Mortal Shell: Enhanced Edition, recensione PS5
Abbiamo giocato alla nuova versione migliorata dell'ottimo titolo di Playstack e Cold Symmetry. Ecco le novità
E alla fine gli innumerevoli fan che l’hanno richiesta sono stati accontentati con Mortal Shell: Enhanced Edition, il titolo della nostra recensione per console PS5. Quello che era iniziato a circolare come un rumor, alla fine è stato confermato da Playstack e Cold Symmetry verso la fine di febbraio, anche se in pochi si aspettavano un’uscita così repentina. Meglio per noi e per tutti quelli che lo hanno apprezzato al lancio della versione “base” dello scorso anno. Come il nostro Antonio Michele Patti, che ha avuto modo di saggiarlo alla sua uscita. Questa nostra recensione eredita molto del suo lavoro, anche perché, Mortal Shell Enhanced Edition, a livello contenutistico e meccaniche di gameplay non è cambiato di molto.
Quello che abbiamo detto, però, contiene un’inesattezza, che si manifesta nella sola versione PS5. Le dinamiche di gameplay, sulla nuova next-gen Sony, sono influenzate dalla presenza del feedback aptico. Sentire la difficoltà, provare sulla propria pelle quella fatica nello sferrare un ultimo colpo prima dell’esaurimento della stamina è quello che ci ha lasciato questa intensa esperienza.
Parleremo, ovviamente, anche dei miglioramenti grafici, sia in termini di risoluzione e dettagli che di framerate. Sarebbe una bestemmia non farlo, anche se ci vuole un supporto video idoneo per goderne dei benefici reali.
Il comparto audio, stranamente, non è stato influenzato dalla ventata di nuova generazione. È vero che l’occhio vuole sempre la sua parte, ma il termine “sentire”, quando si parla di PS5 e Xbox Series X, ha un significato che non permette di lasciare figli e figliastri. Anche perché, chi è dall’altra parte del controller, se ne accorge in un attimo. Senza dilungarci oltre, siamo pronti a ritornare nella lugubre foresta di Fallgrim e andare incontro al nostro destino, anche se sappiamo esattamente dove ci porterà. Ma lo facciamo con piacere, e con quello stupore di chi ci gioca per la prima volta. Senza pregiudizi, ma con delle giuste pretese.
UN INVOLUCRO DI NUOVA GENERAZIONE
Iniziamo a nostra recensione di Mortal Shell: Enhanced Edition con l’aspetto che salta subito “all’occhio”, e vale a dire la grafica. Ci hanno puntato molto gli sviluppatori e, in tutta onestà, hanno fatto un gran lavoro. Esiste un senso quando si dice che “il diavolo si nasconde nei dettagli”. Diamine se esiste. Sotto questo punto di vista, tanto di cappello al lavoro svolto da Cold Simmetry.
Ha giocato un ruolo fondamentale, sicuramente, l’aver saputo sfruttare al meglio l’Unreal Engine 4. Il motore grafico di Epic Games, se messo nelle giuste mani, regala delle delizie uniche. Stiamo parlando delle texture delle pareti rocciose, dei riflessi dei corsi d’acqua, delle ambientazioni bagnate dai piccoli fasci di luce che penetrano tra le fronde degli alberi. Ma parliamo, anche, delle piastre di metallo delle fredde armature segnate dalle mille battaglie affrontate, delle scie lasciate dalle lame arrugginite che si trascinano torrenti di sangue. Il nostro e quello dei nemici.
In tutto questo ci sono due grandi “ma”. Il primo è legato al nostro dispositivo TV. Il gioco è ottimizzato in 4K, o se preferite, per una risoluzione pari a 3840 x 2160 pixel. Sono tanti, un po’ troppi da perdere per vedere la vera Enhanced Edition. Ed è qui che subentra il secondo grande “ma”, e si chiama Photo Mode. La modalità fotografica, presente in questa versione migliorata di Mortal Shell, non mente. In verità non la fa mai, con nessun gioco, né tantomeno con questo. Scattare una foto, con la possibilità di scegliere il frame giusto, l’instante migliore, rivela il bello di questo titolo, oltre che il gran lavoro svolto dai dev. E non bisogna essere degli esperti fotografi per vedere il vero livello di dettaglio grafico presente in questo gioco. Basta solo fermare un istante, quell’istante, il nostro.
Tranquilli, non ci stiamo dimenticando mica dei 60 fps. Questo aspetto è legato a doppio filo con la qualità del vostro supporto video, anche se la maggior parte dei TV e monitor in circolazione non scendono sotto i 1080p/60Hz (che è diverso dai 4K/60Hz). La fluidità dei movimenti la si apprezza, al meglio, non tanto nelle sessioni di combattimento, quanto in quelle più tattiche, quando si resta in attesa del colpo o del momento giusto per attaccare. È in quel momento che ogni singolo frame diventa fondamentale.
