Total War: Shogun 2, Speciale parte II, l’immortale
Gli strateghi vittoriosi hanno già trionfato, prima ancora di dare battaglia; i perdenti hanno già dato battaglia, prima ancora di cercare la vittoria
Il 15 maggio 2011, undici anni dopo l’esordio della serie, arriva Total War: Shogun 2. The Creative Assembly apre il decennio della saga strategica ripartendo dalle origini. Il nuovo motore grafico portato in auge da Rome: Total War e potenziato negli anni con Medieval II, Empire e Napoleon, offre nuova linfa a questi videogiochi strategici a turni e tattici in tempo reale griffati SEGA.
Negli ultimi dieci anni si è giocato costantemente sul fronte europeo. Che fosse nell’antichità, nell’età medievale, nell’età moderna e nell’età napoleonica. In occasione di Empire: Total War, ci si è spinti fino alle Indie Orientali ed Occidentali, coinvolgendo di fatto tutto il mondo. Si torna al Giappone feudale dell’epoca Sengoku. Si rinnova il comparto tecnico, si semplificano – tanto – tutti gli aspetti relativi al gameplay. Total War non viene snaturato, ma portato ad uno standard di qualità indiscutibile.
CHI SI AGGRAPPA ALLA VITA MUORE
Come ogni Total War che si rispetti, Shogun 2 propone al giocatore una preponderante fase strategica a turni. A questa si intervallano le battaglie campali, d’assedio e navali in tempo reale, ma con pausa tattica.
Il successo, di pubblico e di critica, portato da Total War: Shogun 2 ha spinto gli sviluppatori a realizzare la versione macOS nel 2014 e Linux nel 2017. Questo dimostra che la richiesta del pubblico, anche a distanza di sei anni, non veniva meno.
Total War: Shogun 2 viene avvalorato da due espansioni: Rise of the Samurai e Fall of the Samurai. Sono arrivate rispettivamente a sei mesi di distanza e in occasione del primo compleanno dello stesso.
I più influenti clan che hanno caratterizzato il periodo Sengoku sono presenti e meglio caratterizzati:
• Chokosabe, sovrani di Tosa, con la più forte milizia d’arcieri.
• Date, signori di Iwate, che non conosce pari tra i guerrieri no-dachi, cioè una grande spada a due mani.
• Hojo, dominatori di Izu e Sagami, impareggiabili nella costruzione di castelli e macchine d’assedio.
• Mori, controllori di Aki, esperti nelle battaglie navali.
• Oda, signori di Owari, che schierano i lancieri più formidabili.
• Shimazu, principi di Satsuma, che schiera i più forti samurai con katana.
• Takeda, sovrani di Kai, la cui cavalleria è la migliore del Giappone.
• Tokugawa, dominatori di Mikawa, che vanta i migliori agenti segreti.
• Uesugi, signori di Echigo, ferventi buddisti che schierano i monaci guerrieri più letali.
Ci sono altre tre fazioni giocabili, che però vengono aggiunge dalle espansioni: il clan Hattori, il clan Ikko-Ikki e il clan Otomo.
CHI SFIDA LA MORTE VIVE
La caratterizzazione dei clan è semplicemente sbalorditiva. Ogni esponente del clan ha pregi e difetti che, più di ogni altra produzione Total War prima di questa, fanno sentire il loro peso sulla partita.
Le condizioni meteo sono di gran lunga molto più incidenti: una forte pioggia danneggia l’efficacia delle armi da tiro, la nebbia riduce drasticamente la visibilità, nella stagione invernale gli eserciti in territorio nemico soffrono di logoramento.
L’influenza religiosa diventa determinante e controllare, politicamente ed economicamente una regione, diventa estremamente stimolante. L’ideologico scontro fra il buddismo originariamente imperante e il cristianesimo dilagante è vibrante. Il cristianesimo è importato attraverso i commerci con i barbari Nanban (gli europei che arrivano in Giappone nel 1543).
NON SOLO TATTICA E STRATEGIA
Lontano dalle mappe tattica e strategica, il giocatore ha la possibilità di ricercare tecnologie che migliorano la qualità e l’evoluzione degli edifici. Gli edifici più avanzati garantiscono l’addestramento di unità più potenti.
Queste ultime non sono numerose così tanto da far perdere la bussola, nella ricerca dell’equilibrio migliore da ottenere nell’esercito. Arcieri, picchieri, spadaccini e cavalieri hanno due o tre varianti al massimo, e schierarle tutte non sempre si rivela una scelta efficace.
Total War: Shogun 2 spiazza totalmente il giocatore più bravo, quando calcola la potenza militare e politica del clan. Quando questo diventa una minaccia per qualsiasi altro avversario, le fazioni controllate dal computer si uniscono in un’ultima, disperata, alleanza per cercare di fermare l’avanzata di quello che sembra un esercito ineluttabile.
Il comparto multigiocatore di Total War: Shogun 2 offre una campagna cooperativa ispirata e una modalità tattica che coinvolge fino ad otto giocatori contemporaneamente. E’ presente anche un insolito, ma ben studiato, sistema di ricompense e di matchmaking.
STRATEGICA POESIA SENZA TEMPO
La colonna sonora del gioco è affidata all’eccelso Jeff Van Dyck. Veterano di lungo corso, compositore canadese che ha legato a doppio filo il suo nome con i più belli (secondo chi vi scrive) Total War di sempre. Indimenticabile il lavoro svolto nel 2004, riascoltato ultimamente su Total War: Rome Remastered. Il suo stile inconfondibile e ricercato accompagna le gesta dei giocatori, su sonorità tipicamente giapponesi. Il contributo a rendere l’atmosfera massimamente coinvolgente è immenso.
Total War: Shogun 2, per la sua caratura tecnica, il suo stile, il fascino diventa uno dei più brillanti titoli di tutta la serie Total War. La semplificazione delle battaglie, della gestione delle truppe e dei territori non intacca la profondità di un gioco sempre avvincente. Una gioia per gli occhi, balsamo per le orecchie per merito della colonna sonora ispirata e instancabile forgia di partite sempre diverse tra loro. Sono passati dieci anni dal suo esordio, ma Total War: Shogun 2 è indiscutibilmente un videogioco talmente ben realizzato che risulta a prova di tempo che passa.