Persona 5 Strikers, recensione
Uno “spin-off dello spin-off” sui generis
Nominare la saga di Persona, specialmente per i “nippo-maniaci” e per gli amanti dei giochi di ruolo giapponese, significa in linea di massima ritornare a sfogliare un album (magnifico) di ricordi. Senza contare che, i più attempati, ricorderanno con la massima nostalgia il cupo e visionario mondo di Shin Megami Tensei, di cui la longeva saga di Persona è una “costola” narrativa. Al centro dell’odierna disamina, nella sua versione Steam, v’è Persona 5 Strikers, spin-off (dello spin-off) sviluppato da Omega Force, già autore della nota saga musou Dynasty Warriors, ed edito da Atlus.
In modo sostanziale, Striker si pone narrativamente come un seguito linearmente diretto di Persona 5, seppur porti con sé delle stravolgenti novità (com’è lecito immaginarsi, vista la “maternità” del progetto).
Ma andiamo con ordine lasciandovi alla recensione di Persona 5 Strikers che è uscito su Pc lo scorso 23 febbraio.
PERSONA… MA NON TROPPO
Persona 5 Strikers è un gioco d’azione in terza persona con elementi ruolistici piuttosto spiccati. Nel dettaglio, per gli amanti delle etichettature, il titolo potrebbe esser avvicinato ai (tanti) rappresentanti del genere musou. Questa è una nicchia di stampo nipponica che, nel corso degli anni, ha saputo ritagliarsi una consistente fetta d’utenza occidentale.
Ma, appunto, il condizionale è d’obbligo visto che, in sostanza, Strikers potrebbe esser definito un “musou ma non troppo”. Come accennato precedentemente, Persona 5 Strikers si pone come sequel diretto del precedente Persona 5.
Ma, è bene specificarlo, il titolo su Pc è il solo della saga dopo Person 4 Golden uscito a giungo 2020. E visto che la storia ci immerge profondamente anche nel “retaggio” del precedente capitolo, giocare Strikers si tradurrà al contempo nella “inutilità” (a livello di “conoscenza della storia”) di reperire il precedente capitolo.
Detto ciò, il complessivo pacchetto narrativo di Strikers è sicuramente di qualità. Dopo gli avvenimenti del precedente capitolo, tutti i protagonisti dell’allegra combriccola dei “Ladri Fantasma” si ritrovano al Caffè Leblanc a Tokyo.
Al centro della accalorata reunion, semplicemente lo stare insieme e divertirsi anche se, come spesso succede, i piani vengono “disturbati” e l’incanto rotto. Infatti, il nostro manipolo di improbabili eroi, in grado di “catturare” ed utilizzare in battaglia degli spiriti chiamati Personae, scoprirà ben presto che nella capitale giapponese qualcosa “non funziona”.
I nostri eroi, ben presto, verranno a contatto con una dimensione parallela dove le ombre dominano incontrastate: una scoperta fatta grazie all’uso di una sorta di social chiamato “Emma”.
Una scoperta, al contempo, che porterà i nostri eroi in giro per il Giappone e attraverso sei diverse città nipponiche. Premesse narrative tutto sommato coerenti con la saga (e soprattutto, con i presupposti concettuali di Shin Megami Tensei), la narrazione al solito sarà pregevole e caratterizzata da una certa linearità degli eventi (probabilmente, più marcata rispetto ai precedenti capitoli della saga principale).
Caratteristica che, ad ogni modo, non “danneggia” la complessiva qualità della narrativa, che si rivelerà intrigante al punto giusto seppur sicuramente non la migliore della serie. In aggiunta, gli eventi raccontati da Strikers saranno ovviamente impreziositi dalla presenza non solo dei personaggi “angolari” della produzione, primo fra tutti il potentissimo Joker, ma anche dall’aggiunta di una serie di nuovi personaggi, tutti in linea di massima ben caratterizzati e coerentemente in linea con il “respiro” del gioco stesso, come ad esempio l’Ia Sophia che “vive” nel telefono di Joker.
UN MUSOU… MA NON TROPPO
Come anticipato, la prima fondamentale caratteristica per chi proviene da Persona 5 (ma, in generale, per tutti coloro che hanno almeno saggiato uno dei capitoli della saga), sarà naturalmente il genere d’appartenenza videoludica.
Strikers offrirà un gameplay complessivo sicuramente più votato all’azione, vicino al genere hack & slash e, come detto, a quello dei musou.
Infatti, nel titolo ci ritroveremo piuttosto velocemente, così com’è tradizione del citato genere di stampo nipponico, a seminare il terrore tra folte schiere di nemici in mappa più o meno vaste. Ma, nel mentre saremo impegnati a falciare orde di nemici, per lo più ombre dalle mostruose forme e abilità, avremo anche la possibilità di “congelare” il combattimento al fine di utilizzare le nostre abilità “speciali” (assimilabili, con le dovute riserve, alle canoniche “magie” dei ruolistici).