IL SIGNIFICATO DELLA PAROLA “SENTIRE”
Arriviamo, dunque, a quello che, a nostro avviso, è l’aspetto più interessante della versione PS5 di Mortal Shell: Enhanced Edition, il supporto al feedback aptico. La nuova tecnologia sviluppata per la next gen Sony ha dell’incredibile. Ne avevamo già parlato nella recensione PS5 di Ride 4. In quell’occasione avevamo lodato le capacità di Milestone nel saper sfruttare questa nuova feature. Lo faremo anche questa volta, cercando di capire come questi 15 professionisti di Cold Simmetry hanno interpretato il significato del termine “sentire”.
Di solito lo si associa all’udito e a tutto quello che il nostro orecchio è in grado di cogliere. Tutto vero, o almeno lo è nel significato superficiale della parola. La nuova generazione di console si è spinta a un livello che sino a qualche anno fa era solo nell’immaginario di ognuno di noi. E tutto questo è un bene, ma ha lasciato per strada figli e figliastri. Tutti coloro che hanno un Xbox Series X e giocano al Pc con mouse e tastiera, probabilmente, non potranno mai capire il vero significato della parola “sentire” quando fa coppia fissa con gameplay.
Anche il semplice dare un calcetto alla bottiglia, sino al finire “morso” da una tenaglia, lo si avverte sulle proprie mani, con un’intensità e direzione che rispecchiano la scena di gioco. Questo, oltre al raggiungimento del tanto ricercato fattore “immersione”, rende l’esperienza vera. O meglio, autentica. È proprio questo l’aggettivo in grado di descrivere al meglio la nostra esperienza.
Legato al concetto di “sentire”, c’è anche un’interpretazione nuova del “genere del momento”. Stiamo parlando dei soulslike, che ha visto tra i padri fondatori Demon’s Souls di FromSoftware. C’è molto di questo gioco in Mortal Shell, anche se questa Enhanced Edition è in grado di evidenziare meglio alcune meccaniche di gameplay che prima “morivano” nel pad.
I trigger adattivi del DualSense sono in grado di farci provare la stanchezza. Parliamo di quella barra bianca che, secondo i dettami del genere, dovrebbe chiamarsi stamina e si esaurisce dopo uno “sforzo”. Il controller della nuova PS5 è in grado di trasferire questo esaurimento sui trigger adattivi, aumentando la loro durezza alla pressione. In parole povere, premere R2 e L2, in un certo modo, può diventare faticoso. Ed ecco che quel senso di insicurezza, quello tipico di un soulslike, quello che non è legato alla build ma all’abilità del giocatore e al suo tempismo, in un attimo e come per magia, si manifesta. Ma solo se avete una PS5.
COMMENTO FINALE
E siamo giunti al momento dei saluti, il momento in cui tiriamo le somme circa l’esperienza di gioco. Questa nostra recensione della versione PS5 di Mortal Shell: Enhanced Edition conferma in toto quanto già visto nella versione “base” uscita lo scorso anno. Di fatto, a livello contenutistico non aggiunge nulla di nuovo alla trama e agli eventi in game. Se questo è un male o un bene dipende sempre da chi ha il pad tra le mani. Personalmente, avremmo preferito un pizzico di novità in più sotto questo aspetto ma in generale non ci possiamo lamentare.
Gli sviluppatori hanno preferito puntare i riflettori sulla resa visiva migliorando grafica e framerate. L’obiettivo è stato raggiunto alla grande, motivo per cui si sono meritati il nostro mezzo punto in più rispetto al voto di partenza. L’altro mezzo punto, però, se lo sono divorati tralasciando il comparto sonoro, identico a quello della versione base. Possiamo capire su Xbox Series X e Pc, ma non puoi far finta che non esiste l’audio 3d su PS5. Con questo scivolo si sono “mangiati” una bella fetta del fattore immersione.
Se avete apprezzato la versione “liscia” del gioco, Mortal Shell: Enhanced Edition merita la vostra attenzione. Giocato su console di nuova generazione ha il suo perché. Giocato su PS5, però, diventa “quasi” un altro gioco, un nuovo gioco.
Pregi
Questa versione migliorata ha dell'incredibile se analizzata sotto il profilo dell'esperienza. Sentire la fatica, quella tipica dei soulslike, è un qualcosa che merita di essere vissuto in prima persona. Se, poi, tutto questo lo si unisce a una resa grafica che eredita tutti i benefit della nuova generazione, il fattore immersione spalanca le porte del "valhalla"...
Difetti
... anche se prima di farci entrare ci fa un bello sgambetto. È un vero peccato segnalare il mancato upgrade del comparto audio che, di fatto, si dimentica di essere su console di nuova generazione. Su PS5, avremmo preferito godere dei benefici dell'audio 3d.
Voto
8,5