Nine Witches: Family Disruption, recensione

L'action adventure in pixel art di Indiersuption e Blowfish Studios ci porta nella tetra atmosfera degli ultimi vagiti del Terzo Reich tra fantascienza ed occulto

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Il nazismo ha condizionato, pesantemente, l’immaginario collettivo non solo per le questioni, da incubo, fattuali e che storicamente abbiamo imparato a conoscere. Tale, triste fenomeno, è ed è stato uno dei temi più forti e presenti nel mondo dell’arte e, scendendo uno scalino, nell’ambito videoludico. Un ambito in cui, basti guardare la saga di Wolfenstein, l’infame regime hitleriano è quasi sempre stato correlato all’occulto o allo studio di scienze avanzatissime. Ed è proprio questo uno dei temi, assieme ad altri “nascosti” e più “profondi”, al centro del titolo Nine Witches: Family Disruption, sviluppato da Indiesruption ed edito da Blowfish Studios, testato nella sua versione Steam.

Il titolo, lo ricordiamo, è uscito ad inizio dicembre anche per PS4, Xbox One, Switch ed è disponibile per gli utenti Pc anche su GOG. Buona lettura.

UN MONDO, DIVERSE REALTÀ

Nine Witches: Family Disruption è una avventura grafica in due dimensioni e che ci vedrà muoverci per stage caratterizzati da una ben realizzata estetica pixelata. Il titolo, come detto in incipit, ci immergerà in una cupa (e intrisa di humour nero) vicenda, ambientata al tramonto del Terzo Reich.

La narrazione del titolo, ci porta indietro all’ottobre del 1944, in Norvegia: nella cittadina di Sundäe, una misteriosa luna oscura sovrasta il cielo e crea incertezze tra i suoi abitanti. Mentre la Seconda guerra mondiale è ormai agli sgoccioli e le forze di Hitler sono prossime alla resa, una divisione segreta del Terzo Reich, l’Okkulte-SS, comandata dallo spettrale Friedrich Von Darka è infatti arrivata a Sundäe con lo scopo di lanciare un’antica maledizione, un atto disperato per cambiare le sorti della guerra. L’alto ufficiale tedesco, riesce ad eseguire infatti un potente rituale, grazie all’ausilio di una strega “opportunamente” rapita, evocando come detto una luna nera e gettando l’intero mondo nel buio totale.

L’umanità starà a guardare? Assolutamente no ed è qui il momento in cui entreremo noi in azione, impersonando il professor Alexei Krakovitz, esperto conoscitore dell’occulto, e il suo assistente Akiro Kagasawa che, giunti in Norvegia, inizieranno a collaborare con la locale resistenza.
Premesse “serie” a parte, Nine Witches sarà tutto fuorché completamente “serio”: il titolo, come brevemente anticipato in alto, sarà completamente pervaso da uno humour spesso “tetro” ma tante altre volte più semplice e leggero.

Ma non saranno solo risate: il gioco non mancherà di improvvisi “salti della barricata” tematici oltre che un costante abbattimento/rifacimento della quarta parete (gli sviluppatori, compariranno più volte nel gioco). Diciamolo subito, senza mezzi termini: il primo, grande problema di Nine Witches: Family Disruption è proprio la sua costante volontà tematica ed estetica di “non farsi mancare nulla”.
Il continuo sobbalzare tra temi seri ed (estremamente) faceti, abbandonandosi con una sistematica rottura del pathos, con tanto di boccacce, peti e nonsense puerile nel mentre si parla di morte e distruzione, spesso visibilmente forzata, rendono il gusto dell’avventura un po’ vago ed un miscuglio spesso insapore, o eccessivamente saporito.

Detto ciò, il titolo avrà comunque una sua solida caratterizzazione, presentando tanti e diversi personaggi, alcuni malvagi, altri semplicemente folli e nonsense, che renderanno l’intera avventura, lunga tra le 5 e le 10 ore di gioco, sicuramente divertente e “creativa” e con una complessiva narrazione che varrà la pena “consumare”. Naturalmente, data la natura stessa del titolo, la breve durata, con ottima probabilità, non ci indurrà a giocarlo nuovamente visto che, in sostanza, l’intera avventura si svolgerà su “binari” e ci sarà (molto) relativa libertà decisionale concessa al giocatore.

