La saga di Wonder Boy è una delle più famose in ambito videoludico, soprattutto per quei videogiocatori che hanno ormai una certa età. Non diciamo quale, ovviamente.
Nata in origine come produzione arcade ad opera della software house Escape e pubblicata da SEGA nel 1986, la serie si è poi evoluta dal capostipite e tramandata per anni dai cabinati fino alle prime console a 8 bit, riscuotendo un grande successo soprattutto su quelle marchiate proprio da SEGA, dal Master System al Mega Drive, e in particolare in Asia.
Anche per questo motivo probabilmente alcuni episodi casalinghi non videro mai la luce dalle nostre parti, come per esempio Monster World IV del 1994. Una carenza alla quale però oggi gli appassionati possono porre rimedio, grazie al remake intitolato Wonder Boy: Asha in Monster World, realizzato per Pc, Switch e PlayStation 4 (che è la versione che abbiamo testato) da un team guidato nientemeno che dal suo creatore originale, ovverosia Ryuichi Nishizawa, supportato dai veterani Maki Ōzora per il design dei personaggi, Shinichi Sakamoto per la musica e gli effetti sonori, e Takanori Kurihara come direttore creativo, così da ricreare lo stesso feeling col gioco originale. Ma ci saranno riusciti per davvero? Vediamo.
UN REMAKE BEN FATTO
Il mix di grafica dei personaggi in cel-shading e 3d semplificato funziona bene, restituendo un mondo vivo, colorato e fumettoso, dove Asha, Pepelogoo e tutti i personaggi sembrano calati perfettamente in termini di animazioni curate e dettagli.
Tuttavia il comparto estetico non ci ha convinti del tutto e questo non perché sia brutto, lo abbiamo scritto, ma solo perché a nostro parere stravolge un po’ troppo la direzione artistica dell’originale, che forse si sarebbe potuta mantenere in toto e giovare di quello stile 2d utilizzato da altre produzioni come nel caso di Wonder Boy: The Dragon’s Trap, sviluppato da Lizardcube.
Ad ogni modo, altra novità importante è costituita dal doppiaggio di un personaggio, con Asha che per la prima volta nella storia della saga ha una voce (quella della popolare e talentuosa doppiatrice giapponese Ai Fairouz), e in una colonna sonora composta dall’arrangiamento dei brani strumentali tratti dall’originale del 1994, che si adattano in modo appropriato a ciascuna area, ma che possono risultare ripetitivi a qualche giocatore, considerando il loro stile.
PLATFORM CON SFUMATURE METROIDVANIA
Se escludiamo il comparto tecnico, l’implementazione di una funzione che permette di salvare ovunque e una piccola chicca di cui parleremo più avanti, tutto il resto è rimasto praticamente invariato rispetto all’originale.
Ciò significa che le meccaniche ricalcano fedelmente quelle classiche di un platform bidimensionale a scorrimento laterale, con un discreto approccio Metroidvania al gameplay, in cui l’ottenimento di nuovi oggetti o abilità garantisce l’accesso a nuove aree del gioco e la presenza di uno scudo un minimo di protezione nelle fasi più calde dell’avventura.
Il personaggio principale, controllato tramite pad, può saltare, lanciare oggetti (o, come vedremo, il suo accompagnatore), interagire con alcuni elementi dello scenario, raccogliere bonus e combattere sullo schermo sfruttando armi e poteri a sua disposizione. In quest’ultimo caso però, si tratta di pochi elementi, visto che lo sviluppatore già all’epoca della produzione originaria aveva eliminato gran parte di quegli elementi GDR che caratterizzano la serie.
Alla fine di ogni area c’è poi il canonico boss, i nemici più forti del gioco, da affrontare per passare alla successiva. Sconfiggere i nemici (ma anche esplorare a caccia di segreti) significa tra l’altro guadagnare denaro che può essere utilizzato per acquistare nuove armi, armature e oggetti per rendere il giocatore più forte.
TUTTO (QUASI) SECONDO COPIONE
Mentre raccogliendo le cosiddette gocce di vita si possono aumentare i punti vita del personaggio principale. Insomma, tutto come da copione, se si eccettua la novità idi cui accennavamo all’inizio e che è costituita dall’uso automatico degli oggetti chiave dell’inventario quando interagiscono con i McGuffins, mentre nell’originale era previsto che il giocatore entrasse ogni volta entrare nel menu di pausa, estrarre e provare ogni oggetto su ogni cosa che incrociava sullo schermo fino a quando non capiva come progredire.
Per il resto, anche la storia è rimasta la stessa del 1994: Asha ha il compito di liberare i quattro spiriti che sono confinati dalle forze del male di cui scopre l’origine durante il suo viaggio. Per fortuna non deve affrontare questa avventura da sola, in quanto trova presto il suo nuovo compagno, una creatura speciale blu chiamata Pepelogoo, col quale interagire per far planare per esempio la protagonista, o farle effettuare un doppio salto utile per raggiungere punti inaccessibili.
E ancora, per risolvere enigmi ambientali all’interno di mondi che incarnano le peculiarità elementali di fuoco, terra, acqua e vento, e molto altro.
Da questo punto di vista la simpatica spalla di Asha è davvero molto versatile. Come bonus per coloro che acquistano la versione fisica di Wonder Boy: Asha in Monster World è disponibile una versione emulata dell’originale Monster World IV. Attualmente, questo è l’unico modo per ottenere la versione originale su PlayStation 4 o PlayStation 5, quindi per i fan di vecchia data può essere interessante giocare anche a questa edizione.
DA AVERE SENZA RISERVE
Wonder Boy – Asha in Monster World è un riuscito omaggio a Monster World IV per SEGA Mega Drive. Questo rifacimento firmato da Inin Games, infatti, cattura tutto ciò che ha reso la versione originale bella e divertente da giocare, con in più alcune sensibili aggiunte tecniche che ne migliorano leggermente l’esperienza.
Uniche pecche, a nostro parere, la longevità che, complice anche il nuovo sistema di salvataggio che facilita il compito dei giocatori meno esperti, si attesta sulle cinque ore di gioco, e un poco il comparto grafico, non perché sia brutto ma perché stravolge un po’ troppo la direzione artistica dell’originale, che forse si sarebbe potuta mantenere in toto adottando un design manuale 2d sulla falsariga di quanto visto in altre produzioni simili.
Pregi
I miglioramenti tecnici rendono il gameplay più fluido rispetto alla versione del 1994. L’edizione fisica del gioco contiene l’originale Monster World IV. La nuova grafica 3d è fedele all'opera originale…
Difetti
… ma si poteva fare meglio per mantenere una direzione artistica più consona all’originale. L'aggiunta della funzione di salvataggio ovunque rende il gioco molto più accessibile.
Voto
8
1 commento su “Wonder Boy: Asha in Monster World, recensione PS4”