Devolver Digital è un punto di riferimento specialmente in ambito Pc. Da diversi anni, infatti, il publisher texano offre una valida alternativa ai blasonati titoli tripla A. Ma è un’alternativa anche al concetto di indipendenza di sviluppo, frequentemente sinonimo di prodotti non proprio perfetti e che richiedono anni e anni di labor limae (limatura, per gli amici) per esser, sostanzialmente, utilizzati. Devolver Digital ha sempre dimostrato di prestare una grande attenzione ai titoli del suo “portafoglio” proponendo al grande pubblico tante piccole perle che, con ottima probabilità, verrebbero cestinate dai consigli d’amministrazione delle compagnie più grandi. In questo senso, Olija, titolo di questa recensione, si propone precisamente in quest’ottica.
Un po’ nostalgico, sia nelle mire estetiche che più squisitamente a livello di contenuti, il titolo di Devolver, sviluppato dal team indipendente Skeleton Crew Studio, è, comunque lo si veda, un progetto pregevole ed interessante. Noi vi parleremo della versione Steam del titolo uscito lo scorso 28 gennaio anche per PS4, Xbox One e Switch. Vi auguriamo una buona lettura.
TRA PIRATI E MAGIE
Olija è un gioco di piattaforme a scorrimento in due dimensioni. Meccanicamente, con le dovute riserve che naturalmente amplieremo più innanzi, il titolo prende le mosse dai classici canoni di un passato antico. Un po’ Prince of Persia, un po’ Another World, un po’ Oddworld: il titolo di Skeleton Crew si fregia, comunque sia, di una nostalgica quanto pregevole estetica pixelata ed elegantemente retrò che, sicuramente, farà la gioia degli “-anta” che si appropinqueranno al prodotto.
Ma nella complessiva operazione nostalgia, sia artistica che meccanica, Olija ha diversi spunti interessanti a partire dalla narrazione e dalla complessiva atmosfera che si respira, un pout-pourri di spunti pirateschi, orientali, fantasy e “occulti” (derivazione anche del “melting pot” culturale che discende direttamente dai programmatori del gioco, provenienti da diverse aree geografiche del globo).
Spunti che, senza dubbio, lo elevano ad un livello sicuramente superiore rispetto alle produzioni “ordinarie”, spesso poggiate su dualismi “buio-luce” semplicistici e sin troppo scontati, seppur, in alcune frangenti, l’eccessiva “miscellanea” di componenti distanti sembra un po’ stridente a livello concettuale (non per questo, però, perdendo il suo fascino).
Il titolo è incentrato sulla (dis)avventure di Faraday: la nave del protagonista è travolta da un terribile uragano, distruggendo e facendo naufragare il nostro eroe, assieme all’intero equipaggio. Non tutto è però perduto: Lord Faraday e pochi altri riescono a raggiungere la riva (o meglio si svegliano sulla spiaggia) e scoprono di essere giunti nella terra di Terraphage. Qui gli esseri umani si comportano in modo “selvaggio”, quasi bestie che si uccidono e si divorano tra di loro.
Ma non solo: gli uomini di Terraphage sono anche soggiogati da un cupo alone di tenebre e dalla magia, al cui centro v’è un arpione “magico” che il nostro buon Faraday, quasi immediatamente, si troverà a maneggiare. Naturalmente, uno degli snodi principali dell’intreccio narrativo, sarà l’incontro con Olija, una ragazza misteriosa e adorata dagli autoctoni in modo estremo. Com’è facile intuire, lei diverrà ben presto una figura preponderante nell’evolversi degli eventi del gioco. In generale, la narrazione sarà profonda ed articolata, seppur tenda un po’ ad una certa “rarefazione autoriale” delle tematiche che potrebbe risultare “indigesta” o “vuota” per quei giocatori non avvezzi alle “pause riflessive”.
LUCE, BUIO E… TANTO ALTRO
Premesse estetiche notevoli, premesse narrative notevoli, gameplay che, com’è giusto che sia, non è da meno: Olija è un titolo che, sul piatto, offre alcuni spunti piuttosto personali a livello strettamente ludico. Nonostante i classici canoni dei platform vecchio stampo ci siano naturalmente tutti, con al centro il classico “zompettare” da una piattaforma all’altra seguendo inestricabilmente i quattro punti cardinali, il titolo ha nelle sue “tasche” tanto da offrire.
