Starmancer è il titolo giusto per coloro che sono alla ricerca del potere. Si tratta infatti di un gestionale strategico ambientato in una stazione spaziale. Qui i giocatori controlleranno una potente IA senziente, che avrà il compito di far funzionare un’astronave bloccata. Essendo sprovvisti di un corpo vero e proprio, bisognerà raccogliere e “coltivare” esseri umani per riuscire a gestire la nave.
Dietro al titolo, distribuito da Chuckefish e recentemente rilasciato in accesso anticipato su Pc, c’è Ominux Games. Un team indipendente formato da sole due persone, che ha in programma un rilascio progressivo di contenuti nel corso di un periodo di accesso anticipato della durata di circa un anno. Ma andiamo direttamente a questa anteprima di Starmancer, curata dal nostro Claudio Szatko. Buona lettura.
COLTIVAZIONE UMANA
Cominciando una nuova partita in Starmancer ci risveglieremo nel nucleo di una nave spaziale. Con il nostro secondo in comando K.A.T (che ci insegnerà tutto il necessario, almeno in teoria) pronto a darci alcune cattive notizie. La nave infatti si è schiantata in un sistema solare inesplorato, i motori a curvatura sono distrutti, abbiamo scorte limitate e necessitiamo di far ritorno alla flotta madre.
Ma fortunatamente c’è ancora un’incubatrice funzionante. Da lì cominceremo a far crescere i nostri sottoposti umani. “Coltivarli” è piuttosto semplice. Avremo a disposizione un’inquetante “banca della memoria”, che fungerà da catalogo nell’atto di scegliere quali membro dell’equipaggio da reclutare. Ciascun colono umano avrà diversi tratti di personalità, con tanto di elenco di ciò che gli piace o non gli piace svolgere.
La loro qualità complessiva è determinata dal prezzo in “frammenti di DNA”. Va da sé che a inizio partita dovremo reclutare necessariamente del personale imperfetto, ma economico. Una volta che i coloni saranno cresciuti, potranno infine essere messi al lavoro. Il titolo segue la classica struttura di molti colleghi gestionali.
Dopo essere partiti da due stanze arriveremo a costruire una vasta stazione spaziale perfettamente automatizzata e sicura. Il denaro potrà essere guadagnato attraverso il commercio. Non a caso il tutorial ci spiegherà come inviare i nostri subordinati a raccogliere minerali o scoprire come realizzare macchinari complessi in grado di lavorare vari prodotti.
AUTOMAZIONE E APPRENDIMENTO
Sviluppando nuove tecnologie dall’albero di ricerca saremo in grado di realizzare, per l’appunto, macchinari sempre più sofisticati. Starmancer ci farà iniziare con scorte limitate, con un timer che ci ricorderà il tempo rimanente all’esaurimento delle scorte di cibo e acqua. Con tempo e pazienza potremo raggiungere l’autosufficienza, e coprire il nostro fabbisogno in totale autonomia tramite colture e tutto il resto.
Piuttosto interessante e grazioso è il sistema che regola l’alimentazione dei macchinari tramite l’elettricità. Dopo aver acquistato una batteria per alimnetare un macchinario, dovremo assegnare un colono a correre su un tapis roulant (un po’ come un criceto). In questo modo potrà generare la corrente elettrica necessaria. Gli sviluppatori hanno inoltre gestito in maniera intelligente il collegamento dei “fili” elettrici.
Dal momento che essi risulteranno nascosti alla vista, potremo inoltre godere di una nave dall’aspetto ordinato e “pulito”. Ciò che invece richiede un intervento serio è il tutorial, visto che K.A.T ci darà sì vari obiettivi da completare, ma ben poche informazioni su come raggiungerli. Di fatto ci ritroveremo abbandonati a noi stessi in diverse circostanze.
Un po’ come i coloni, che quando verranno mandati a prelevare delle risorse da un pianeta ci impiegheranno diverso tempo a fare ritorno. Fortunatamente però in questo caso Ominux Games ha ben pensato di aggiungere un tasto che ci permetterà di far scorrere il tempo più velocemente. Molto intuitiva e semplice risulta invece l’interfaccia, cosa non proprio scontatissima nei gestionali.
BISOGNI IMPELLENTI
Per controllare i nostri coloni in Starmancer basterà selezionarli e poi indicare l’oggetto con cui vogliamo che interagisca. Sia che si tratti di controllare un macchinario che di pulire il sangue da una superficie o trasportare risorse dalla nave alla stiva. Quando uno di loro risulterà senza mansioni, il gioco gliene assegnerà una automaticamente, a seconda dei bisogni della nostra astronave. Una feature che abbiamo trovato piuttosto comoda. Certo la cosa migliore da fare rimane senz’altro l’assegnazione da parte nostra degli incarichi ai nostri subordinati, soprattutto in base alle loro competenze.
Tra di esse, che potranno aumentare di livello, figurano manovale, chimico, botanico, minatore, programmatore ecc. Molto interessante è infatti la parte gestionale relativa proprio ai coloni. Quando uno di loro viene generato per la prima volta, sarà etichettato come “drone”. Ciò significa che inizialmente sarà un po’ “confuso” sul da farsi, ma col passare del tempo acquisterà più sicurezza, oltre che libero arbitrio. Similmente a quanto avviene in The Sims, inoltre, ciascun colono avrà dei bisogni che dovranno essere soddisfatti. Essi avranno bisogno di mangiare, dormire, respirare aria pulita e quant’altro.
Per soddisfare tali esigenze dovremo accessoriare a dovere la struttura, permettendo loro anche di socializzare, al fine di tenere alto il morale. Se è vero che essendo un’IA potremo anche disinteressarci a tutto questo, va detto che non conviene farlo. Se ignorati i coloni smetteranno di eseguire i nostri ordini, e nel peggiore dei casi arriveranno a ordire una vera e propria rivolta.
Gli stessi sviluppatori raccontano che i coloni di Starmancer possono sviluppare relazioni personali tra di loro, ricordare ciò che accade di buono e di cattivo e via discorrendo. Perciò dovremo trattarli coi guanti, o comunque con la giusta considerazione. Sul lato tecnico infine troviamo una grafica in pixel art tridimensionale molto curata e ricca di dettagli, che risulta purtroppo accompagnata da una sola traccia audio. Nulla da segnalare sul fronte delle prestazioni.
PROMETTENTE
Starmancer colpisce per vari motivi. Tanti contenuti da scoprire, diverse buone idee messe in campo e una buona realizzazione tecnica. Il tutto grazie al lavoro di un team, Ominux Games, formato da soli due individui. Di certo non mancano i problemi, il più importante dei quali riguarda un tutorial mal strutturato e soprattutto avaro di suggerimenti. Ma in un periodo di accesso anticipato della durata minima di un anno, di lavoro se ne può fare tanto. Quello che abbiamo di fronte è uno dei gestionali più promettenti dell’anno, senza ombra di dubbio.
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