Il covid è tutt’oggi protagonista indiscusso delle cronache mondane. Ha avuto (e tutt’ora ha) un forte impatto su ogni settore, videoludico compreso. Non solo a livello hardware, con fabbriche chiuse o in operabilità ridotta a causare un aumento vertiginoso dei prezzi. Anche a livello software, il 2020 è ricordato come un anno costellato di rinvii per molti titoli. Lo sviluppo di Tactical Troops: Anthracite Shift da parte del team indie QED Games è stato, purtroppo, travagliato anche per via della pandemia.
Si è, dunque, optato per un rinvio. Il principale motivo è stata la volontà di offrire un prodotto in linea con gli standard qualitativi cui ci ha abituato. Il nuovo strategico è disponibile dallo scorso 15 aprile su Steam e ve ne parliamo in questa recensione. Buona lettura.
QUALCOSA DI DIVERSO
Tactical Troops è un tattico a turni con caratteristiche piuttosto interessanti. A discapito di una nicchia che ha nelle griglie a schermo uno dei sacri dogma, il prodotto di QED Games prende subito le distanze.
Attraverso un sistema di punti azione, i personaggi si muoveranno su scenari non lontani esteticamente dalle “board” dei giochi di ruolo cartacei e privi di caselle. Si è optato per una meccanica a turni su base Igougo (ossia il movimento alternato tra giocatore e cpu), mentre tra le azioni disponibili troviamo i movimenti, l’uso delle armi e abilità di vario tipo.
Caratteristica che lo sviluppatore tiene molto a risaltare è la tecnologia denominata Grail. Trattasi di un’intelligenza artificiale interna che consente ai vari tipi di nemici di comportarsi secondo la propria “natura/specializzazione”. Per inciso, si sottintende un diverso comportamento ad esempio tra soldati umani e fauna locale.
TRA XXX E THE EXPANDABLE, IN SALSA SCI FI
Gli inizi del 2100 vedono l’umanità espandersi oltre il sistema solare. A capo di una squadra mercenaria, veniamo inviati su Anthracite, a circa seicento anni luce dalla Terra. Questo pianeta è rimasto isolato dal resto dell’umanità per molto tempo, salvo poi dare segni di vita in modo alquanto misterioso.
È implicito che ci siano dei problemi. La nostra missione è quella aiutare i coloni e far luce sull’accaduto. Sulla carta, un’operazione semplice, quasi un insulto per una truppa ben preparata. Ma nulla è ciò che sembra e le cose si mettono male ancor prima d’atterrare.
Attaccati durante la discesa dall’orbita, la squadra viene divisa sparpagliandosi su una vasta area dopo atterraggi di fortuna. Dobbiamo trovare i nostri commilitoni, esplorare terre pericolose e se possibile, portare a termine la missione.
PROGRESSIONE SENZA SORPRESE
Ogni scenario del gioco si snoderà attraverso una serie di missioni, tutte anticipate da un briefing piuttosto dettagliato. In questa fase, npc amici e nemici alterneranno sessioni di dialogo, utili alla fruizione della componente narrativa.
La maggior parte degli obbiettivi prevede il raggiungimento di una certa posizione o l’eliminazione di un gruppo di nemici. La visuale a volo d’uccello ha permesso di sviluppare le aree in modo particolarmente vario e dettagliato, consentendo al giocatore di variare tattiche e approccio. Anche con requisiti simili, i mezzi per raggiungere la fine dello scenario saranno diversi.
MUOVERSI CON CIRCOSPEZIONE
La meccanica relativa al movimento dei soldati è a suo modo innovativa. Ogni soldato della nostra compagnia è infatti contraddistinto da due cerchi, uno interno più scuro e uno esterno più chiaro.
Il cerchio più scuro evidenzia i punti disponibili per il movimento a 360 gradi e l’uso di armi e abilità. Il cerchio più chiaro sottintende i punti disponibili per il solo movimento in linea retta. Quanto detto, può apparire astruso ma in realtà il concetto è semplicissimo e dona al gioco una flessibilità raramente osservata in altre produzioni.
Altro elemento da considerare è quello relativo alla “linea della vista”. Fattore cardine in molti tattici, questa meccanica prevede che elementi quali rocce, barili o altri elementi fisici vadano a bloccare tanto la visibilità amica, quanto quella avversaria. Esattamente come ci si aspetterebbe nella realtà, non si sa mai cosa si cela oltre la nostra portata visiva.
TATTICA A CIELO APERTO
Quanto sopraesposto, pretende che il giocatore ponderi attentamente prima di usare tutti i punti movimento in un territorio sconosciuto. Durante il proprio turno, un personaggio (sia esso del giocatore o dell’AI) può spendere tutti i punti azione rimanenti ed entrare in modalità “sorveglianza”.
Quando si opta per questa soluzione, il soldato in questione aprirà il fuoco non appena unità nemiche entreranno nel suo raggio d’azione. È un sistema che funziona e solitamente, permette di apportare molti danni.
La tecnologia Grail offre npc e fauna locale caratterizzati da comportamenti diversi. Gli animali saranno aggressivi, mettendo fretta al giocatore e incuranti della linea visiva. Al contrario, i soldati avversari sono ben più intelligenti e sfrutteranno imboscate, granate, linee di fuoco incrociate. Ogni tanto capita che l’intelligenza artificiale faccia qualche passo falso, ma nel complesso tende al pragmatismo, aumentando e non di poco il grado di sfida.
PLANCE E MUSICHE
Dal punto di vista tecnico, in Tactical Troops: Anthracite Shift si evidenziano alti e bassi. I scenari sono davvero belli, arricchiti di particolari che ne fanno dei “diorama visti dall’alto”. Gli elementi a corredo come ostacoli e teletrasporti, sono sia estetici che fisici.
Questi ultimi, sono parte integrante del gameplay che ne prevede l’uso per sparare proiettili a distanza o difendersi da fucili ad energia. Il rovescio della medaglia sul versante estetico è la debole caratterizzazione di unità e fauna locale.
Anche le animazioni risultano legnose. È lampante che lo sviluppatore abbia puntato tutto su scenari e gameplay, scelta che ci sentiamo di condividere visto quanto di buono il titolo propone.
La componente sonora si rivela laterale, con un numero non esorbitante di tracce ad accompagnare l’esperienza. Buoni invece gli effetti sonori, in particolare quelli relativi alle armi e alle esplosioni. A nostro avviso, qualche sottofondo relativo all’audio ambientale non avrebbe guastato.
COMMENTO FINALE
Prima del covid, il rinvio di un gioco era motivo di critiche. Per evitare danni, i publisher spingevano gli sviluppatori a pubblicare, portando sul mercato produzioni frettolose e di dubbia qualità.
Plauso quindi a QED Games che ha migliorato la propria creatura, che esce sul mercato migliorata praticamente sotto ogni aspetto. Perché sì, l’avevamo provato nel 2020 e il nostro parere all’epoca era diverso.
Pur accasandosi in una nicchia colma di pesi massimi, Tactical Troops: Anthracite Shift riesce a distinguersi. L’intelligenza artificiale e il set di meccaniche lo rendono uno strategico davvero solido. A nostro avviso, il prodotto è da ritenersi in seria considerazione per tutti i fan dei tattici a turni.
Pregi
Combattimenti profondi. Scenari dettagliati. Buon grado di sfida grazie anche all'AI.
Difetti
Unità e animazioni pagano dazio. Componente narrativa poco approfondita.
Voto
8
1 commento su “Tactical Troops: Anthracite Shift, recensione”