Hell Let Loose si unisce a un filone di titoli ben noto. Infatti gli sparatutto multigiocatore ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale non costituiscono certo una novità. Sia considerando franchise ben noti come Call of Duty e Battlefield, sia altri titoli come Enlisted. Insomma, lo sviluppatore indipendente Black Matter ha voluto sparare a colpo sicuro, puntando su un’epoca ben conosciuta e apprezzuta.
Per lo studio australiano si tratta del titolo di debutto, che dopo due anni di accesso anticipato ha finalmente rilasciato la versione 1.0, pubblicata sotto l’egida di Team17. Così ci siamo arruolati, andando a verificare cosa ha da offrire questo progetto, fortemente incentrato sull’accuratezza storica e sulla cooperazione tra giocatori. Il gioco, disponibile su Pc, arriverà anche su PS5 e Xbox Series X/S entro l’anno. Di seguito la recensione della versione Steam di Hell Let Loose, curata dal nostro Claudio Szatko. Buona lettura.
SUBITO NELLA MISCHIA (?)
Hell Let Loose è uno sparatutto multigiocatore in tutto e per tutto. Infatti manca completamente (almeno per ora) di una campagna principale, e persino di un tutorial. Avviando il titolo verremo subito catapultati in azione. Questo dopo aver effettuato l’accesso a un server, la maggior parte dei quali risulta gestita da membri della community.
Avendo dimestichezza col genere non è che ci sia granchè da imparare. Le basi relative al movimento, all’uso delle armi da fuoco ecc sono le stesse di quelle di un qualunque fps tradizionale. Ma data la predominante componente cooperativa, un allenamento mirato con suggerimenti a tema non guasterebbe, specie ai giocatori abituati a lanciarsi in battaglia caricando a testa bassa qualunque avversario.
A differenza di un Battlefield V o di un Call of Duty: WWII, che sono degli fps arcade veloci e immediati, la creatura di Black Matter offre viceversa una simulazione bellica più accurata. Nel bene e nel male. Per esempio il time-to-kill è molto basso; ciò significa che si potrà morire praticamente in un’istante. Se poi consideriamo che le mappe sono enormi, e che la stragrande maggioranza degli avversari (tutti umani) trascorre il tempo nascondendosi per “camperare”…
Insomma ci troviamo di fronte a un titolo dove la cooperazione riveste giocoforza un ruolo fondamentale. Comunicare (se possibile, vocalmente) con i propri compagni potrà fare la reale differenza tra la vita e la morte, ma soprattutto tra la vittoria e la sconfitta. Un tipo di gameplay estremamente simulativo che probabilmente non sarebbe popolare nei celebri franchise di EA e Activision, ma che in questo caso risulta il principale punto di forza della produzione.
NIENTE LUPI SOLITARI
Hell Let Loose non è dunque il posto per aspiranti “one man army” o in generale soldati solitari. Per vincere i giocatori sono chiamati a comunicare e lavorare insieme. Ciò che il titolo richiede espressamente attraverso le sue modalità è la coordinazione tra giocatori. Questo principalmente per catturare vari punti specifici del terreno di scontro, volgendo di conseguenza la battaglia a proprio favore.
Dal momento che nominalmente le partite sono tra 100 giocatori divisi in due squadre da 50, sarà necessario un livello di comunicazione notevole. Un titolo ambizioso che promette così di divertire immensamente i gruppi di amici in scontri estremamente verosimili, dove il gioco di squadra prevale impunemente sulla skill individuale.
A livello di gameplay il titolo di Black Matter si difende piuttosto bene, garantendo una buona qualità sul fronte meramente ludico della sua appartenenza al genere fps. Al netto della mancanza di elementi simulativi quali sarebbe potuta essere una resistenza limitata (nella corsa ecc), la distanza dall’ambito arcade tipico di altri colleghi è palpabile. Dal momento che è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, Hell Let Loose non ci costringerà certo a giocare esclusivamente di un appiedato soldato di fanteria.
Avremo infatti una buone dose di veicoli terrestri corazzati, nella fattispecie carri armati. L’unico problema sarà accedervi, visto che fin dall’inizio della partita risulterà attiva una vera e propria “gerarchia di comando”. Dove a eccezione del ruolo di “fuciliere base”, tutti gli altri ruoli saranno limitati. Dalle squadre di ricognitori a quelle adibite ai mezzi corazzati, fino ad arrivare al ruolo più importante, il comandante. Al quale dovremo fare richiesta per ottenere il “permesso” di unirci alla squadra che ci consenta di pilotare (o sparare dal) carro armato di turno.