Una volta ingaggiato un combattimento con un’ombra nemica, anche optando per un potente attacco a sorpresa, partirà lo scontro vero e proprio in mischia con attacchi semplici, potenti, super speciali oppure condotti col proprio spirito Persona.
In sostanza, un sistema di combattimento tecnicamente più complicato rispetto ad un classico Dinasty Warriors, dove il “button mashing” è quasi sempre dietro l’angolo. Il suo essere “quasi” musou, si trasmette anche nel quantitativo di nemici presenti a schermo. Tale numero non sarà enorme come nei classici rappresentanti del genere seppur sarà comunque ragguardevole.
AMBIENTAZIONI ISPIRATE
In aggiunta, dato il contesto urbano degli scontri, all’interno d’essi potremo utilizzare alcuni elementi presenti sulla scena. Interagiremo con carrelli, bidoni, lampadari, che potranno esser indirizzati alla volta dei nemici.
Ma, come detto, Strikers non è un musou canonico e non presenterà una delle caratteristiche più comuni degli esponenti del settore, ovvero la cattura di territori vari ed eventuali. In linea di massima, la cadenza ludica del titolo sarà intervallata dalla continua esplorazione di prigioni d’ombra. Tali prigioni sono sorta di realtà parallele esistenti nel Metaverso e che ricordano, per certi versi, i palazzi del precedente capitolo.
Tuttavia, a differenza di quest’ultimi, le Prigioni sono più assimilabili a maxi-dungeon che si estendono per città intere. E, al loro interno, si ergono come dominatori dei Monarchi che, com’è lecito attendersi, dovremo sfidare e abbattere per estinguere le ombre.
Le Prigioni avranno una “morfologia” piuttosto complicata e presenteranno svariate diramazioni e macro-aree, ognuna d’esse intervallate da checkpoint specifici. Il tutto offre una buona possibilità esplorativa, seppure ampiamente meno “motivata” rispetto al passato.
In soldoni, in Strikers esploreremo mappe ispirate ai più famosi quartieri di Shibuya, Kyoto e così via cumulando indizi dagli abitanti dell’area al fine di identificare la sorgente del “male”. Un “moto” non troppo dissimile dal precedente capitolo. Anche se Strikers offrirà molte meno attività secondarie da svolgere in giro per i quartieri.
In linea di massima, soprattutto se si proviene dai precedenti capitoli, si avvertirà come la componente esplorativa, come detto, sembri esser meno marcata e motivata rispetto al passato, seppur in generale la complessiva longevità del titolo sarà piuttosto elevata.
TECNICAMENTE
Tecnicamente ed esteticamente, non v’è come al solito nulla da obiettare: Persona 5 Strikers è un prodotto di altissima qualità. Il titolo, oltre alla canonica estetica “funny shadow” che è caratteristica fondante della saga, è approdato in una forma piuttosto smagliante sui nostri home computer. Dal punto di vista grafico abbiamo assistito ad un piccolo ma sostanziale miglioramento delle sequenze animate e dell’interfaccia di gioco. Anche se quest’ultima seppur da un punto di vista estetico non tutto sia propriamente “brillante”. Infatti, ad una ottima (com’è standard) caratterizzazione estetica dei personaggi, si contrappone una qualità delle ambientazioni, seppur ottima, sicuramente “calante”. Soprattutto rispetto al precedente chapter.
Da un punto di vista più squisitamente tecnico, in generale, Strikers è una produzione sicuramente più che riuscita. Il titolo supporterà una gran varietà di risoluzioni sino al 4K, tutte che garantiranno al massimo i 60 frame. Una scelta che, probabilmente, potrebbe scontentare alcuni degli utenti più esosi a livelli di mere prestazioni. Tuttavia questo non si traduce in un gameplay “singhiozzato” o “castrato”.
Un plauso ovviamente anche al comparto audio. La colonna sonora, ad opera del maestro Shōji Meguro, sarà composta dai temi classici ormai cari ai fan della saga. Brani che saranno riproposti in un’inedita chiave rock and metal. Una interpretazione che riesce ad incorniciare in modo dinamico la freneticità complessiva del titolo.
COMMENTO FINALE
Persona 5 Strikers riprende lì dove Persona 5″liscio” aveva lasciato. La prosecuzione di un sogno-incubo con i protagonisti che conosciamo (o che impareremo a farlo), è sicuramente un più sotto tutti i punti di vista o quasi.
Un musou che non è propriamente tale, anche perché è un Persona che non è propriamente tale: una ricetta dinamica, piuttosto longeva (seppur non come il precedente capitolo) e che, nonostante qualche limitazione, si pone come un degno erede sui generis della saga.
Pregi
Un musou sui generis. Narrativa intrigante. Graficamente e tecnicamente pregevole. Visivamente gradevole. Il comparto audio è meritevole.
Difetti
Esplorazione un po’ sottotono. Non longevo come i precedenti capitoli. La sterzata a livello di gameplay potrebbe non esser apprezzata da tutti
Voto
8,5