Le avventure grafiche punta-e-clicca in terza persona ci accompagnano da più di trent’anni. E’ dai tempi di Maniac Mansion che utilizziamo il mouse per muovere un alter-ego in terza persona, cliccando sulle parti di interazione offerte da schermate disegnate splendidamente. In più, la storia che accompagna ogni scena è sempre di quelle che lasciano il segno e si ricordano dopo anni di distanza. Strangeland, di Wormwood Studios sotto etichetta Wadjet Eye Games, arriva a scrivere una nuova pagina di una storia, quella delle avventure grafiche punta-e-clicca in terza persona, che sono morte solo nella testa di chi gioca solo in salotto.
Sebbene molte avventure arrivino anche su console, il terreno consolidato per questo sotto-genere di videogiochi è il Pc. Strangeland, come prevedibile, è raggiungibile per l’acquisto solo su su Steam e GOG allo stato attuale. E’ stato pubblicato lo scorso 25 maggio e ha una storia bella e triste da raccontare.
UN INFERNO NORRENO
Strangeland ci butta subito nel vivo della storia, al fianco del nostro alter-ego che si risveglia in un luogo misterioso, vestito di una camicia di forza e con tanta confusione in corpo. Uno strano ruggito scuote le fondamenta di questo posto, attanaglia le meningi del protagonista, che imperterrito prosegue il suo cammino e giunge ad uno strano luna park. Qui è costretto a vivere e rivivere l’angosciante sequenza di suicidio di una misteriosa donna dai lunghi capelli biondi.
A dargli poche, frammentarie, informazioni trova un corvo parlante, la testa di Mimir (divinità e oracolo della mitologia scandinava) e un vecchio cieco. E’ solo l’inizio di un cammino che porterà il nostro alter-ego alla scoperta e alla riscoperta di sé.
Quello che più colpisce, fin da subito, sono le ambientazioni che sembrano disegnate direttamente dalla mano di Hans Ruedi Giger. Mentre musiche e, soprattutto, doppiaggio in inglese accompagnano ogni gesto e ogni scena del gioco, arricchendolo di sfumature, giochi di parole e messaggi molto profondi.
LUNGA VITA ALLE AVVENTURE GRAFICHE
Strangeland è l’ultimo parto creativo di Wormwood Studios, che già si era distinto per aver pubblicato l’ottimo Primordia, sempre per conto di Wadjet Eye Games. Se qualcuno se lo fosse perso: Wormwood Studios è guidato da quel Mark Yohalem che ha contribuito alla creazione di giochi quali Axis & Allies, Heroes of Newerth (il “papà” di Dota 2) e Torment: Tides of Numenera.
Nonostante abbiano pubblicato solo Primordia, prima di questo, questi sviluppatori si distinguono per essere un pugno di appassionati che realizzano piccole opere di assoluto spessore. Non ci sono grandi difetti da segnalare per Strangeland: tutto è realizzato a regola d’arte. Non ci sono pesanti difetti tecnici e il gioco potrebbe essere goduto, potenzialmente, da chiunque.
Quelli che potrebbero essere un paio di freni dal godere di questa storia tutta da scoprire, sono gli enigmi non sempre ispirati, i ritmi molto compassati e i temi toccati: suicidio, morte, rivalsa, rinascita non sono sempre e comunque degli argomenti che un videogiocatore vuole affrontare, quando cerca di svagarsi.
CONSIGLIATO AGLI APPASSIONATI
Strangeland è un’avventura grafica in terza persona, punta-e-clicca, sviluppata da Wormwood Studios per Wadjet Eye Games. Dagli autori di Primordia non potevamo aspettarci niente di meno.
Narrativamente è un viaggio dantesco in un inferno a tinte fortemente norrene. Artisticamente, invece, sembra essere stato disegnato dal visionario genio di Hans Ruedi Giger, famoso pittore, scultore e designer che ha fatto passare alla storia pellicole come Alien. Mentre nel mondo dei videogiochi ha dato brillante prova di design per il vetusto Darkseed, eternamente ricordato dagli appassionati di genere.
Ed è proprio agli appassionati di avventure grafiche punta-e-clicca, che Strangeland si rivolge. E a tutti coloro che, pur non essendo appassionati, vogliono approcciare il genere con un gioco dai contenuti maturi e dai messaggi molto profondi. Strangeland, infatti, tocca argomenti molto importanti quali: la morte, la pazzia, il suicidio ma anche la rivalsa ed il riscatto.
L’accompagnamento sonoro, soprattutto il doppiaggio affidato a professionisti, non è tanto inferiore rispetto alla presentazione visiva. Tutto si gioca tramite mouse, in un contesto in cui è impossibile rimanere bloccati oppure uccisi. Può accadere di imbattersi in enigmi un po’ troppo fuori contesto, ma a parte questo, viaggio nella Strangeland è di quelli che non si dimenticano facilmente.
Pregi
Artisticamente ispirato a H.R. Giger. Doppiaggio convincente. Trama dai contenuti maturi.
Difetti
Qualche enigma o puzzle un po’ troppo fuori contesto. Il ritmo troppo lento potrebbe deludere molti. Contrariamente a tante altre avventure grafiche, qui i toni sono molto seri.
Voto
7,5
1 commento su “Strangeland, recensione Pc”