Lust from Beyond, la nostra Recensione
Lo studio polacco Movie Game apre le porte di Lusst'ghaa per la seconda volta, creando il giusto mix tra terrore e erotismo
Lust from Beyond dimostra come le opere di H.P. Lovecraft continuano a essere una fonte di ispirazione per innumerevoli opere paurose. L’orrore cosmico, la profondità e la follia dei suoi protagonisti hanno dato origine a numerosi adattamenti in fumetti, film e videogiochi. Da titoli leggendari come Alone in the Dark o Eternal Darkness ad altri più recentii come Call of Cthulhu o The Sinking City.
L’ultimo è proprio il gioco realizzato dallo studio indipendente polacco Movie Games, che ha debuttato pochi giorni fa su Pc, via Steam.. Esso combina la narrazione dell’autore con alte dosi di erotismo, assieme all’immaginario di HR Giger (responsabile dei disegni di Alien, e punto di riferimento per il prossimo Scorn). Si tratta del seguito di Lust for Darkness, che come questo nuovo capitolo trattava temi molto simili, ed era ambientato in una villa vittoriana.
Trattandosi questa volta di ispirazione Lovecraftiama ci spostiamo invece in una piccola città del Massachussets, Bleakmoor. Dove troviamo un titolo in prima persona che combina elementi di giochi di avventura, esplorazione e survival horror. Il tutto unito all’interno di una trama interessante che condurrà i giocatori attraverso 16 capitoli, con due finali diversi. Di seguito vi lasciamo alla recensione di Lust from Beyond, curata dal nostro Claudio Szatko. Buona lettura.
PRIMA PERSONA DA PAURA
In Lust from Beyond il protagonista è Victor Holloway, proprietario di un negozio di antiquariato. Egli inizia a soffrire di allucinazioni, e presto viene coinvolto nei complotti di una setta. Quest’ultima pratica la via dell’estasi, con l’obiettivo di portare nel mondo reale un dio della lussuria durante il solstizio d’estate. Il nostro compito nei panni di Victor sarà quello di contrastare tale “evocazione” di salvare la nostra fidanzata, caduta nelle mani della setta.
Il gioco si alterna attraverso due ambientazioni. La realtà, cioè i diversi luoghi di Bleakmoor, e la dimensione oscura di Lusst’ghaa. In alcuni capitoli ci limiteremo a interagire con altri personaggi, in altri dovremo risolvere enigmi ed esplorare (senza troppi indizi), alla stregua di un gioco d’avventura. Queste parti alquanto “rilassate” finiscono col diventare presto ripetitive, e il fatto di passare più e più volte attraverso gli stessi scenari (sia per raccogliere oggetti che per parlare con dei personaggi) non aiuta.
La creazione di Movie Games tuttavia migliora sensibilmente non appena entra in modalità survival horror. Il combattimento è molto “basic” (e il gioco stesso lo scoraggia), tuttavia abbiamo trovato parecchio emozionanti alcuni inseguimenti e altre azioni che abbiamo dovuto eseguire agli ordine del culto nel corso di un capitolo. Le meccaniche di infiltrazione (simili a quelle già viste nei due capitolo di Outlast) non sono però molto curate. Infatti manca del tutto un indicatore di allerta del nemico.
Tuttavia è stata aggiunta una possibilità di sopravvivere agli incontri, offrendo un’alternativa al “colpisci e scappa”. Uno dei punti di forza della produzioine è la presenza costante di quel senso di “vulnerabilità” tipico del genere. Durante il proseguimento nella storia ci siamo spaventati in diverse occasioni, imbattendoci anche in luoghi da far rizzare i capelli. I fan dell’horror più accaniti potranno altresì cogliere cenni a opere come Silent Hill e Shining.
TUTTO MOLTO ESPLICITO
Lust from Beyond, che tradotto in italiano sta per “Lussuria dall’Aldilà”, è un titolo abbastanza esplicito. Tanto nelle parti violente quanto nei riferimenti sessuali. Ecco perchè poco prima di iniziare l’avventura ci viene data la possibilità di scegliere tra la versione originale “senza censure” e una storia un po’ “filtrata”. Per quanto concerne i riferimenti rinvenibili all’interno del gioco, ne abbiamo di tutti i tipi.
