Crash Bandicoot 4: It’s About Time, Recensione Pc

Un nuovo inizio, da una grande eredità

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Quando si scrive o si parla di Crash Bandicoot, inevitabilmente si scomoda la storia. Questo personaggio, che dà il nome ad una serie di videogiochi, infatti, era diventato un’inconfondibile mascotte di PlayStation sul finire degli anni ’90.
Crash Bandicoot era stato creato, in origine, da Naughty Dog, ormai pluri-acclamato studio di sviluppo first party del colosso nipponico Sony. Negli anni, tuttavia, il nome dei videogiochi è passato sotto etichetta Activision. Per questo motivo abbiamo potuto giocare la N-Sane Trilogy (prima) e la Crash Team Racing Nitro-Fueled anche lontano dalle piattaforme PlayStation.
Discorso analogo possiamo farlo per Crash Bandicoot 4: It’s About Time, autentico sequel dell’originale trilogia. Arrivato lo scorso ottobre su console PS4 e Xbox One. Quest’anno, il 12 marzo, è stato pubblicato anche su Switch, PS5 e Xbox Series ed il 26 marzo ha raggiunto anche le sponde di mouse e tastiera (piattaforme Windows) via client di Blizzard.

UNREAL ENGINE ALLO STATO DELL’ARTE

Crash Bandicoot 4: It’s About Time fonda la sua essenza nell’Unreal Engine di Epic Games. Il lavoro svolto da Toys for Bob – già autori di Spyro: Reignited Trilogy – ha del prodigioso.
Siamo riusciti a spingere il gioco a risoluzioni maggiori del classico Full HD, senza perdere fluidità, pur non vantando un hardware di altissimo livello. Questo ci porta ad affermare che la caratura tecnica, l’ottimizzazione e l’estrema duttilità del motore grafico, portano altissima qualità visiva: giocare Crash Bandicoot 4: It’s About Time è una gioia per gli occhi.

Crash appare leggermente diverso dall’icona PlayStation a cui eravamo abituati. E’ di gran lunga più espressivo, meravigliosamente animato e al passo con i tempi. In alternativa possiamo giocare con la sorella di Crash, che si chiama Coco. Anche lei può vantare un maggior dettaglio e la stessa cura per le animazioni e l’espressività. Le ambientazioni di gioco sono realizzate splendidamente. I livelli di gioco ricordano molto quelli originali della prima trilogia e vantano una bella dose di varietà.

Sezioni platform “orizzontali” come nella più classica tradizione, fughe rocambolesche con le corse a perdifiato verso il giocatore/spettatore, esplorazioni in terza persona “alla Tomb Raider” sono presenti. Si aggiungono anche fasi (letteralmente) su binari che ci hanno ricordato quelle di Ratchet & Clank, e divertono tanto.

CLASSICO, MODERNO, ETERNO

Crash Bandicoot 4: It’s About Time offre la possibilità di essere affrontato in modalità classica oppure moderna. La modalità classica è, né più né meno, quella a cui le vecchie cariatidi videoludiche (come chi vi scrive) sono abituate: niente checkpoint (tranne i pochi concessi), tentativi limitati e sicuro game over nel caso in cui questi tentativi raggiungessero lo zero: solitamente quando si muore per colpa di un nemico che arriva a colpirci oppure a causa di una caduta nelle sezioni platform.

La modalità moderna, invece, prevede più presenza di checkpoint e tentativi illimitati. Insomma, sono riusciti a far (quasi) coesistere vecchio e nuovo modo di affrontare Crash Bandicoot 4: It’s About Time, che a dispetto del numero quattro e dell’Unreal Engine, sembra essere stato portato a noi con una macchina del tempo.

Solitamente, queste operazioni di “ritorno al futuro” lasciano il tempo che trovano, e trovarsi a giocare un titolo che “sa di vecchio” è notoriamente noioso, frustrante ed in ogni caso non divertente. Crash Bandicoot 4: It’s About Time smentisce tutti, prendere l’eredità della trilogia originale sulle spalle e corre/salta/scivola e scorre fino ai titoli di coda con la certezza di essere uno dei più fulgidi esempi di platform dei nostri tempi. Passano gli anni, ma Crash Bandicoot sembra eterno e sa reinventarsi senza snaturarsi.

COMMENTO FINALE

Crash Bandicoot 4: It’s About Time è un videogioco platform in terza persona nella più classica accezione del termine. Segue cronologicamente le avventure di Crash e Coco Bandicoot, proseguendo l’originale trilogia di Naughty Dog.
E’ sviluppato dagli autori di Spyro: Reignited Trilogy, che hanno volto ai propri scopi il duttile Unreal Engine realizzando un lavoro splendido sia per quanto riguarda il risultato visivo finale, sia per quel che concerne ottimizzazione, fluidità e solidità.

Ottima la risposta ai comandi, altrettanto ottima la varietà di un gioco che, aderendo fedelmente agli stilemi dettati dai lontani originali poteva facilmente cascare in una deludente operazione amarcord: così non è stato.
La possibilità di cambiare modalità di gioco da classica e moderna è la ciliegina su una torta che vuole essere goduta ed apprezzata tanto dalle generazioni passate quanto da quelle future.

Se vi piacciono i platform, soprattutto quelli che possono vantare una grafica semplicemente sopraffina, Crash Bandicoot 4: It’s About Time potrebbe essere la vostra isola felice.

Pregi

Tecnicamente inappuntabile: alta cura per i dettagli, animazioni allo stato dell'arte, personaggi espressivi. Musica e sonoro di alto livello, accompagnano senza mai sfigurare, buono anche il doppiaggio in italiano. Controlli reattivi, gioco mai frustrante. Possibilità di giocarlo come negli anni '90 o come un gioco moderno.

Difetti

Allontanarsi dall'iconografia classica potrebbe fare storcere il naso a tanti. La sua linearità è l'aspetto più apprezzato ma anche quello più criticato dai "puristi" del genere platform.

Voto

8,5