SEVERO MA GIUSTO
Pur essendoci la possibilità di contare su bombardamenti et similia, non sarà invece permesso guidare propriamente aerei e altri velivoli. Una mancanza che potrà far storcere il naso a molti, ma che di fatto va a risolvere alla radice un insieme di problemi di bilanciamento che altrimenti si sarebbero dovuti affrontare. Dopotutto anche gli stessi carri armati non diventeranno mai così decisivi.
La mappe infatti sono molto grandi, e fin troppo ricche di anfratti dove nascondersi alla vista. Che è lo stesso motivo per cui ci capiterà di morire senza sapere come e perchè. Come si evince Hell Let Loose non è un prodotto per tutti. Tra l’altro la mancanza di un sistema di matchmaking “definito” renderà molto spesso difficile trovare server (e quindi partite) a noi affini dal mero punto di vista linguistico.
Le 14 classi che il titolo offre non saranno tutte a disposizione dal primo minuto. Saremo quindi costretti a progredire, facendo i conti con un altro elemento che simboleggia il non indifferente livello di punitività. Se verremo uccisi non rientreremo in gioco dopo qualche secondo, ma dopo ben 40. Anche a causa di questo la frustrazione arriverà spesso a farsi sentire. Ma una volta superate queste difficoltà e dopo aver padroneggiato un minimo le meccaniche, l’esperienza saprà rivelarsi coinvolgere e gratificante.
Soprattutto coinvolgendo persone fidate, con cui giocare assieme. A parte la co-op a square e le modalità di gioco ispirate un po’ agli rts, Hell Let Loose si distingue principalmente per il suo grado di realismo intrinseco. E’ un titolo concepito per porre autenticamente il giocatore in un tremendo campo di battaglia, sotto l’opprimente fuoco incrociato degli avversari. Dove gli assordanti suoni delle esplosioni e le costanti minacce di veicoli e soldati nemici nascosti ci accompagneranno per tutto il tempo.
NON DEL TUTTO SIMULATIVO
L’alto valore simulativo di Hell Let Loose passa innanzitutto dalle mappe di gioco. Location storicamente accurate realizzate con l’ausilio di fotografie e rilevazioni satellitari. A livello grafico esse restituiscono un buon colpo d’occhio, al pari del comparto tecnico generale che a dispetto della natura indipendente del titolo punta piuttosto in alto.
Peccato però che tali mappe presentino un livello di distruttibilità e di interazione praticamente inesistente. Anche il passaggio di un carro armato non modificherà in alcun modo vegetazione, muri o recinzioni di filo spinato. La densità della vegetazione, gli effetti legati al fumo ecc sono invece tutti elementi che non solo sono visivamente gradevoli.
Ma che giocano anche un ruolo primario nel gameplay, dal momento che non renderanno facile capire se abbiamo centrato o meno un bersaglio. Figuriamoci assicurarci di averlo ucciso. Come anche il sonoro, che gioca un ruolo altrettanto fondamentale anche nell’immersione nel campo di battaglia. Rumore di esplosioni e spari, passi dei nemici… Sembrerà davvero di trovarsi lì. Ciò detto è doveroso evidenziare come a livello prestazionale il framerate sia infine tutt’altro che costante.
L’ottimizzazione generale è lungi dall’essere perfetta con il titolo che mostra, soprattutto nelle situazioni più concitate, di arrancare anche con configurazioni di fascia alta. C’è poi un ultimo fattore da considerare, che è tipico di tutti i giochi ad alto tasso cooperativo che non prevedono affatto la presenza dei bot. Cioè che la presenza di giocatori poco seri, per non dire tossici, può irrimediabilmente mandare in malora l’esperienza.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Se si cerca (l’attuale) apice della riproduzione storica di uno scontro ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, Hell Let Loose è la scelta giusta. Niente corse forsennate incontro al nemico, ma strategia e gioco di squadra. Questa è l’esperienza confezionata da Black Matter, che punta così a ritagliarsi una sua personale nicchia nel novero di sparatutto storici ben più immediati e frenetici, oltre che puramente arcade. Un gioco non per tutti, ma che può rivelarsi un must soprattutto se si ha la possibilità di arruolare dei veri commilitoni. Alla guerra!