Subnautica Below Zero, Recensione Pc
Unknown Worlds Entertainment ci costringe a fare nuovamente (e letteralmente) una full immersion, ma stavolta con diversi gradi in meno
Da quando nel gennaio del 2019 esordì in accesso anticipato, Subnautica Below Zero iniziò da subito a farsi carico delle speranze e delle aspettative di tantissimi appassionati. Gli stessi che amarono follemente il primo Subnautica, ma che dovettero anche aspettare ben 4 anni per il lancio della versione finale di quest’ultimo. Stavolta invece lo studio indipendente Unknown Worlds Entertainment ha ultimato i lavori dopo poco più di due anni, portandoci a profondità (e temperature) ancora più estreme.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un survival “acquatico”, che però contempla diversi miglioramenti nelle già solidissime meccaniche (complessivamente riproposte) del predecessore. Da parte dello studio americano con sede a San Francisco inoltre ci sono stati alcuni cambi di rotta. Sui quali avremo modo di entrare in merito in questa recensione della versione Pc di Subnautica Below Zero. Il quale, ricordiamo, è sbarcato anche su Switch, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X/S nei giorni scorsi. Vi auguriamo una piacevole lettura.
SI TORNA SU 4546B
La prima grande differenza tra Subnautica Below Zero e il capitolo precedente è la presenza di una trama vera e propria. Mentre in precedenza l’atterraggio sul pianeta alieno 4546B fu accidentale, in questo caso ci ritroveremo a farlo di nostra spontanea volontà. Il tutto nei panni di una scienziata, Robin Ayou, che si lancerà sul pianeta per cercare la sorella scomparsa, Samantha.
Un episodio avvenuto in circostanze tutte da scoprire, per giunta subito insabbiate dalla compagnia Alterra, alla quale volteremo le spalle. E così, dopo un atterraggio parecchio movimentato per via di una tempesta di asteroidi, usciremo dalla capsula in fiamme per iniziare le indagini. Questa volta dovremo agire all’estremo nord del pianeta, in una specie di regione artica che nasconderà tantissime insidie e misteri.
C’è da dire che gli sviluppatori hanno fatto sì di venire incontro a tutte le tipologie di giocatori. Avviando una nuova partita infatti potremo scegliere il tipo di esperienza da vivere. Dalla sopravvivenza standard alla variante più estrema con permadeath, fino ad arrivare alla “modalità creativa”. Dove in quest’ultima non dovremo preoccuparci né della trama principale né di tutti gli aspetti survival della produzione.
Niente fame, niente sete, niente indicatore d’ossigeno, niente morte e materiali infiniti. E’ chiaro però che l’esperienza più autentica e genuina che Subnautica: Below Zero può offrire passa da una partita tradizionale. In cui saremo noi contro l’ambiente (e non solo), a lottare con tutte le nostre forze per far luce sul mistero legato alla scomparsa di Sam.
SOPRAVVIVENZA ABISSALE
La trama principale può essere “assecondata” oppure messa in naftalina fin da subito. In Subnautica Below Zero infatti è consigliabile non trascurare il resto, in primis la necessità di raccogliere risorse per costruire strumenti più avanzati. Rispetto al predecessore abbiamo diverse novità, su più fronti. Dal lato survivalista per esempio non dovremo badare solamente a fame e sete, ma anche alla temperatura corporea.
Rimanere troppo esposti al freddo (specie in superficie, negli ambienti terrestri) causerà una morte per ipotermia. Inoltre bisognerà stare attenti a non farsi divorare da qualche predatore, o a finire l’ossigeno incautamente. I pericoli sono tanti, ma lo sono anche le soluzioni, potenziali ed effettive. Tra i nuovi strumenti introdotti figura anche il rilevatore di minerali, che ci renderà più semplice trovarne di specifici nelle vicinanze.