Innanzitutto, il centro assoluto o quasi del gameplay sarà il succitato arpione: non sarà solo un’arma con cui “offendere”, ma tanto, tanto in più. L’utile arnese potrà esser lanciato e, una volta che “appiccicatosi” ai nemici o ad altri elementi presenti sullo scenario, il nostro protagonista potrà in un baleno teletrasportarsi sulla sua posizione. Ma, facendo un passo indietro, l’arpione servirà per combattere. E il sistema di combattimento del titolo, seppur non particolarmente complesso, sarà sufficientemente appagante e, naturalmente, memore del passato.
Oltre all’arpione, il nostro eroe potrà utilizzare diverse armi, tra cui un pugnale, una spada, un arco ed altre armi che potranno essere inter-cambiate con la pressione di un tasto concedendoci, ovviamente, possibilità strategiche piuttosto variegate.
Naturalmente, ogni arma avrà un suo raggio d’azione, pro e contro ed una combo specifica con tanto di attacco speciale unico, correlato ad una barra che si caricherà durante l’azione. Peccato che, nonostante un sistema di combattimento variegato e piuttosto profondo, in realtà, grazie ad una difficoltà piuttosto bassa, l’intero comparto sarà utilizzato in modo piuttosto relativo. Riassumendo: Olija sarà un titolo piuttosto “permissivo” e che diverrà leggermente più complicato unicamente durante gli scontri con i boss, i quali saranno più coriacei e naturalmente dotati di routine d’attacco speciali e più potenti rispetto ai nemici “ordinari”.
Naturalmente, com’è lecito attendersi, in Olija tanto verrà concesso all’esplorazione: v’è un’isola centrale, che funge da hub, e diverse località da esplorare. Nell’hub, oltre a recuperare le energie, potremo dedicarci alla costruzione di oggetti utili durante l’avventura e nuovi copricapi che, nel mondo di gioco, ci doneranno delle utili abilità passive.
E naturalmente, dal nostro quartiere generale, partiranno le “spedizioni” verso diversi punti della mappa di gioco, con obiettivi vari ed eventuali: si passerà dalla raccolta di risorse per potenziare il nostro alter ego, all’ottenimento di chiavi utili per accedere ad aree “bloccate” sino alla mera liberazione dei nostri compagni di viaggio, tenuti in cattività dai diversi “non proprio amichevoli” autoctoni di Terraphage. Naturalmente, ogni stage sarà riccho di piattaforme, nemici di varia natura oltre che enigmi ambientali da risolvere (in verità, non tantissimi). Il tutto, però, racchiuso in una campagna che durerà all’incirca 5 ore e che, naturalmente, non offrirà grandi “spunti” alternativi o in grado di giustificare anche solo una seconda “run” (specialmente se si è speso tempo ad esplorare in lungo e largo).
TECNICA… MENTE
Data la natura “semplice” di base, Olija può contare su di un comparto tecnico senza fronzoli. Tutto è fluido, privo di bug visibili o degno di nota e senza intoppi tali da giustificare una “segnalazione”. Ad una complessiva pulizia tecnica, è correlata la già citata pregevolezza estetica e artistica che, anche in questo frangente, va rimarcata. Le ambientazioni sono curatissime ed evocative, contando anche su una discreta varietà che è diretta derivazione del pout-porri di cui sopra.
Lo stile minimalista e pixelato è, naturalmente, il vero protagonista dell’esperienza ludica che, siamo certi, sorprenderà tutti coloro che decideranno di concedere al titolo una chance. Sulla stessa falsariga di pregevolezza si attesa anche il comparto sonoro, che mescola Flamenco, ambient e musica elettronica “lo fi”, in una mescolanza che, coerentemente col resto del comparto artistico, dona al titolo una luce particolare.
COMMENTO FINALE
Olija è un’esperienza significativa e particolare come, d’altronde, quasi tutto il “campionario” del publisher Devolver Digital.
Un platform, narrativamente ricercato, dalle atmosfere variegate unite assieme (non sempre in modo completamente armonico) e sublimate da un gameplay piuttosto profondo, intuitivo e divertente. Forse, una maggiore longevità unitamente ad una sfida più alta, avrebbero potuto trasformare Olija in un autentico gioiello.
Ma, naturalmente, non è detto che ciò non possa esser raggiunto ex post pubblicazione del gioco. Sicuramente, un titolo da sperimentare anche se non si è amanti del genere.
Pregi
Un platform vecchia scuola. Gameplay e narrazione pregevoli. Atmosfera profonda e variegata…
Difetti
… seppur non sempre coerente. Longevità non elevata. Difficoltà tesa al basso.
Voto
8,5