UNA FOLLE INDAGINE

Torniamo al gioco stesso: non appena saremo arrivati, nulla andrà ovviamente come previsto. Dopo aver superato un tutorial iniziale, inizierà l’avventura vera e propria che, a livello di mero gameplay e di semplici meccaniche ludiche, obbedirà in modo “coscienzioso” ai crismi del genere. Nine Witches sarà, com’è lecito attendersi da un rappresentante del genere, colmo di dialoghi, enigmi da risolvere e indagini da compiere. Ma, nel titolo, ci saranno però delle caratteristiche originali, come ad esempio delle vere e proprie fasi action. Nel corso del gioco, controlleremo sia il professore, costretto suo malgrado su di una sedia a rotelle, sia il suo asiatico assistente.

Questa netta suddivisione non sarà solo estetica: il professor Krakowitz, nonostante la sua mente brillante, non potrà compiere tutta una serie di azioni più squisitamente “fisiche”, che dovranno essere affidate ad Akiro. Quest’ultimo, quindi, sarà il personaggio che utilizzeremo quantitativamente di più, chiamato ad affrontare pericolosi scontri a fuoco, veri e propri spezzoni d’azione del titolo. Ma anche nelle sezioni più normali, quelle ad esempio dedite all’investigazione e/o alla risoluzione di determinati enigmi, Akiro diverrà il nostro “unicum” videoludico.

Ma, il professore, dal canto suo, sarà insostituibile in altre questioni: grazie alle sue capacità di medium, Krakowitz potrà ad esempio comunicare con l’aldilà e via via, nel corso del gioco, sbloccare poteri sovrannaturali speciali quale il controllo della mente, grazie alla sua capacità speciale di trasformarsi in spirito e abbandonare il corpo. Questo dualismo, in realtà, non sarà affatto “guidato”: ciò che rende interessante e colmo di mordente Nine Witches: Family Disruption, è proprio la necessità demandata al giocatore di comprendere quando e come utilizzare i due personaggi, dalle caratteristiche ludiche totalmente diverse, per risolvere enigmi, tutti impegnativi ma non frustranti, e sbrogliare la torbida matassa.

Come anticipato in incipit, il gioco ci consentirà di affrontare delle vere e proprie sezioni shooting, dove il nostro Akiro dovrà respingere nazisti. Ma ovviamente c’è altro: sezioni che, nella loro visibile semplicità meccanica, ma anche per alcuni limiti tecnici e concettuali dovuti all’inserimento di una sezione “mira e spara” in un’ambientazione a scorrimento 2d. Tali sessioni saranno divertenti ma si sentirà forte il sapore di “corpo estraneo” rispetto all’animo stesso dell’avventura.

TECNICA… MENTE

Da un punto di vista squisitamente tecnico e più approfonditamente artistico, Nine Witches: Family Disruption è un più grande quanto un condominio. Ad una pulizia tecnica ineccepibile (dovuta, comunque, sia alla naturale semplicità del gioco sia anche alla sua relativa lunghezza), si aggiunge, ovviamente, uno stile e un art design notevole e di sicuro pregio.

Il mondo pixeloso del gioco riesce, perfettamente, a far da sfondo coerente alla cupezza complessiva che trasuda l’universo di gioco e, coerentemente e contemporaneamente, le vicende in esso “recitanti”. Ambienti suggestivi e ben realizzati, uniti a stage in salsa pixel ma traboccanti di dettagli e di colpi di classe (senza dimenticare, anche alcune “vaghe” citazioni di famosi film): una mistura perfetta o quasi che rendono il titolo di Indiesruption un piccolo gioiello per gli occhi.

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche il comparto audio: non particolarmente esaltante, ma qualitativamente pregevole e in grado di accompagnare in modo razionale, alternando cupi temi orchestrali a… techno teutonica, le fasi salienti del gameplay.

COMMENTO FINALE

Nine Witches: Family Disruption è un piccolo gioiello per gli amanti delle avventure grafiche. Un settore in “crisi” e che, gode di poca popolarità tra le nuove leve videoludiche affamate di skin a prezzi esorbitanti e di streamer “pettorute”.

Un’avventura grafica che mescola serio e faceto (anche se, alle volte, lo fa in modo eccessivo), esibendo meccaniche classiche del genere e ben concretizzate, a fasi sparatutto e d’azione, seppur non totalmente convincenti. Ad amalgamare una “zuppa” non perfetta ma sicuramente molto buona, v’è una realizzazione artistica degna di nota e che, dall’estetica d’immagine a quella auditiva, riescono pienamente e in modo coerente a supportare ogni fase saliente del titolo.

Pregi

Avventura grafica con sezioni action. Stilisticamente pregevole. Una narrazione creativa, tra il serio e il faceto...

Difetti

... forse costellata di troppe "rotture" forzate. Longevità limitata. Sezioni shooting non particolarmente esaltanti.

Voto

8