Definire il concetto di orrore è una sfida ardua. Il motivo è semplice: la mente umana ha potenzialità, quanto meno immaginifiche, pressoché illimitate. Così come sono potenzialmente illimitati gli angoli bui della nostra mente e, coerentemente, gli strumenti utili per attizzarli. Ebbene, l’orrore è orrore, la paura è paura. Una lezione semplicissima e, paradossalmente, complicatissima da mettere in campo. Bad Dream: Coma, tenterà proprio questo: descriverci, con i suoi mezzi, cosa sia l’orrore.
Il titolo, sviluppato da Desert Fox e pubblicato da Ultimate Games, ci colpirà in piena faccia con la sua estetica inquietante nella sua spiccata semplicità, oltre che per il generale feeling da incubo che trasparirà ad ogni passo videoludico. Senza ulteriori attese, ecco la recensione della versione Xbox di Bad Dream: Coma, che è giocabile anche su Pc e Switch.
SOGNO D’INCUBO
Bad Dream: Coma appartiene al sempreverde (seppur, negli ultimi anni un po’ affaticato) genere dei punta e clicca.
Per chi fosse a digiuno, in sostanza il fulcro del gameplay ci vedrà osservare diverse scene tendenzialmente statiche ed oggetti, alla ricerca di punti di interesse e arnesi utili al prosieguo della storia. Com’è possibile percepire dalla conformazione del titolo, nel gioco saremo nostro malgrado i protagonisti di un terribile incubo.
Poco dopo l’essersi assopito, il nostro innominato protagonista si ritroverà ai bordi di una città devastata (e devastante…). Quasi il risultato di una non meglio precisata apocalisse. In generale, l’iniziale senso di disorientamento si stabilizzerà quel tanto che basta per renderci coscienti della nostra “nuova” situazione. Il protagonista, così come altre inquietanti presenze che incroceremo nel corso del gioco, è sostanzialmente intrappolato in una malsana e disturbante realtà alternativa.
Naturalmente, lo scopo parrà essere il completamente della classica fuga, ma in Bad Dream: Coma nulla è come appare sul serio e la nostra storia si forgerà in base alle scelte, spesso morali, che compiremo. In generale, data la buona libertà decisionale e i tanti bivi che il gioco ci parerà innanzi, l’intreccio narrativo del gioco si rivelerà “lugubremente” interessante e sarà il vero motore dell’esperienza.
Come detto, il titolo si muoverà seguendo i classici crismi dei punti e clicca: in generale, ci troveremo per una larghissima frazione della nostra esperienza videoludica, a muovere un cursore sullo schermo, alla ricerca delle classiche trigger zone sparse su scenari statici. In generale, saremo chiamati ad osservare scene statiche e lugubri, alla ricerca di oggetti o di interazioni varie utili a sbloccare lo stage successivo.
Ogni oggetto che raccoglieremo, verrà inserito in una colonna posta sul lato sinistro dello schermo, ovviamente pronto all’uso con la semplice pressione di un tasto. Ovviamente, non sarà sempre e solo una ricerca costante: il titolo ci parerà innanzi diversi enigmi e puzzle, alcuni davvero terrificanti (come riagganciare ad un volto occhi e orecchie, recuperabili in tanti modi… differenti).
Nel gioco, come detto, vi sarà una sorta di meccanismo morale che giudicherà in “silenzio” le nostre azioni, accompagnandoci verso un finale definito (e ce ne saranno diversi). In generale, Bad Dream: Coma si rivelerà ludicamente parlando, un degno rappresentante del genere delle avventure grafiche e quasi un “must” per gli amanti dell’horror.
Né particolarmente facile o difficile, il titolo metterà comunque notevolmente alla prova le nostre abilità di “segugi” e di “risolutori di enigmi”. Nonostante ciò, il titolo non offrirà nulla di realmente innovativo da un punto di vista ludico-meccanico. E si poggia comodamente sui classici cliché del settore. Anzi, con il proseguire dell’avventura, perde qualcosa per la ripetizione concettuale di alcuni enigmi.
INGRANAGGI CUPI
Nonostante questo genere sia irreversibilmente legato all’utilizzo di un mouse, in Bad Dream: Coma la traslazione delle meccaniche classiche delle avventure grafiche sul pad è proceduta in modo quasi indolore.
Il feeling in generale è buono e, durante le sessioni di gioco, non è mai apparso forzato e non è mai risultato in “giri a vuoto” del cursore. Il tutto, com’è possibile osservare dalle immagini, condito da un comparto visuale disegnato a mano e monocolore, con sfondi che tendono a varie tonalità di verde, quasi avessimo innanzi un vetusto (ma sempre affascinante) schermo a cristalli liquidi nello stile delle primissime console portatili degli anni ‘90. Una scelta estetica rischiosa, specialmente in quest’era di esteti assoluti, ma che in realtà si rivela azzeccata e, per certi versi, vero catalizzatore dei “brividi” lungo la schiena di cui il titolo è stracolmo.
Ma, nel concreto, la scelta trasmette, anche ad un orrore sui generi del titolo, un continuo senso d’oppressione, di schiacciamento. Un loop che ondeggia tra l’orrore e l’inquietitudine, tra un senso di cupa e rassegnata depressione mescolata ai più classici escamotage dei film d’orrore più brutali. Sensazioni unite fra di loro da un filo di follia, di ordinarietà rovesciata grottescamente comica e che, per certi versi, mitigherà l’oppressione di cui sopra, facendoci riemergere, a tratti, per prendere una boccata d’ossigeno.
Ma, probabilmente, l’esperienza potrebbe risultare un po’ troppo per chi non ha mai ragionato con qualche titolo horror che, sapientemente, pesca nella psiche umana. Nonostante la scelta abbia un indubbio valore artistico, meccanicamente sarà un po’ d’ostacolo: in generale, gli item “interessanti” si confonderanno spesso con gli elementi scenici e più volte incapperemo in lunghe “soste” nel prosieguo della storia, proprio perché tanti oggetti con i quali interagire sono spessi indistinguibili da elementi secondari dello scenario.
EGREGIO COMPARTO TECNICO
Per quanto concerne il comparto tecnico, Bad Dream: Coma si comporterà più che egregiamente sulle console Microsoft. Soprattutto se si è tra i possessori di una Series X. Nessun rallentamento, anche per l’intrinseca semplicità tecnica del gioco, ed esperienza ludica fluida e che scorre senza intoppi di sorta. Un plauso anche all’effettistica sonora, non proprio lo stato dell’arte ma che comunque svolge il suo ruolo di “amplificatore” in modo egregio e coerente.
COMMENTO FINALE
Bad Dream: Coma è un titolo sui generis. Vanta un’estetica retrò e malsana che coerentemente ci accompagna in una realtà alternativa fatta di orrore. Ma questa estetica è intrisa anche da cupezza e capovolgimento. Una trama sopra le righe ma che baderà alle nostre scelte morali, conducendoci verso un finale meritato.
In generale, un’ottima esperienza ludica seppur non particolarmente innovativa e, da un punto di vista meccanico, piuttosto standard. Un titolo consigliato agli amanti dell’horror e dei punta e clicca, ma anche gli amanti solo dell’uno o dell’altro settore potrebbero trovare interessante.
Pregi
Punta e clicca horror ben realizzato... Artisticamente oppressivo e inquietante…
Difetti
… che però si ferma ai classici “canoni” del genere … seppur l’estetica renda un po’ difficoltoso il gameplay.
Voto
8
1 commento su “Bad Dream: Coma, recensione”