Il mondo delle due ruote diventa più “grande” con RiMS Racing, il titolo della nostra recensione della versione per console PS5. Il dominio incontrastato dell’italiana Milestone viene messo in pericolo da una altra software house milanese. Raceward Studio, alla sua prima uscita, individua una zona d’ombra a livello concorrenziale, ancora non esplorata dall’offerta videoludica dei competitor.
L’approccio voluto dallo sviluppatore è molto didattico. Poche modalità, precisamente due, con un’attenzione maniacale allo sviluppo e alla gestione della moto. Prima di imparare a guidare la moto su pista viene richiesto uno studio approfondito della due ruote e di tutte le sue parti, con tanto di montaggio e smontaggio di viti e bulloni. Un approccio che introduce un gradito elemento di novità, che a tratti ricorda il buon vecchio Gran Turismo.
L’elemento simulativo guarda con attenzione il comportamento della moto su pista, con un focus sui consumi e l’usura dei componenti. La fisica della due ruote ne risente abbondantemente, con lo stile di guida che richiede dei costanti interventi. La scelta di guardare “troppo” questo aspetto, viaggia nel regno del “de gustibus”, visto e considerato che non si è minimamente tenuto conto di quello succede all’asfalto e alla gommatura delle traiettorie. Giusto per fare un piccolo – e fisiologico – paragone con la concorrenza.
Le feature dedicate di PS5 ci mettono il cd. “carico” sopra. Non siamo ancora ai livelli di MotoGP e RIDE 4, ma il livello di confidenza con il DualSense è già a buon punto. Con la fisica non si scherza e il feedback aptico lancia dei segnali importanti prima di finire con il fondo schiena per terra. Il KT Engine, ancora una volta, dimostra la sua maturità, regalando i 4K dinamici, con un framerate che non scende mai sotto i 60fps. Il warm-up si è concluso, con la nostra recensione PS5 di RiMS Racing pronta sui blocchi di partenza.
POCHI MARGINI DI ERRORE
Trovare un elemento di novità rispetto al grande lavoro svolto da Milestone non è facile. A livello di gameplay “puro” – quello sulla sella – la software house milanese non ha eguali. Lo diciamo senza beneficio dell’inventario, avendo avuto l’occasione di saggiare con mano gli ultimi titoli rilasciati dalla stessa. Raceward Studio questo lo sapeva bene, e con l’intelligenza di chi vuole evitare un “copia e incolla”, ha individuato quell’unica zona d’ombra sfruttabile.
Parlavamo prima di un approccio didattico alla guida. Ogni artigiano deve conoscere – in primis – i propri strumenti, imparare come si usano per poi sfruttarli a dovere. Per una moto vale lo stesso discorso, solo che ci tocca a noi la conoscenza dello “strumento”. Non ve lo nascondiamo: alcuni momenti possono anche diventare noiosi. Diamine, ti aspetti un gioco di corse e poi passi un ora a smontare e montare e lo moto per trovare il giusto pezzo, quello che fornisce il vantaggio competitivo. Ma tutto è collegato, e quando si va in pista ci si accorge di questa connessione.
Lo stile di guida va calibrato in base alla qualità e allo stato dei vari componenti e lascia pochi margini per sbagliare. Dall’usura della gomma sino al livello del liquido dei freni, ogni componente migliora e/o peggiora l’andamento della moto, con delle ripercussioni che sono tanto evidenti quanto pericolose. Le ricadute non lasciano scampo, e si è costretti, sempre e comunque, a dei continui interventi al modo di affrontare le curve.
Tutto parte, quindi, da quanto siamo bravi a gestire la moto, sia in officina che in pista. Se non si finisce la gara non si ottengono crediti da poter spendere in negozio. Senza acquisti, la moto non migliora e si va in stallo. Con il poco ma buono, senza osare troppo all’inizio e con un approccio parsimonioso ma didattico, si impara a conoscere il comportamento dei vari “pezzi” della moto. Il famoso “limite” è imposto da loro, e questo un artigiano lo sa bene.
