Paper Beast – Folded Edition, la nostra Recensione Pc

Il misterioso mondo immaginato e concepito da Eric Chahi per VR prende ora forma in un'edizione giocabile con controller o mouse+tastiera; ecco come è andata

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Paper Beast – Folded Edition rappresenta l’ultima (?) tappa di un percorso iniziato ufficialmente a marzo dell’anno scorso, quando il gioco venne rilasciato su PS4. Si trattava di una sorprendente e ambiziosa “avventura onirica”, immaginata e concepita per realtà virtuale da parte di Pixel Reef. Uno studio indipendente fondato e diretto da Eric Chahi, che gli addetti ai lavori ricorderanno in particolar modo per Another World.

A quasi dieci anni di distanza dall’ultima creazione (From Dust ndr), il noto game designer francese era dunque tornato sulla scena proponendo un titolo VR poliedrico. Un po’ adventure game, un po’ rompicapo, un po’ walking simulator. Un’esperienza visionaria che è poi sbarcata su Pc nell’estate successiva, sempre (esclusivamente) fruibile tramite per la realtà virtuale.

In seguito, verso la fine dell’anno, venne lanciata sul mercato (sempre su Pc) la Folded Edition. Un’edizione del gioco riadattata per essere giocabile senza dispositivi VR. Sembra essere inoltre in programma il rilascio di tale versione anche su PS4, ma ancora non si conoscono date o periodi ufficiali d’uscita. Di seguito la nostra recensione della versione Steam di Paper Beast – Folded Edition, che ricordiamo essere distribuita da PID Publishing. Vi auguriamo una piacevole lettura.

UN’ESPERIENZA PRIMORDIALE

Paper Beast – Folded Edition è un’esperienza particolare, immersiva, e fortemente autoriale. Qualcosa che si discosta fortemente, come un Death Stranding, da quelli che sono i canoni più comuni dei videogiochi. Tutto ha inizio con la visione dell’autore, Eric Chahi, che ha immaginato un universo a parte. Situato nelle profondità dell’internet e abitato da creature senzienti, fatte di carta.

Ed è lì che comincia la nostra partita, senza alcuna vera introduzione. Ci “risvegliamo” in una sorta di gabbia, coperta da un telo rosso appena smosso da una folata di vento. Oltre quel telo un deserto sconfinato, e una scoperta. Non ci troviamo in una gabbia, ma tra le zampe di una misteriosa creatura. Una delle tante che abitano questo universo, che ha i suoi principi e le sue leggi, con cui dovremo imparare ad avere a che fare.

Un’accoglienza particolare ci attende iniziando una nuova partita…

L’avventura è scandita attraverso sette capitoli, alcuni dei quali si dividono in più “episodi”. Per quanto vi sia una totale libertà di movimento e d’azione, l’avanzamento nel gioco risulta essere comunque “guidato”. Non da scritte e voci, bensì da suoni ed eventi, che dovremo interpretare e seguire. Una sorta di “narrazione visiva/uditiva” dalla quale potremo farci trascinare, in avanti.

Due creature (una preda, l’altra predatrice ndr) che si fronteggiano, con noi che possiamo decidere di “salvare” la preda trascinandola via. Normali scene di vita quotidiana in un mondo misterioso che non di rado celeranno indizi su come proseguire, quando se non veri e propri enigmi da risolvere. Anche se ci fermiamo a osservare, senza fare nulla, il mondo attorno a noi pulsa infatti di vita propria.

LABORATORIO D’INTUIZIONE

Un’estremità di questa creatura risucchia la sabbia, l’altra la espelle. Sta a noi posizionarla e liberare il passaggio..

Non ci è dato sapere nulla circa la nostra identità e sembianze. Siamo un essere umano, oppure un’entità diversa? In Paper Beast – Folded Edition non è possibile morire (ma neppure si rischia di farlo), e ci renderemo subito conto di poter solamente interagire con l’ambiente circostante. In due soli modi: camminando (niente corsa ndr) e trascinando oggetti, o a seconda dei casi creature.