A partire da quelli relativi alla ri-creazione della dimensione parallela Lusst’ghaa. La quale nello stile di Giger è costruita con elementi biomecannici, che ricordano sì gli organi sessuali, ma in un modo “appiccicoso” e contorto, un po’ come l’inferno di Agony. A Bleakmoor ci siamo imbattuto in oggetti che sembrano essere stati presi dai sexy shop più oscuri, quali torce di carne dall’aspetto disgustoso, cinture di castità e macchine arrugginite. Senza contare nemici sadomaso e un sacco di vittime nude.
Naturalmente vi sono anche orge e minigiochi nei quali dovremo premere i tasti al momento giusto per eseguire “l’atto”. Ci sono persino sezioni di gioco in cui il sono è costituito da gemiti inconfondibili. Tuttavia lo scopo di tutti questi elementi erotici non è propriamente quello di eccitare il giocatore. Tali elementi agiscono quasi al contrario. Sono espliciti ma in un senso “malato”, che valorizza l’ambientazione. Un altro elemento che ritroviamo in Lust from Beyond è inoltre la perdita della sanità mentale.
Più orrori vedrà il nostro protagonista, più uscirà di senno. In principio si noterà una certa distorsione dell’immagine. Successivamente subentreranno dei cambiamenti nei controlli, che diventeranno sempre più ingestibili. Qualora il misuratore di sanità mentale dovesse scendere completamente, moriremo. Tale contatore funziona come quello della salute, e potrà essere recuperato con pillole e iniezioni, sparse per l’ambiente di gioco allo stesso modo di bende e kit di pronto soccorso.
ALTI E BASSI
A livello tecnico Lust from Beyond presenta alti e bassi. Dobbiamo però tener presente la natura indipendente del titolo, a partire dal fatto che è stato realizzato con il motore Unity 3D. Molto versatile ma non in grado di offrire risultati del livello di altri motori grafici concorrenti. Nel gioco abbiamo trovato più che buoni sia gli scenari che gli effetti di luce. Tuttavia non abbiamo potuto fare a meno di notare il consistente riciclo di texture, sia nel caso dei nemici che degli oggetti negli scenari.
I modelli dei personaggi umani sono lungi dall’essere al top. E in un titolo che fa dell’orrore e dell’erotismo il suo punto di forza si finisce inevitabilmente col perdere mordente. Specie se i personaggi sembrano più manichini che esseri umani. Indubbiamente il top di gamma è rappresentato dalla dimensione di Lusst’ghaa, in cui si nota una superba direzione artistica. Buoni anche il doppiaggio (solo in inglese, come i sottotitoli) e la colonna sonora, che si sposano molto bene con l’atmosfera “malata” di gioco.
COMMENTO FINALE
Lust from Beyond si preesenta complessivamente come un titolo piuttosto interessante. E’ pervaso da un erotismo poco convenzionale, che dà più l’idea di un cattivo presagio che di uno strumento di piacere. La sensazione di essere sotto tensione è costante, così come l’interesse circa le sorti del protagonista, Victor. Al netto di design a volte discutibili e di un comparto tecnico con diversi punti deboli, l’opera di Movie Games rimane comunque molto valida per i fan dell’horror. Un gioco che mescola terrore ed erotismo, in una miscela priva di censure in perenne bilico tra sensualità e crudeltà.
Pregi
Trama coinvolgente, che per di più prevede finali multipli. Ottima fusione tra horror ed erotismo. Grande senso di ansia e suspence, soprattutto grazie alle ambientazioni.
Difetti
Sistema di combattimento e meccaniche d'infiltrazione da rivedere. Diverse parti di gioco ripetitive. Ricicli di texture e in generale poco mordente dal punto di vista del gameplay.
Voto
7+