Resident Evil Village, le prime impressioni sulla demo
La breve versione dimostrativa del prossimo capitolo della serie horror di Capcom mostra (su PS5) le sue intenzioni. Ed è da giocarci a luci "molto" accese
Una demo tecnica breve ma intensa quella di Resident Evil Village. Capcom celebra l’annuncio della data di uscita del suo celebre survival horror, prevista per il prossimo 7 maggio, con un’esperienza della durata massima di 30 minuti. Dato quest’ultimo valido se ve la prendete con molta calma. Rispetto al precedente capitolo non sono cambiate molte cose a livello di gameplay, sebbene alcune sfumature siano state riviste in ottica next-gen.
La demo di Resident Evil Village, chiamata Maiden, non ci ha fatto capire un granché sulle potenzialità del feedback aptico, uno dei fattori chiave per la riuscita del titolo su console PS5. L’ambientazione è quella di una villa che ricorda dannatamente Spencer’s Mansion, quella del primissimo Resident Evil. Chissà se è un puro caso oppure è un modo per celebrare i 25 anni di questa interminabile saga.
Ritornano i coniugi Winters, dopo l’esperienza traumatica nel Bayou. Che cosa ci fanno in uno sperduto paese della Romania (o Transilvania?!, ndr) lo sanno solo loro, e a breve anche noi. Per quello che si sa, gli eventi di Resident Evil 7, sono in qualche modo connessi e questo ce lo fa dire la presenza di Chris Redfield. Costui rivestirà un ruolo chiave nella storia, anche perché non sembra lo stesso che conosciamo. Altro sulla trama non è stato rivelato. Nel corso della demo ci saranno dei piccoli indizi, che, però, non svelano nulla di eccezionale.
In compenso, invece, farete la conoscenza con la prosperosa padrona di casa, Lady Dumitrescu, in grado di distrarvi con le sue doti (non molto nascoste, ndr.) dai suoi reali intenti. Ovviamente, non pacifici. Se vi abbiamo stuzzicato, non vi resta che scaricare la demo che, per adesso, è disponibile solo su console PS5. Non vi agitate: ne uscirà un’altra questa primavera, probabilmente a ridosso della sua uscita. E probabilmente anche per altre piattaforme.
PER STOMACI DURI
Una scelta comoda quella di Capcom per questa demo tecnica di Resident Evil Village. Forse perché il colosso giapponese non voleva svelare troppo le sue carte, oppure per portarci in uno dei luoghi chiave della storia, ad oggi a noi sconosciuta nella sua interezza. Resta il fatto che passiamo gran parte del nostro tempo al buio e al freddo di una prigione di epoca medievale. In poco tempo realizziamo che siamo in una stanza delle torture, dove la parola splatter va di moda.
I genitori della saga, questa volta, non si sono fatti mancare nulla. Non vi nascondiamo che l’impatto non è stato proprio dei migliori, visto che alcune scene arrivano “un po’ troppo”. Qui c’è il primo plauso verso Resident Evil Village, che ci mette pochissimo a farti immergere in un’esperienza ai limiti del VR. Notiamo, invece, una cura dei dettagli superiore rispetto a quella già ottima del capitolo precedente. Le oscillazioni della telecamera seguono il respiro affannoso del protagonista. Quando si avvicina ad un angolo per osservare oltre, trattiene il fiato per concentrarsi. Dettagli che fanno venire i brividi.
Tornano i classici enigmi della saga, quelli che richiedono tutta la vostra attenzione per essere risolti. Questa dimensione “in prima persona” del famoso survival horror, ha spostato il punto di vista del giocatore. Si è passati da osservatori a protagonisti. L’incubo lo si vive in prima persona. Questo cambio di prospettiva ci rende più partecipi rispetto quello che succede e, ovviamente, anche la componente puzzle la si interiorizza tantissimo.
Viene comunque e sempre voglia di aprire cassetti e porte in maniera ossessiva compulsiva. Questo è un atteggiamento tipico delle avventure immersive “senza hint”, quelle che non suggeriscono “‘na mazza”. D’altronde è la vita stessa che non ti da consigli. Figuriamoci se vi trovate in un castello in Romania, abitato da pazze affamate di carne umana.
RE ENGINE, LA LUNA SI AVVICINA
Senza nascondersi dietro un dito, il senso di questa demo tecnica di Resident Evili Village era quello di mostrare il lato grafico del gioco, con una piccola apparizione del gameplay. Il colosso giapponese riesce nel suo intento. Effettivamente questa veste next gen del RE Engine fa paura, in tutti i sensi. Lo abbiamo visto l’ultima volta in Resident Evil 3 Remake. Già in quell’occasione, e forse anche di più di Resident Evil 2, si è apprezzato il vero punto di forza di questo engine: la gestione dell’illuminazione. Raccoon City era tutta al buio e veniva, sicuramente, più facile gestire alcune situazioni di scarsa illuminazione. Il tutto per enfatizzare quei pochi punti luce presenti lungo le strade. Ma questa volta è diverso, tremendamente diverso.
Appena inizia la demo, ancora prima di realizzare dove ci si trova, si resta inermi di fronte al tripudio di sfumature luminose su pareti e pavimenti. Si riesce a capire quasi di che materiale sono fatti, al punto da avere la sensazione di toccarli. Man mano che si prosegue, si ha una paura folle del buio, e del voltarsi indietro. Si insegue una fonte di luce paragonandola alla nostra salvezza.
Passando, poi, dalle prigioni alla casa padronale, il passaggio non è brusco. Le luci, pian piano, diventano più chiare, con le candele che sembrano attendere il nostro requiem. La tavola apparecchiata per cena (con la speranza di non essere la portata principale, ndr) è da locandina. Da sola, con quelle candele e quei piatti il cui contenuto lascia poco spazio per l’immaginazione, ci avviamo con la “coda tra le gambe” nella magione.
L’arredamento ed i dettagli di contesto, anche quelli più stupidi, sono enfatizzati dallo stato d’animo del protagonista. Spaventato, con il fiatone e con la paura di rivivere un incubo già affrontato in passato. E poi arriva lei, la signora della casa. Il suo benvenuto e uno di quelle cose che non si dimentica facilmente.
COMMENTO FINALE
Il suo scopo, Capcom, lo ha raggiunto. La demo tecnica di Resident Evil Village, o Resident Evil 8 se preferite, è servita per farci capire molte cose. Alcune sono state delle conferme, come il gameplay che, di fatto, è una naturale prosecuzione del capitolo precedente, Resident Evil 7 Biohazard. La formula è la stessa. Un survival horror in prima persona in grado di incollarti alla sedia.
Il resto lo ha fatto il breve ma intenso assaggio di next-gen. Per ovvi motivi, non tutto è stato svelato. Anzi, siamo ben lontani dal conoscere dettagli importanti anche perchè lo sviluppo del gioco è ancora in corso. La nuova casa del RE Engine, questa volta, è bella comoda ed è accogliente. In una magione che ricorda tanto il castello del conte Dracula (o Spencer’s Mansion?!, ndr.) questo motore grafico è in grado di spaventare con la fievole luce di una candela e sui infiniti riflessi su qualsiasi superficie esistente.
Non ce lo aspettiamo per maggio. La data è stata fissata, questo è vero, ma non ci vogliamo illudere. L’ondata degli slittamenti che ha caratterizzato lo scorso anno per il maledetto Covid contina e speriamo, con tutto il cuore, che Capcom riesca a portare sul mercato questo titolo. Noi, intanto, aspettiamo.