Gran parte del gioco si traduce nell’attenta osservazione delle creature che ci circondano, al fine di comprenderne il potenziale “utilizzo” nell’ottica di risoluzione di enigmi, o superamento di ostacoli. Questa peculiare meccanica si esprime in diversi modi originali, ma tutti sono accomunati dal fatto che non c’è ragione di temere alcunchè.

Un cubo infuocato utile per illuminare o all’occorrenza sciogliere alcuni ostacoli…

Anche le creature che andranno “difese” o appunto “salvate” da altre, per poi essere impiegate, potranno comunque respawnare all’infinito nel caso non dovessimo essere abbastanza rapidi. Ciò si traduce, al netto della difficoltà (comunque moderata) di alcuni enigmi, in un livello di difficoltà alquanto basso. A ciò si unisce una sostanziale brevità dell’esperienza (3-4 ore nella migliore delle ipotesi).

Oltre alla modalità “avventura” principale, in Paper Beast – Folded Edition vi è anche la cosiddetta sandbox. Essa ci permetterà di dar sfogo alla nostra creatività, creando un “mondo” tutto nostro e sperimentando i vari elementi, a partire dalla peculiare fisica del gioco. Ma anche essa non farà che restituirci l’immagine (da noi recentemente sperimentata con Chronos: Before the Ashes) di un gioco che rende fin troppo evidente il suo essere stato concepito per VR.

L’IMPORTANZA DELLE ORIGINI

Ciò che appare tremendamente evidente in Paper Beast – Folded Edition è il ritmo. Lento come i nostri spostamenti, intervallati dalle fasi di interazione con l’ambiente che registreranno anche dei “mini-ritardi” in termini di input dei comandi. Spiazzante come il gioco stesso è inoltre la colonna sonora, bella e originale ma perlopiù composta da brani J-Pop/Punk-Rock.

I quali, in un certo qual senso, “cozzano” con quella che è l’atmosfera (rilassante e misteriosa) di gioco. Veramente impressionante è il comparto audio “ambientale”, curato dalla sound designer Floriane Pochon. L’immersività dell’esperienza deve molto, infatti, a quella che è la “vita” all’interno dell’universo immaginato da Chahi. Versi degli animali di carta, il rumore del vento, il fluire dell’acqua e via discorrendo.

Eric Chahi si conferma ancora una volta un visionario; nel senso migliore del termine

Una realizzazione artistica davvero suggestiva, in linea con il framerate più che ottimale, che si è dimostrato costante per tutta la durata della nostra prova. Difficile invece giudicare il comparto grafico, visto che di mezzo c’è la visione e assieme l’intento dell’autore. Che ricordiamo è quella di rappresentare un universo situato nelle profondità di internet, e popolato dai suoi scarti.

Da qui, probabilmente, la scelta di uno stile prevalentemente low poly, che pure è intervallato da altri elementi dello scenario molto curati come per esempio le nuvole. Alla luce di quanto espresso finora non possiamo dunque che confermare quanto sottinteso. Pur rimanendo un’esperienza assolutamente fuori dal comune, al di fuori della realtà virtuale Paper Beast perde tanto. Forse troppo.

COMMENTO FINALE

Difficilmente ciò che viene concepito per realtà virtuale si dimostra eccellente una volta “convertito”. E Paper Beast – Folded Edition, disgraziatamente, non fa eccezione. L’esperienza visionaria, immersiva e riflessiva ideata da Eric Chahi nei meandri dell’internet perde inevitabilmente colpi al di fuori di PlayStation VR, Oculus Rift e compagnia.

L’adattamento operato da Pixel Reef per rendere il gioco fruibile con controller o mouse+tastiera è lungi dall’essere perfetto. E le dinamiche di gioco non aiutano, in quanto immaginate e realizzate per tutt’altro tipo di fruizione. Paper Beast rimane comunque un’esperienza da provare: possibilmente, tuttavia, in VR.

Pregi

Un'esperienza unica nel suo genere, in cui si viene guidati da una "narrazione visiva" assolutamente peculiare. Sound design da manuale e colonna sonora originale. Ottimizzazione promossa a pieni voti.

Difetti

Controlli non al top, con dei micro-ritardi negli input. Esperienza studiata per la realtà virtuale che non riesce a dare il meglio di sé in questa fruizione più "tradizionale". Difficoltà quasi inesistente.

Voto

7+