I già accennati “ambienti terrestri” non saranno marginali come nel primo Subnautica, ma avranno una dimensione ludica tutta loro. Non solo troveremo delle base abbandonate da esplorare, ma potremo anche muoverci con la Snowfox, una hoverbike progettata per gli spostamenti via terra. Unknown Worlds Entertainment ha dunque pensato a degli elementi di gameplay specifici per i contesti non-subacquei. Inutile dire che, tuttavia, la maggior parte dei pericoli arriverà dagli abissi.
Il mondo di Subnautica Below Zero nasconde tantissima flora e fauna affascinante, ma anche degli autentici mostri di classe “Leviatano”. Esseri giganteschi che saranno in grado di fare un solo boccone di noi. Avremo più chance di resistergli a bordo di un veicolo, come il Seatruck (equipaggiabile con dei moduli in base alle nostre esigenze). Ma la cosa migliore nelle fasi avanzate sarà contrastarli, mediante l’utilizzo della Muta Prawn. Un esoscheletro sottomarino da combattimento che ritroveremo in questo “secondo” capitolo.
UN OCEANO D’ARTE
Come abbiamo già evidenziato finora, al netto di svariate novità Subnautica Below Zero riprende e rifinisce l’insieme di meccaniche iper-collaudate del primo capitolo. E proprio come quello, anche questa creazione di Unknown Worlds Entertainment riesce a confermarsi un autentico gioiello del genere survival. Pur essendo complessivamente meno vasto, questo nuovo mondo artico pullula di dettagli, seppur con un fisiologico focus sugli ambienti acquatici.
La varietà e la bellezza degli ambienti assesta numerosi schiaffi morali a produzioni con budget assai maggiori alle spalle. Un plauso poi va all’elemento che già a suo tempo aveva fatto sì che Subnautica venisse considerato come una sorta di “horror mancato”: il comparto audio. Al di là degli stupendi brani che avremo modo di ascoltare anche tramite il jukebox costruibile nelle nostri basi sottomarine, c’è un mondo di suoni e versi che ci farà concretamente immergere negli abissi oceanici.
Un luogo affascinante e misterioso, ma anche e soprattutto pericoloso. L’oceano infatti è un ecosistema che può dare molto, ma togliere altrettanto. In Subnautica Below Zero ci sarà tanto su cui indagare, il che renderà l’esplorazione costantemente appagante. Per i giocatori meno avvezzi al genere orientarsi potrebbe non essere semplice, in quanto le poche icone sulla mappa non sempre saranno facili da seguire.
Ma è lecito vedere questo e altri aspetti come uno degli ingranaggi che rende tanto oliato e funzionante l’apparato survival del titolo. Che sul mercato mostra di avere ben pochi eguali. A rovinare tale sinfonia di meriti vi è infine il lato prestazionale. Per quanto il gioco giri tutto sommato in maniera più che dignitosa, capiteranno sia diversi cali di framerate che “pop-up” di elementi nello scenario.
COMMENTO FINALE
Quelli di Subnautica Below Zero sono stati senza ombra di dubbio due anni di accesso anticipato molto ben impiegati. Anche scendendo a profondità ludiche importanti il survival fantascientifico di Unknown Worlds Entertainment rimane sorprendentemente solido, ponendosi come uno dei punti di riferimento del genere. La strada incredibilmente proficua tracciata con il predecessore è stata proseguita con successo. Il tutto mantenendo un ottimo equilibrio tra la rifinitura di meccaniche già collaudate e l’introduzione di nuovi elementi. Qualche scivolone sul lato puramente tecnico finisce con l’arrecare qualche macchia su un lavoro che, al netto della natura indipendente della produzione, sarebbe altrimenti stato quasi del tutto privo di sbavature.
Pregi
Esperienza survivalista estremamente scalabile, adatta a qualunque giocatore. Trama sufficientemente sviluppata e interessante, visto e considerato che non rappresenta il focus del titolo. Armoniosa e inebriante orchestra di meccaniche survival ben congegnate. Direzione artistica da applausi, in particolare il comparto audio.
Difetti
Ambienti di superficie visibilmente (seppur fisiologicamente) meno curati di quelli acquatici. Svariati cali di framerate e pop-up di elementi degli scenari.
Voto
9-