UNA FORMULA CHE PUO’ FUNZIONARE
Di fronte alle novità, di solito, si è sempre restii. La diffidenza iniziale, in particolare con il mondo dei videogiochi, permette di ragionare per paragoni con mente lucida e libera da pregiudizi. RiMS Racing inserisce oggettivamente degli elementi di novità a livello di simulazione su due ruote. Tutta la componente che riguarda l’officina e la meccanica, con tanto di operazioni “a cuore aperto” della nostra moto, ci mancava. Il bello è da ricercare quì, nel suo approccio didattico alla materia.
A livello di modalità non si assiste a nulla di nuovo. La Carriera eredita un sistema gestionale in parte già visto in passato, con gli eventi che scorrono di pari passo alla crescita della moto. Lo sviluppo della due ruote, con tanto di ricerca e sviluppo, sbircia il quaderno di Milestone, con delle ispirazioni non proprio originali. Fare una cosa diversa e innovativa, sotto quest’aspetto, non era per niente facile. La “furbata” è stata quella di non spingere troppo lato modalità, investendo, invece, sull’unico e grande punto di forza.
Non è facile raggiungere un feeling con la filosofia di base di RiMS Racing. Bisogna spendere tempo ed energia psico-fisica per non scaraventare il controller contro il muro e superare il muro dell’apprendimento iniziale. Il DualSense aiuta moltissimo sotto questo aspetto, con i grilletti adattivi che guidano le frenate e accelerate del giocatore di turno mediante una pressione, in un certo modo, assistita. Bisogna, comunque, prendersi il giusto tempo prima di entrare in confidenza con il sistema di guida. Le soddisfazioni, prima o poi, arrivano.
RiMS Racing va capito, c’è poco da fare. Naviga contro corrente, visto che ti aspetti un simulativo che spinge l’acceleratore sul gameplay puro, e invece ti obbliga a spendere del tempo in officina tra grasso e bulloni. Trovatelo, però, un videogioco che insegna, a chi di motori non ne capisce una beata fava, le dinamiche del ciclo di funzionamento di una moto. La passione, quella vera, merita di essere premiata. E noi siamo anche qui per questo.
DA AVERE ASSOLUTAMENTE
E finalmente arriva una bella novità. RiMS Racing può essere l’inizio di una bella storia d’amore, una di quelle che non dimentichi facilmente. Raceward Studio e Nacon lanciano il guanto di sfida al predominio sulle due ruote di Milestone, realizzando un titolo che porta qualcosa di diverso. Il sistema di guida introduce una formula innovativa, influenzato dalle scelte e dall’usura dei vari componenti della moto.
La scelta di sposare la fisica strettamente legata alla moto, e non quella relativa all’asfalto, per noi che provenivamo da precedenze esperienze, ci ha lasciato perplessi. Tutto gira attorno alla nostra due ruote, ma il realismo guarda anche altrove. Il KT Engine si presenta in grande spolvero, forte della presenza dei cavalli di PS5. Il DualSense ci mette il “suo” in chiave immersione, anche se ci vuole un po’ a prendere confidenza con il sistema di guida.
Se siete degli amanti del genere, con una passione smisurata per le moto, RiMS Racing deve far parte della vostra collezione. Per tutti gli altri, rompete il muro della diffidenza e immergetivi nel lavoro svolto da questa azienda tutta italiana.
Pregi
L'elemento di novità c'è. Trovarlo oggi non è assolutamente facile quando si parla di simulatori su due ruote. Il KT Engine offre i 4K dinamici e i 60 fps stabili e fluenti. Le dinamiche di gioco sono interessanti, con un sistema di guida che viaggia a braccetto con la fisica e l'usura dei componenti...
Difetti
... anche se gli sviluppatori hanno deciso di non osservare quello che succede all'asfalto. Il concetto si simulazione è una scatola che contiene molti cassetti. La scelta di non guardare dentro alcuni di questi può essere pericolosa.
Voto
9