Warplan: Pacific, recensione

Dopo Warplan, Matrix Games sposta l'attenzione degli appassionati sui luoghi e le nazioni protagoniste della Guerra nel Pacifico

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Il primo Warplan segnò la volontà di Slitherine di offrire uno spaccato della Seconda Guerra Mondiale su ampia scala. Avevamo pensato ad un grand strategy game, ma il publisher britannico e Kraken Studios optarono per un wargame da tavolo in versione digitale. Warplan: Pacific è il sequel diretto e va a coprire la Guerra nel Pacifico dal dicembre 1941 al settembre 1945. Come per il predecessore, anche in questa nuova iterazione le dimensioni contano.

Abbiamo una mappa molto ampia, con una griglia da 80 chilometri per esagono ed unità controllate a livello divisione. Il gioco è disponibile sullo store Matrix Games e Slitherine dal 29 aprile.

BRIEFING

L’obbiettivo principale della campagna di Warplan: Pacific è ambizioso quanto la sua scala: se giochiamo come Alleati, dovremo portare il Giappone alla resa. Se prendiamo il comando dei soldati del sol levante, l’obbiettivo sarà quello di resistere alla potenza alleata entro un determinato lasso temporale.

In entrambi i casi, al giocatore è richiesta la gestione di tutto l’asset bellico. Ogni turno è composto da diverse fasi, tra cui la spesa di punti per i movimenti delle unità, la creazione di rotte commerciali, lo sviluppo della logistica, l’interdizione dei rifornimenti avversari.

Di particolare importanza è l’ottenimento di materie prime, utili alla costruzione di nuove unità. In ultimo, abbiamo il confronto con unità nemiche, con battaglie che possono avvenire sia per mare che a terra.

PER TUTTI, MA ANCHE PER POCHI

Ne avevamo parlato anche in sede di recensione del primo capitolo. Warplan è un wargame, più precisamente un boardgame digitale. Questo significa che se da una parte non raggiunge il livello di profondità di War in the Pacific, War in the East 1 e War in the East 2, dall’altro ha in seno caratteristiche che potrebbero non piacere a tutti.

Non esiste un tutorial, affiancato da uno scenario introduttivo ambientato durante la guerra sino-giapponese. Lo svolgimento di questo livello pretende l’affiancamento del manuale, che come per ogni boardgame che si rispetti deve essere letto per capire le meccaniche di gioco.

Probabilità di vittoria durante gli scontri, fattori che li influenzano, supporto e svolgimenti degli sbarchi, sono tutte informazioni contenute in un manuale preciso e ben scritto. Purtroppo solo in inglese, anche se perfettamente comprensibile per chi ha dimestichezza scolastica con la lingua di Albione.

SNELLO E VELOCE

Le qualità di gioco da tavolo emergono non appena il giocatore inizia a familiarizzare con le meccaniche. Grazie ad un’interfaccia ben realizzata, la plancia del gioco risulta molto pulita tenendo lontano lo spettro dell’accumulo di segnalini.

Questi ultimi sono organizzati anche in base alla nave o alla truppa di maggiore importanza, con raggruppamenti ben organizzati disponibili attraverso un menu dedicato. Sono presenti anche unità aeree, che potranno essere inviati in missioni o tenute solo di supporto alle manovre. Logistica e rifornimenti sono rappresentate attraverso una serie di linee che percorreranno la mappa.

Le astrazioni ci sono, ma nessuna è priva di significato. Oltre ad un buon numero di opzioni sulla visualizzazione dei contatori, abbiamo schede relative alla costruzione delle unità, ai convogli, e al riassunto dei vari conflitti. La durata media di un turno di gioco per la pianificazione di una strategia è di circa una decina di minuti.

UN NEMICO SCALTRO

L’intelligenza artificiale è competente in entrambe le fasi di gioco, tenendo però a giocare in modo particolarmente aggressivo. Nei combattimenti a terra ad esempio, se le nostre unità sono trincerate in una posizione, l’AI provvederà ad inviare un gran numero di unità per tentare di aprire una breccia.

Si rivela anche particolarmente attiva in mare, con tentativi atti a rompere le linee di rifornimento e i convogli commerciali. Nella campagna, il gioco ci invita a prendere le redini del comando Alleato, poiché l’AI faticherebbe a gestire tutte le unità nelle fasi avanzate del conflitto.

A nostro avviso, giudicando quanto di buono abbiamo osservato durante il gameplay, è davvero un peccato. Confidiamo in una futura patch che vada a migliorare questa componente, perché il grado di sfida offerto è di buon livello.

COMMENTO FINALE

Warplan: Pacific (qui la pagina su Matrix Games) è un wargame da tavolo solido e soddisfacente. La campagna ci terrà impegnati per ore e le variabili da considerare sono tante. Lo sviluppatore è stato intelligente ad ascoltare i feedback della fanbase, rendendo questo seguito migliore sotto praticamente tutti gli aspetti.

Un’interfaccia snella, una grafica perfettamente in linea con la nicchia di riferimento, un gameplay a suo modo più veloce lo rendono adatto anche ai fan non hardcore. Sebbene non raggiunga la profondità di titoli citati nel corso di questa recensione, offre un grado di sfida sopra le media. La lettura del manuale, come per altri strategici sul generis non è opzionale.

Pregi

Ampio e longevo. Le nuove meccaniche funzionano. Ricco di informazioni. Adatto agli appassionasti.

Difetti

Musiche sottotono. AI da rivedere sul fronte Alleato.

Voto

8