimento. Da lì comincerà il nostro viaggio atto a inseguire il ladro e recuperare il suddetto spirito. Il tutto all’interno di un mondo affascinante, colmo di personaggi strampalati e mostri orribili. Che ovviamente potremo e dovremo combattere, grazie a svariate armi e abilità, da sbloccare e potenziare nel corso del tempo.
BATTAGLIE ALL’ULTIMA PIUMA
Death’s Door è strutturalmente un action rpg con visuale isometrica, che comprende parecchi combattimenti senza tuttavia trascurare l’esplorazione e, in alcuni casi, la risoluzione di enigmi. Ciò che contraddistingue l’intera produzione è l’efficacissimo binomio tra semplicità ed efficacia. Pochi fronzoli e tanta sostanza insomma, che rendono il titolo tanto curato quanto intuitivo in ogni sua parte.
La progressione del nostro piumato protagonista non avviene sulla base di un aumento di livello, bensì sulla raccolta di anime. Le quali potranno essere spese per aumentare quattro differenti statistiche, che possono essere riassunte in attacco fisico, attacco magico, velocità e destrezza. Il combattimento, semplice ma molto ben realizzato, non va tuttavia sottovalutato.
Per quanto gli avvezzi al genere potrebbero finire col trovare Death’s Door abbastanza accessibile, la difficoltà complessiva non è per nulla da prendere sottogamba. I nemici sono ben diversificati sia nell’aspetto che nella tipologia di attacchi. Perciò affrontarne un mucchio non sarà semplice, soprattutto se dovremo fare attenzione anche alle trappole ambientali che potrebbero esserci. Di contro Acid Nerve ha deciso di rendere la sua creatura molto poco punitiva.
La morte infatti non decreterà alcuna penalità (neppure la perdita delle anime accumulate). Giusto la non trascurabile distanza tra i checkpoint potrebbe risultare fastidiosa, ma alla fine riteniamo che questa scelta sia stata decisamente assennata. Come quella inerente l’assenza di una mappa. Cosa che ci costringerà a fare uno sforzo mnemonico nell’atto di muoverci attraverso gli stupendi paesaggi dei vari mondi.
UN’AFFASCINANTE DIORAMA
Su Death’s Door sono due le certezze inossidabili. La prima è che alla vista appare come un’autentica opera d’arte in movimento. La seconda è che molte delle scelte di design compiute da Acid Nerve sono indubbiamente coraggiose. A partire della sopracitata assenza della mappa, che da una parte potrebbe ostacolare il backtracking, Ma dall’altra costringe a fare un tipo di sforzo che oggigiorno, in titoli di questo tipo, viene richiesto sempre meno.
D’altra parte gli ambienti di gioco (stupendamenti sviluppati tanto in verticale quanto in orizzontale) nascondono passaggi segreti, misteri e in generale diversi incentivi all’esplorazione. Al di là di quella basilarmente richiesta per proseguire lungo la trama, non particolarmente profonda ma ben sviluppata e piacevole da seguire. Il black humour e il carisma dei vari personaggi che incontreremo infatti faranno da padrone. Peccato per l‘assenza della lingua italiana a fronte delle altre 10 disponibili.
Tecnicamente ci troviamo di fronte a un piccolo capolavoro, capace di fare un uso sapiente dei modesti strumenti a propria disposizione. La cura per gli ambienti e soprattutto per i dettagli è infatti maniacale. Detriti e cocci sparsi a terra, cadaveri che galleggiano sull’acqua… Il mondo di gioco è incredibilmente vivo (a dispetto delle tematiche ultraterrene), e manifesta in ogni pixel la maestria di Acid Nerve. Anche sul lato delle prestazioni non vi è nulla da ridire.
Il framerate è solido in ogni circostanza, capace di garantire la fluidità necessaria per godere di ogni combattimento. Comprese le boss fight, che per quanto meno impegnative rispetto a quanto visto in Titan Souls, saranno ugualmente esaltanti. A trovare un pelo nell’uovo, probabilmente avremmo gradito un sistema di combattimento un pochino più approfondito. Magari comprendente parate e contrattacchi, in aggiunte alle schivate qui ovviamente presenti.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
Death’s Door si fa felicemente portavoce del detto “less is more”. La semplicità e l’eccellente esecuzione di quanto presente nel piccolo calderone targato Acid Nerve fanno del titolo una piccola grande gemma. Che oltretutto sa essere accessibile a qualunque giocatore pur non risultando, nel contempo, ridicolosamente facile. Diverse coraggiose e azzeccate scelte di design si scontrano tuttavia con alcuni aspetti che si sarebbero potuti approfondire maggiormente. Come il combattimento, reattivo e divertente ma privo di qualche elemento che avrebbe certamente dato quel quid in più. Ciò detto rimane un action rpg imperdibile per qualunque appassionato del genere.
Pregi
Un piccolo capolavoro, tanto bello da vedere quanto da giocare. La trama affronta diversi temi interessanti e propone svariati personaggi meravigliosamente strampalati. Un sistema di combattimento altamente responsivo ed efficace nella sua semplicità...
Difetti
... Che tuttavia presenta qualche vistosa mancanza, come la possibilità di effettuare parate e contrattacchi. L'assenza della mappa potrebbe rendere frustrante il backtracking per alcuni giocatori (almeno quelli con scarso senso dell'orientamento).
Voto
9
1 commento su “Death’s Door, la nostra recensione Pc”